Novità di quest’anno: il monitoraggio civico di 325 Comuni non capoluogo. 15 (il 5% circa) presentano un ottimo indice di performance ambientale e sociale. Il comune di Calenzano (Fi) 100% GPP
Una fotografia a luci ed ombre quella scattata dal monitoraggio civico contenuto nel VI Rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi di Legambiente – Fondazione Ecosistemi, in partnership con Assosistema, Novamont, Università degli Studi di Padova, AdLaw Avvocati Amministrativisti e Federparchi, per verificare l’applicazione nel 2022 del Green Public Procurement (GPP) e dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), voci che costituiscono l’indice di performance ambientale e sociale, dei Comuni italiani. Il Rapporto è stato presentato oggi nell’ambito della X edizione dell’EcoForum – organizzato da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club, con il patrocinio del MASE e della Regione Lazio – e va a completare l’indagine illustrata a maggio su 157 Stazioni Appaltanti (44 Aziende Sanitarie Locali, 99 Enti Gestori di Aree protette e 14 Centrali di Committenza Regionali).
Quest’anno il campione di analisi è composto da due sottoinsiemi di dati, che fanno riferimento all’applicazione del GPP e dei CAM nei bandi 2022, quello consueto dei Comuni capoluogo, in totale 66 e quello nuovo delle 325 amministrazioni non capoluogo. Entrambi gli ambiti vanno ad aggiornare la prima piattaforma webgis presente In Italia, una mappa interattiva che fotografa gli Appalti Verdi nel Paese. Nel primo caso, è stato possibile calcolare l’indice di performance per 38 Capoluoghi su 66, il 58% dei rispondenti, con una media dell’indice di performance GPP/CAM pari al 72%. Nonostante nessuno dei 38 Capoluoghi possa essere annoverato 100% GPP, sono 6 quelli con un indice superiore al 90%: Teramo e Savona (95%); Ragusa, Padova, Cosenza (93%) e Rimini (92%). Rispetto al Rapporto 2022 (dati 2021), ad esclusione di 3 Comuni capoluogo sui quali non è possibile fare alcun confronto, per gli altri 35 capoluoghi monitorati emerge un’immagine in chiaroscuro. Accanto ai 21 capoluoghi (il 60%) che hanno migliorato la propria performance GPP, Arezzo in testa con un balzo di 60 punti percentuali, passando dal 18% del 2021 al 78% del 2022, emergono 12 capoluoghi (il 34%) che hanno invece peggiorato la propria performance, con Pavia il capoluogo meno virtuoso con una flessione di 52 punti percentuali, passando dall’85% del 2021 al 33% del 2022. Due capoluoghi – Belluno e Cremona – hanno mantenuto lo stesso valore del 2021, con un indice GPP pari all’85%.
Novità di quest’anno è il monitoraggio civico dei Comuni non capoluogo. Sono 325 quelli esaminati con una media di performance dell’applicazione del GPP pari al 51%. Di questi, sono 15 (il 5% circa) i Comuni con performance ottime, di cui 7 quelli con un indice di performance GPP/CAM compreso tra il 95%-100%, a partire da Calenzano (Fi) comune 100% GPP e 8 quelli che hanno raggiunto un indice compreso tra il 90-95%.
Appalti Verdi, pro e contro
Nonostante la conoscenza del GPP sia ormai consolidata – al 100% nei Capoluoghi, all’82% nei Comuni – l’applicazione dei suoi criteri resta ancora complessa, più per i Comuni che per i Capoluoghi– come nel caso del criterio Plastic Free (applicato al 92% nei Capoluoghi; al 49% nei Comuni). Seguono i Criteri Sociali applicati (applicato 52% contro il 30% nei Comuni), il Gender Procurement (59% dei Capoluoghi contro il 42% dei Comuni), la formazione del personale (consolidata al 63% nei Capoluoghi, ferma al 23% nei Comuni). Il monitoraggio degli acquisti verdi resta la criticità principale, con un’applicazione del 19% nei Capoluoghi e solo del 5% nei Comuni. Nonostante le difficoltà, è importante considerare i benefici dell’applicazione del GPP, i principali dei quali sono l’impatto positivo a livello territoriale dal punto di vista ambientale e/ o sociale e la riduzione dei costi di gestione ambientale (es. rifiuti, energia).
