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Pompe di calore, quanto si risparmia? Te lo spiega Green Termal Systems

Le pompe di calore sono in grado di abbassare i consumi su riscaldamento e produzione acqua calda. GreenTermal Systems fa il punto su risparmi, incentivi e diffusione tecnologica

Pompe Calore Green Termal Systems

Nel 2013, le famiglie italiane hanno speso oltre 42 miliardi di euro per l’energia di casa. Su questa spesa incide soprattutto il riscaldamento,  dove la principale fonte energetica d’alimentazione degli impianti domestici è il metano, utilizzato da oltre il 70% delle famiglie.

Il tipo di impianto più diffuso è l’autonomo, sia per riscaldare gli ambienti (lo utilizzano 66 famiglie su 100), sia per l’acqua calda (74 su 100). Altro dato interessante riportato dall’ISTAT è che, mentre la quasi totalità delle famiglie risiede in abitazioni dotate di impianto di riscaldamento degli ambienti e dell’acqua, i sistemi per il raffrescamento risultano meno diffusi; ne sono in possesso solo 3 famiglie su 10. Oggi però è possibile fare molto meglio, sia sul piano economico, sia su quello del servizio, grazie alle pompe di calore.

Ce ne parla Roberto Carnovali, AD Green Termal Systems, l’azienda del Gruppo Termal,  con sede a Milano, che coordina una rete di agenzie a copertura nazionale dedicata alla vendita dei sistemi di climatizzazione altamente tecnologici: VRF a marchio Mitsubishi Heavy Industries, la nota serie KX e le pompe di calore Hydrolution e Q-ton.

Dottor Carnovali, a che punto siamo in Italia con la diffusione della tecnologia in pompa di calore?

I sistemi in pompa di calore rappresentano il futuro del risparmio energetico. Si tratta, infatti, di una tecnologia adatta a sostituire il campo di azione delle tradizionali caldaie, diventando il centro di un unico impianto che genera il comfort tutto l’anno all’interno di una casa o di un edificio, consumando mediamente il 50% in meno rispetto alle soluzioni con caldaie a gas.

La diffusione della pompa di calore in sostituzione della caldaia, crescerà nella misura in cui ci sarà una maggiore consapevolezza dei costruttori edili, orientati maggiormente verso edifici di classe energetica più elevata e quindi verso tutte quelle tecnologie, soprattutto la pompa di calore, che facilitano l’ottenimento della classe A o superiore.

Pompe Calore HYDROlution

La pompa di calore riscalda in inverno e raffresca in estate. Un’altra esigenza è la produzione di acqua calda sanitaria. Con quale prodotto GTS affronta questa necessità?

Green Termal Systems commercializza prodotti Mitsubishi Heavy Industries tecnologicamente molto avanzati, come Hydrolution, la pompa di calore aria/acqua con tecnologia inverter per riscaldamento, condizionamento e produzione di acqua calda sanitaria ad alta efficienza energetica, nel pieno rispetto dell’ambiente grazie alla bassa emissione di CO2.
Hydrolution utilizza energia rinnovabile aerotermica contenuta in atmosfera per produrre acqua sanitaria e riscaldare gli ambienti su sistemi con pavimento radiante, ventilconvettori e persino radiatori. In estate può raffrescare e deumidificare gli ambienti attraverso il medesimo impianto idronico oppure con un sistema parallelo appositamente dedicato.
Da queste premesse, si comprende come Hydrolution sia praticamente un impianto. È dotata dei componenti circuitali principali necessari per la circolazione dell’acqua, la miscelazione, l’inversione di funzione e di un sistema di controllo e regolazione completo e sofisticato in grado di soddisfare tutte le esigenze.

In che misura la pompa di calore promette maggiore efficienza e risparmio economico?

Il vantaggio più evidente  nell’uso della pompa di calore deriva dalla sua capacità di fornire più energia (calore) di quella elettrica impiegata per il suo funzionamento in quanto estrae calore gratuito dall’ambiente esterno.
L’efficienza di una pompa di calore è misurata dal coefficiente di prestazione C.O.P. Più alto è il COP, maggiori sono l’efficienza del sistema ed il risparmio energetico ottenuto. Il COP record fornito da Hydrolution è di 4,27 (a 35° C).
Il discorso relativo al risparmio economico va fatto in relazione alle normative a cui è possibile accedere per usufruire di sconti e incentivi.
In particolare la  tariffa sperimentale D1 per le pompe di calore entrata in vigore dal 1° luglio 2014, testata in via sperimentale fino a dicembre 2016.
La Tariffa D1 è destinata agli utenti residenziali che hanno come unico sistema di riscaldamento un impianto a pompa di calore, ed è stata introdotta dall’AEEG al fine di sdoganare la tecnologia delle pompe di calore anche a livello domestico, superando la vecchia tariffa a scaglioni. All’interno del quadro normativo vanno poi considerate le agevolazioni fiscali, con l’Ecobonus del 65%, un incentivo mirato specificamente al risparmio energetico.
Con questo termine si intendono tutte le iniziative intraprese per ridurre i consumi di energia, sia in termini di energia primaria sia in termini di energia elettrica, adottando stili di vita e modelli di consumo improntati ad un utilizzo più responsabile delle risorse. Vi può accedere qualunque soggetto che sia contribuente IRPEF e IRES e il Conto Termico (DM 28 dicembre 2012), un contributo in conto esercizio che va commisurato ai kW.
Unità di misura dell’energia elettrica equivalente a 1.000 Wh (wattora), ovvero 1.000 W forniti o richiesti in un’ora.

Dottor Carnovali, ci può fornire un esempio pratico di quanto è possibile risparmiare passando dalla caldaia a una pompa di calore?

Certo, posso portare ad esempio l’analisi curata dal Politecnico di Milano, condotta dall’ing. Lorenzo Colasanti (ricercatore presso il PoliMi) e Energy & Strategy Group.
L’analisi considera come parametri di partenza una villetta monofamiliare per 4 persone; il costo dell’installazione di una caldaia a gas di 1.500 Euro + iva e il costo dell’installazione pompa di calore 10 kW di 7.500 Euro+IVA A questi costi andranno sottratti gli incentivi relativi alla Detrazione Fiscale del 65% o  del Contributo Conto Termico.
I valori cambiano a seconda dell’incentivo che si sceglie e della zona climatica in cui vive il nostro utente tipo. Il Pay-back dell’investimento di questa soluzione è molto interessante ed è quantificabile in 5/6 anni. Lascio a voi immaginare quale può essere il risparmio durante tutto il ciclo di vita dell’impianto.

Fonte: Rinnovabili.it

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Ufficio stampa Rinnovabili.it
Stefania Del Bianco
ufficiostampa@rinnovabili.it

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