Rinnovabili

PNRR e biomasse legnose, la tutela forestale passa per le filiere corte

biomasse legnose pnrr
green forest background in sunny day

21 marzo, Giornata mondiale delle Foreste. Il modo migliore per celebrare questa ricorrenza è ricordare quanto sia importante attivare politiche dedicate al patrimonio forestale nazionale e alla sua gestione attiva, sostenibile e responsabile. Gli obiettivi sono molteplici: promuovere la crescita economica e sociale delle aree interne, rurali e montane, attuando al contempo la transizione verso la decarbonizzazione delle fonti energetiche.  

Una buona notizia in questo senso è venuta nei giorni scorsi dal neo Ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli che nel corso dell’audizione alla Camera dei Deputati per presentare le linee programmatiche del Governo in tema di politiche agricole, ambientali e forestali ha dichiarato l’impegno del proprio dicastero per “Tutelare il patrimonio boschivo nazionale attraverso una corretta valorizzazione energetica delle biomasse da filiera corta”.  

Leggi anche Biomasse forestali, sono davvero sostenibili ai fini energetici?

Un impegno accolto positivamente da AIEL, Associazione italiana delle energie agroforestali, che rappresenta le imprese operanti nella filiera legno-energia e che da anni è impegnata a promuovere una responsabile, corretta e sostenibile valorizzazione energetica delle biomasse agroforestali. Utilizzare legna da ardere, pellet e cippato per il riscaldamento civile e di piccole-medie imprese comporta infatti una serie benefici socio-economici non trascurabili per il territorio, soprattutto nelle aree marginali o montane, poiché innesca la creazione di filiere corte locali di approvvigionamento del biocombustibile legnoso che operano secondo principi di economia circolare, valorizzando materiali di scarto e sottoprodotti.   

Non solo, le biomasse offrono anche un contributo dal punto di vista occupazionale: secondo uno studio del 2015 condotto dall’Austrian Energy Agency infatti per riscaldare una casa con il legno sono necessarie 23 ore di lavoro locale all’anno, un dato che, considerando i combustibili fossili, cala fino a 3 ore all’anno nel caso del gasolio e a 1,5 ore/anno nel caso del metano.  

“Siamo lieti che il Ministro abbia citato il nostro settore, riconoscendo le potenzialità di una filiera, quella ‘dal bosco al camino’ che riunisce circa 14.000 aziende e raggiunge un fatturato complessivo di oltre 4 miliardi di euro – ha spiegato Domenico Brugnoni, presidente di AIEL –. Le bioenergie impiegate nel settore del riscaldamento residenziale, in forma di legna da ardere e pellet, sono già oggi la principale fonte energetica rinnovabile impiegata nel nostro Paese, ma molto si può ancora fare per una migliore valorizzazione del patrimonio boschivo nazionale, investendo sugli anelli più deboli della catena, come il taglio boschivo e la prima lavorazione, e soprattutto sulle filiere corte. In questo senso il PNRR sarà un’occasione irripetibile: ricordiamoci che le biomasse possono dare un contributo fondamentale per la transizione energetica e la decarbonizzazione dell’economia, grazie anche alla loro programmabilità e facilità di stoccaggio”.   

Leggi anche Decreto FER2, servono nuovi iter per biomasse e geotermia

Nonostante il patrimonio forestale italiano sia cresciuto in modo consistente negli ultimi 50 anni, arrivando oggi ad occupare il 38% del territorio, è necessario programmare una sua gestione più accorta e intelligente: gli utilizzi rappresentano meno del 30% della crescita annua dei boschi, una quota ben al di sotto della media europea (RAF, 2019) che se aumentata contribuirebbe a ridurre le importazioni dall’estero.   Un risultato raggiungibile incentivando la produzione di materia prima a livello nazionale così da avere a disposizione una maggiore quota di scarti e sottoprodotti di altre lavorazioni per produrre pellet e cippato, destinando il legno di alta qualità alle costruzioni e all’arredo.

Exit mobile version