CriteriCAM, pro e contro
Precorrendo i tempi di applicazione, nel monitoraggio 2023 dell’Osservatorio Appalti Verdi, ai 17 criteri previsti per i CAM è stata aggiunta la valutazione di un criterio, quello relativo al CAM eventi (entrato in vigore il 17 dicembre 2022). Sulla base delle risposte ricevute, risulta che nei Capoluoghi il 58% abbia previsto tali criteri, mentre nei Comuni solo il 26% (il 32% in meno) motivo per cui, nell’ambito dell’EcoForum è stata prevista per oggi, dalle 14.30 alle 16.30, una formazione per i Comuni sul CAM Eventi. Rispetto all’applicazione degli altri 17 criteri CAM spicca in positivo, per entrambe le categorie monitorate, la presenza di imprese rispondenti ai requisiti CAM, a dimostrazione che quello privato si dimostra un settore più resiliente alle sfide della transizione ecologica, trovando soluzioni al passo con le politiche green e virtuose, nazionali ed europee. Segue la fornitura di carta e di apparecchiature multifunzionale/stampanti, il CAM Illuminazione Pubblica – fornitura /progettazione e il CAM Gestione rifiuti per quanto riguarda i Comuni, mentre il CAM fornitura servizi di pulizia per i Capoluoghi.
Per quel che riguarda le criticità, la stesura dei bandi e la mancanza di formazione del personale dipendente rappresentano quelle principali. A seguire, hanno riscontrato più difficoltà nell’applicazione i CAM fornitura Calzature da lavoro, articoli e accessori in pelle (DM 17 Maggio 2018) ed il CAM Prodotti tessili (DM 30 giugno 2021).
“Il GPP ed i Criteri Ambientali Minimi rappresentano il telaio su cui poggia la transizione ecologica – dichiara Andrea Minutolo, Responsabile scientifico Legambiente – Molto è stato fatto, e la presenza di un Comune non capoluogo 100% GPP ne è la dimostrazione, ma ancora tanto c’è da fare. Infatti, in un contesto come quello attuale, caratterizzato dalla crisi climatica e dalla risposta che in parte ad essa viene data dal PNRR, il tema degli appalti verdi diventa centrale. Per assicurare la migliore applicazione delle risorse a disposizione, è fondamentale adottare un approccio scientifico, quale è l’indice di performance ambientale e sociale elaborato dall’OAV, che responsabilizza ed incoraggia le Pubbliche Amministrazioni a cambiare approccio e adottare servizi validi sotto il punto di vista ambientale”.
12 Proposte dell’Osservatorio Appalti Verdi
Formazione, comunicazione e conoscenza su questi 3 asset si basano le 12 proposte per rendere il GPP una pratica consolidata e non solo un “buono strumento” appannaggio di poche amministrazioni, che l’Osservatorio Appalti Verdi ha ribadito nel corso dell’EcoForum:
- investire nel personale con nuove assunzioni e con percorsi di formazione specifica;
- adottare strumenti di monitoraggio dei CAM e delle politiche del GPP;
- estendere il campo d’applicazione del GPP, individuando altre categorie merceologiche;
- accelerare la definizione di CAM relativi ai servizi ambientali;
- rafforzare la capacità istituzionale nel diffondere il Green Public Procurement per garantire l’adozione dei (CAM) negli appalti pubblici:
- prevedere della task force regionali formate sul GPP, sui CAM e il DNSH (Do no Significant Harm), per evitare le strozzature di sistema dovute alla carenza di formatori;
- estendere l’utilizzo della Valutazione dei Costi del Ciclo di Vita (LCC);
- adottare per le Pubbliche Amministrazioni (PA) un Piano d’Azione GPP;
- raccordare il GPP con il DNSH per la PA e i privati
- attivare la collaborazione con la rete dei RUP e con le associazioni delle amministrazioni locali, della sanità e del mondo della scuola (fino all’Università);
- creare programmi di cooperazione con Università e Ordini Professionali;
- creare programmi di cooperazione con le Camere di Commercio.
“I Criteri Ambientali Minimi – dichiara Silvano Falocco, Direttore della Fondazione Ecosistemi – sono uno strumento fondamentale per la realizzazione degli obiettivi stabiliti dal Green Deal: riduzione delle emissioni di gas serra, rafforzamento dell’economia circolare, tutela della biodiversità. L’Italia, che ancora oggi è il paese guida per rendere il GPP obbligatorio in Europa, deve rimuovere tutti gli ostacoli che ne ritardano l’applicazione. Peraltro, l’adozione dei CAM è propedeutica al rispetto dell’approccio DNSH, ovvero “non arrecare un danno significativo all’ambiente”, senza il quale non arriveranno le risorse previste dal PNRR. Èper questo che vanno messe subito in campo attività di formazione e affiancamento rivolte a tutti gli operatori, innanzitutto quelli delle Pubbliche Amministrazioni.