Rendere la propria abitazione smart conviene perché ne si aumenta il valore e si riducono i costi di esercizio, oltre ad inquinare meno l'ambiente. Come si trasforma concretamente un alloggio in una smart home: quali interventi, decisi come e a chi ci si può rivolgere? Come si fa a calcolare il ritorno dell'investimento: riduzione dei costi di esercizio aumento del valore commerciale dell'immobile? Sono le domande a cui MCE Lab dà alcune risposte
Partiamo dal concetto di smart building: dal punto di vista dell’efficienza energetica gli edifici vengono considerati intelligenti quando dotati di capacità tecnologiche per la gestione efficiente degli usi e consumi energetici, oltre che per la regolazione dei parametri fisici associati al benessere ambientale. Trasformare un’abitazione in una casa smart oggi è facile e i costi si ammortizzano rapidamente diventando un bel risparmio sui costi di gestione di illuminazione, raffrescamento e riscaldamento. La tecnologia permette inoltre il monitoraggio delle prestazioni degli impianti e la possibilità di interventi di manutenzione da remoto in caso di malfunzionamento delle apparecchiature.
“Il primo passo indispensabile per trasformare la propria abitazione in smart è rivolgersi ad una figura che abbia competenze e una visione trasversale sui differenti interventi possibili”, afferma Giuliano Dall’Ò, Coordinatore di MCE Lab e professore del Politecnico di Milano Diciamo subito che non esiste ancora un’unica figura specifica, si dovrà quindi costruire una visione d’insieme e partire da un professionista dell’ambito prioritario dell’intervento. Nell’ambito residenziale questa figura è certamente diventata quella dell’elettricista, anche perché è lui che deve rilasciare il certificato di conformità. Sarà lui poi a confrontarsi con un impiantista o un termotecnico in caso di necessità.
Gli ambiti d’intervento possono variare anche in funzione del tipo di abitazione: le case indipendenti e le piccole strutture permettono interventi più ampi e strutturali, un appartamento in condominio pone certamente alcuni limiti, ma la tecnologia li ha ridotti e gli sviluppi sono continui. I principali interventi riguardano le fonti energetiche usate, il loro approvvigionamento, il loro utilizzo e la loro gestione in relazione agli apparecchi e impianti collegati, il tutto per la gestione dell’illuminazione, del raffrescamento e del riscaldamento. Le tecnologie di raccolta dati come sensori e contatori intelligenti acquisiscono dati sull’uso dell’energia e altre condizioni che influiscono sull’uso della stessa (come, ad esempio, l’uso di caldaie e climatizzatori). Questi dati vengono utilizzati dai dispositivi smart (sempre più presenti anche negli apparecchi stessi) in grado di apportare le opportune modifiche delle loro performance ottimizzando luso dell’energia e quindi diminuendo i consumi e i relativi costi.
Di seguito illustriamo alcuni esempi di interventi fattibili senza entrare in quelli strutturarli dell’edificio, come la ventilazione meccanica controllata, gli interventi di coibentazione e gli infissi.
Avere un sistema di gestione degli infissi esterni, che apre le tapparelle quando c’è il sole in inverno e le chiude in estate, permette di risparmiare sui costi di gestione del sistema di raffrescamento e riscaldamento che, a seconda delle esposizioni, può arrivare al 10%. Se questo sistema è accoppiato ad un sistema di gestione della temperatura che si regola in funzione delle condizioni esterne e della presenza delle persone, il risparmio può raddoppiare. La programmazione delle temperature allinterno dei locali dell’abitazione è uno degli elementi chiave per poter ottenere risparmi energetici significativi, perché i sistemi di raffrescamento e riscaldamento sono in assoluto i più energivori: adottare quindi una soluzione che permetta una gestione intelligente e programmabile anche da remoto, come le valvole termostatiche evolute collegate con il wireless che consentono di controllare i locali individualmente e di programmare temperature e orari differenziati in funzione dell’utilizzo, consente risparmi che possono ridurre fino al 40% i costi se opportunamente integrati in un contesto di gestione complessiva, con l’adozione di apparecchi e sistemi in classe A. Interventi di questo genere possono richiedere investimenti intorno agli 8.000 € per un appartamento di circa 100 mq., che agevolati dall’incentivo fiscale del 50% si riducono a circa 4.000 €.
Questi interventi permettono di migliorare molto il comfort abitativo, di ridurre le emissioni nocive dei nostri impianti e anche di risparmiare molto sui costi di gestione. “Abbiamo fatto una simulazione basandoci su un appartamento di 100 m2 – illustra Dall’Ò – considerando i prezzi dell’energia del mese di aprile, che sono più bassi dei mesi precedenti, quindi siamo stati cautelativi, ma se i prezzi dell’energia e del gas dovessero nuovamente aumentare anche i risparmi sarebbero maggiori”. Secondo i dati di ARERA un utente medio con impiego di 6 kW spende circa 2.000 €/anno, con un sistema smart ben utilizzato il costo si ridurrebbe del 40%, con un risparmio di circa 800€/anno. Ipotizzando che lo stesso appartamento sia riscaldato con un sistema a gas, il costo di riscaldamento più acqua calda è pari a circa 1.100 €/anno e il risparmio ottenibile con il sistema smart di circa il 20%, corrispondente ad una cifra intorno ai 200 €/anno, per un totale di un migliaio di € all’anno nella più conservativa delle ipotesi.
Sul fronte dell’approvvigionamento energetico, adesso è possibile dotarsi di pannelli fotovoltaici anche se si vive in condominio (abbiamo già visto anche soluzioni di pannelli da balcone e terrazzo); avendo in Italia un’ottima insolazione è possibile ottenere una buona produzione di energia con bassi investimenti. Con un pannello di circa 1,5 mq. con una buona esposizione verso Sud è possibile produrre circa 250-300 kWh all’anno, con una maggior produzione nei mesi estivi, proprio quelli in cui si usa di più il condizionatore. Con un costo fra acquisto e installazione di circa 1.000 € grazie alla detrazione fiscale del 50%.
Ma non solo. Da una recente ricerca di Smart Building Alliance, l’associazione che supporta tutti gli attori del settore edile, degli enti pubblici e privati e delle istituzioni per lo sviluppo degli edifici intelligenti, è stato appurato che il ricorso ad impianti digitali d’automazione per la regolazione dei consumi garantisce una riduzione fino al 30% dei consumi energetici, che sono quelli che determinano la classe energetica dell’immobile. Unendo questo dato allo studio realizzato da Immobiliare.it sugli immobili situati in nord Italia che ha evidenziato come il passaggio della casa dalla classe energetica G alla D ha provocato un aumento del valore dell’immobile fino al 18% e il raggiungimento della classe energetica A può far aumentare il valore della casa fino al 40%, abbiamo un altro motivo anche di convenienza economica che conferma il vantaggio di rendere il proprio appartamento smart.