Una proposta di policy sui crediti ecosistemici in merito ad un possibile accordo tra Stato, regioni e proprietari forestali per incrementare la superficie forestale pianificata, il valore del patrimonio boschivo e la sua capacità di lottare contro la crisi climatica. Grazie al lavoro svolto nelle tre aree pilota del progetto, un contributo fondamentale per individuare le aree più “ghiotte” di carbonio e quelle più vulnerabili agli stress climatici come incendi e schianti da vento: in occasione della Giornata internazionale delle Foreste (21 marzo), il partenariato del progetto europeo dedicato alla gestione sostenibile delle foreste LIFECO2PES&PEF, lancia una proposta in linea con gli obiettivi della Strategia forestale italiana per migliorare e ottimizzare i servizi ecosistemici forniti dalle foreste.
Portare la superficie forestale pianificata in Italia con piani di gestione al 30% entro il 2025, definire azioni climaticamente intelligenti per la gestione sostenibile e realizzare un piano del rischio climatico per i boschi d’Italia: sono alcune delle ricette della nuova strategia forestale nazionale che definisce obiettivi e azioni per una gestione efficace e sostenibile del patrimonio italiano, risorsa essenziale per la nostra salute, per il benessere e la salvaguardia delle comunità locali, fondamentale alleato nella lotta al cambiamento climatico.
Su questo solco si inseriscono i risultati del progetto LIFECO2PES&PEF, presentati oggi alla conferenza di mid term del progetto a tutela del patrimonio boschivo italiano, che vanno ad integrare e proporre una serie di novità relative ai tre assi portanti della nuova strategia italiana: pianificazione, gestione sostenibile e prevenzione del rischio climatico per le nostre foreste.
A partire dal tema della pianificazione forestale, il progetto propone di usare modelli di simulazione matematica per analizzare la vulnerabilità climatica delle foreste sottoposte ai nuovi piani di gestione forestale, per poter progettare interventi di gestione forestale climaticamente intelligente e sostenibile che prevengano nuove emissioni di carbonio o aumentino la capacità di assorbimento della foresta, come richiesto dal nuovo decreto ministeriale sulla pianificazione, emanato a valle del Testo Unico sulle Foreste e Filiere Forestali, la nuova legge quadro sulle foreste, che propone di integrare nei piani proprio un’analisi della vulnerabilità climatica.
Grazie ai rilievi e ai modelli di simulazione utilizzati nelle tre aree pilota di studio del progetto, rappresentative dell’area alpina e appenninica: il Demanio Forestale Forlivese, il Consorzio Comunalie Parmensi e la proprietà Regionale di Fusine, si è potuto individuare le aree più vulnerabili a livello di incendi, schianti da vento e difficoltà di assorbimento del carbonio. Ad esempio, i boschi semi-abbandonati di roverella e carpino nero dell’Appennino forlivese sono risultati particolarmente vulnerabili agli incendi, con intensità di fiamma potenzialmente superiori ai 3000 kw per metro, cioè la soglia massima per eseguire un intervento di contenimento da terra in sicurezza. Al contrario, il complesso alpino di Fusine, dominato da giovani e densi piceo-faggeti, ha mostrato una particolare suscettibilità al vento, che potrebbe iniziare a causare danni già con velocità di soli 60 km orari. Per quanto riguarda la mitigazione climatica, a fronte di una media di 15-20 tonnellate/anno di CO2 assorbite per ettaro nelle due aree appenniniche, alcuni boschi in fase di abbandono colturale hanno mostrato un’attività molto rallentata, con riduzioni di oltre il 50% del tasso di assorbimento di carbonio atmosferico rispetto alla media locale.
Queste analisi rappresentano un utile esempio per il futuro piano nazionale del rischio climatico per le foreste italiane, che includa un’analisi della vulnerabilità e linee guida per la gestione forestale che siano in grado di prevenire i danni alle foreste e ai loro benefici.
“La nuova strategia forestale italiana permetterà una gestione più efficace e sostenibile delle nostre foreste e la valorizzazione delle risorse che ne scaturiscono – dichiara il professore Fabio Iraldo, responsabile scientifico del progetto per la Scuola superiore di Studi e perfezionamento Sant’Anna di Pisa –. Il progetto LIFE CO2PES&PEF sarà sviluppato garantendo la conformità alle strategie forestali italiana ed europea e l’attuazione di questi strumenti al fine di contribuire ad accrescere il ruolo delle foreste nell’azione di adattamento e mitigazione del cambiamento climatico”
Una delle azioni prioritarie e strumentali della strategia forestale italiana, inoltre, è il coordinamento delle politiche forestali nazionali e regionali. Nonostante il titolo quinto della Costituzione assegni le politiche forestali alla competenza delle Regioni, vi sono difatti anche interessi e competenze nazionali che vanno a ricadere sulle foreste, come quelli relativi alla mitigazione dei cambiamenti climatici.
Da qui la proposta di policy formulata oggi riguardo alla gestione dei crediti di carbonio forestali: un possibile accordo tra Stato, regioni e proprietari forestali per dare valore all’azione climatica del bosco e generare un ritorno economico che supporti la sua gestione sostenibile e pianificata. Secondo i dati ISPRA per il Ministero della Transizione Ecologica, le foreste italiane assorbiranno nel quinquennio 2021-2025 circa 20 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Tuttavia, solo una piccola parte di queste può essere contabilizzata dallo Stato per compensare le emissioni nazionali del settore energetico e industriale iscritte nel Registro dell’Effort Sharing Regulation, il sistema europeo di compensazioni del carbonio. Ne consegue che la gran parte degli assorbimenti del settore forestale non verranno considerate per alcuna forma di compensazione.
Ma l’assorbimento di carbonio da parte delle foreste dipende in buona parte dal loro stato di salute: perché non riconoscere allora a chi incentiva e promuove una gestione forestale responsabile sul suo territorio, la possibilità di attivare un mercato credibile delle compensazioni climatiche, basato sul lavoro dei boschi e nei boschi?
Ecco quindi la nuova proposta, che potrebbe vedere come promotrici le regioni partner del Progetto LIFECO2PESandPEF, ovvero Emilia-Romagna e Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia: tutte le Regioni italiane, competenti in materia di gestione forestale attraverso la redazione dei Programmi Regionali Forestali (D.Lgs. 34 2018) e titolari della gestione dei Pagamenti per i Servizi Ecosistemici (L. 221/2015 art. 70), potrebbero essere rese protagoniste di un nuovo schema di co-gestione e vendita dei Crediti di Carbonio Forestale generati sul loro territorio. Una proposta che punta a responsabilizzare i territori nella buona gestione delle loro foreste, nella prevenzione degli incendi e degli altri danni climatici, e che potrebbe mobilizzare gli investimenti del settore privato destinandoli alla cura responsabile del patrimonio boschivo, che ricopre ormai oltre un terzo del nostro Paese.