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PNIEC 2030, la pagella di ECCO boccia il Piano

Il think tank italiano ha analizzato il Piano per fornire una valutazione del suo approccio complessivo e settoriale rispetto agli obiettivi clima e alle ricadute sul sistema economico, sociale e produttivo del Paese.

PNIEC 2030
Foto di mathias70 da Pixabay

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha inviato ieri formalmente alla Commissione europea la proposta di aggiornamento del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Il testo completo, che si compone di 424 pagine, segue l’invio del 30 giugno scorso a Bruxelles dell’executive summary.

ECCO, il think tank italiano per il clima, ha analizzato il Piano per fornire una valutazione del suo approccio complessivo e settoriale rispetto agli obiettivi clima e alle ricadute sul sistema economico, sociale e produttivo del Paese.

Il giudizio è complessivamente sotto la sufficienza.

Il Piano 2023 abbandona l’approccio del PNIEC2019, considerato dal Ministero stesso come troppo ‘ottimista’ nel tradurre le politiche in obiettivi credibili. Tuttavia, il nuovo Piano offre uno scenario poco coerente con una visione di medio-lungo periodo della transizione energetica e climatica del PaeseIl quadro di politiche proposte appare complesso, ridondante e, in diversi casi, contraddittorio rispetto all’obiettivo.

Ancora debole nel Piano un impianto di governance che renda il PNIEC uno strumento attuativo ed efficace. Il meccanismo di monitoraggio, pur evidenziato nel testo, non si ricollega ad un percorso di valutazione e miglioramento del Piano nel tempo.

Si apre ora una finestra di circa un anno, per arrivare a giugno 2024 con una versione finale del Piano, frutto del dialogo tra Commissione europea e Governo, ma anche di un percorso di miglioramento per ‘innalzare ulteriormente il livello di ambizione’.

Chiara Di Mambro, Responsabile Politiche di Decarbonizzazione di ECCO, il think tank italiano per il clima, ha detto:

“La proposta di PNIEC2023 è un punto di partenza importante e mostra la volontà di un diverso approccio nel perseguire concretamente gli obiettivi energia e clima.

Nel Piano mancano però alcuni elementi chiave: una strategia di uscita dai fossili coerente con la neutralità al 2050, sia sul carbone che sul gas; politiche più incisive sulle rinnovabili, per centrare l’obiettivo G7 dell’Italia di un sistema elettrico decarbonizzato al 2035; una valutazione delle politiche sui settori non ETS, per focalizzare l’azione su quelle maggiormente efficaci, nell’ottica di valorizzare al massimo le risorse provenienti da PNRR e REPowerEU.

I prossimi mesi saranno fondamentali per prevedere dei percorsi di miglioramento del Piano, con il pieno coinvolgimento di tutti gli attori e gli Enti a più livelli coinvolti nell’attuazione. Miglioramenti che dovranno riguardare tutti i settori, includendo le dimensioni trasversali della finanza, degli impatti sociali e delle ricadute sul tessuto produttivo nazionale.”

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