Secondo la coalizione #CambiamoAgricoltura, la nuova PAC deve garantire un futuro dell’agricoltura italiana giusto, equo e sostenibile per gli agricoltori, i consumatori e l’ambiente
La PAC deve cessare di essere una politica corporativa
Oggi, 11 ottobre, si tiene in Lussemburgo una sessione a porte chiuse del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura Europea dove si discuterà anche dello stato di avanzamento della redazione dei Piani Strategici Nazionali (PSN) che ogni Stato Membro dovrà redigere entro il prossimo gennaio per l’utilizzo dei fondi della Politica Agricola Comune (PAC) post 2022, che impegnerà il 32% del bilancio comunitario con circa 400 miliardi di euro, di cui 38 miliardi destinati all’Italia.
“Non è un segnale rassicurante che i Ministri discutano di questo tema a porte chiuse” – dichiarano le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura – “Lo scorso mese con una lettera firmata insieme alle altre coalizioni europee abbiamo chiesto alla Commissione Europea di vigilare sulla trasparenza di questo processo, ma il fatto che in questa occasione il dibattito sui PSN non sia pubblico non è un segnale positivo”.
Il dibattito italiano, benché iniziato formalmente lo scorso 19 aprile, ha visto ad oggi una sola riunione operativa con il partenariato socio-economico, l’8 settembre. In questa occasione il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha presentato i primi documenti su alcuni aspetti della nuova architettura verde della nuova PAC (condizionalità rafforzata e prime proposte di Eco-schemi). Su questi documenti gli oltre 150 soggetti presenti al tavolo sono stati chiamati a formulare in 10 giorni le loro osservazioni, insieme ad una indicazione sommaria delle priorità di intervento.
“Questa modalità di consultazione del tavolo, frammentata e senza una chiara metodologia di lavoro che guidi la scelta degli interventi proposti non ci convince e lo abbiamo chiaramente espresso nelle nostre osservazioni”, affermano le Associazioni di #CambiamoAgricoltura “il Piano Strategico Nazionale è il principale strumento per la programmazione nazionale 2023-2027 della PAC e può essere l’occasione per promuovere una vera transizione ecologica dell’Agricoltura Italiana, passando dall’attuale modello intensivo con elevato impatto ambientale e sociale ad uno basato sull’Agroecologia. Ma senza un lavoro davvero condiviso e trasparente questo non potrà mai accadere”.
Le Associazioni auspicano che le osservazioni inviate da tutti i portatori di interesse siano rese pubbliche e venga data una risposta precisa alle istanze presentate, con la possibilità di opportuni approfondimenti in riunioni tematiche del Tavolo di partenariato.
La Coalizione #CambiamoAgricoltura, già in occasione della prima riunione del Tavolo di partenariato, ha presentato il suo MANIFESTO di principi e proposte per un Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022 veramente sostenibile. In queste settimane il Manifesto è stato presentato a personalità del mondo accademico e della cultura con una richiesta di adesione. Sono oltre 50 le prime adesioni illustri raccolte (elenco completo in allegato), tra cui quella del fondatore e Presidente di SlowFood, Carlo Petrini, di Fulco Pratesi Presidente onorario del WWF Italia, di Fabio Caporali decano dell’Università della Tuscia e uno dei padri dell’Agroecologia in Italia, di Paolo Barberi, docente alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Vice Presidente di Agroecology Europe. Da oggi l’adesione al Manifesto è aperta a tutti i cittadini interessati a sostenere una vera transizione ecologica della nostra agricoltura, con la possibilità della sottoscrizione su QUESTO sito web.
La raccolta delle firme da parte dei cittadini sarà promossa con una campagna di comunicazione sui social network (Facebook, Istagram e Twitter), grazie al contributo di Fondazione Cariplo.
Con il suo Manifesto la Coalizione #CambiamoAgricoltura chiede un Piano Strategico Nazionale della PAC che garantisca un futuro dell’agricoltura italiana giusto, equo e sostenibile per gli agricoltori, i consumatori e l’ambiente. Più cittadini apporranno la loro firma al Manifesto più forte sarà l’azione di lobby della società civile sul Governo e le Regioni per condizionare la redazione del documento di programmazione della PAC post 2022.
La PAC deve cessare di essere una politica corporativa, un affare esclusivo degli agricoltori e delle loro Associazioni di categoria, per diventare un interesse pubblico, di tutti i cittadini, perché incide sui nostri consumi, la nostra salute, il nostro ambiente, ossia su tutta la qualità della nostra vita.
In allegato il Manifesto per un Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022 sostenibile e le prime adesioni eccellenti.