Gruppo CAP è tra i fondatori della comunità dei gestori dei servizi idrici italiani. Per migliorare l’efficienza della gestione dell’acqua sul territorio nazionale servono investimenti in tecnologie digitali come Intelligenza Artificiale, Digital Twin e IIoT
La trasformazione digitale del settore idrico
Investire in tecnologie digitali per migliorare l’efficienza e la sostenibilità del servizio idrico. Questa è la sfida che il Gruppo Acqua della Fondazione per la Sostenibilità Digitale intende affrontare con la creazione della Community Italiana delle Acque, la comunità che riunisce alcuni dei maggiori gestori del servizio idrico integrato del Paese. Costituita da Gruppo CAP, la green utility che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, insieme a Italgas, MM e Acquedotto Pugliese, la Community intende promuovere l’innovazione digitale tenendo conto delle diverse esigenze del territorio italiano.
La Community Italiana delle Acque è stata presentata oggi in occasione del convegno “Sustainable Water: il ruolo del digitale nella gestione sostenibile della risorsa idrica”, organizzato dal Gruppo Sustainable Water della Fondazione per la Sostenibilità Digitale presso la sede di Gruppo CAP a Milano.
“Il contesto geopolitico internazionale e la crisi climatica hanno messo in luce in modo molto chiaro la vulnerabilità dei nostri modelli economici e l’esposizione al rischio delle nostre risorse essenziali, ha commentato Alessandro Russo, amministratore delegato di Gruppo CAP. Chi gestisce il servizio idrico ha evidentemente una responsabilità strategica verso uno dei beni fondamentali per la vita e per l’economia ed è chiaro come oggi la trasformazione digitale che investe tutti i mercati, sia diventata una questione fondamentale anche per il settore dell’acqua”.
Il primo passo è stato quello di realizzare il position paper “Sustainable Water”, un documento articolato che analizza le diverse tecnologie digitali per il settore delle acque e come queste, applicate a 14 casi d’uso analizzati nel paper, possano diventare decisive per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità di Agenda 2030.
Oggi la situazione del servizio idrico in Italia è molto differente da regione a regione e da territorio a territorio: la dispersione lungo la rete idrica nazionale va dal 14% di Milano al 72% in alcune zone del Sud Italia, con una media che si attesta al 42%. In più del 50% dei Comuni Italiani le perdite idriche totali sono superiori al 35% dei volumi immessi in rete (dati ISTAT). Il motivo? Circa il 60% della rete nazionale ha più di 30 anni e il 25% più di 50 anni. In Lombardia, dove si è parlato spesso di richiedere lo stato di emergenza a causa della siccità, Il livello di dispersione idrica si attesta in media al 23,4%.
“Perdite idriche, depurazione, riduzione dei consumi energetici, sono solo alcuni dei temi su cui la digitalizzazione può giocare un ruolo chiave. Servono investimenti in tecnologie digitali per consentire al servizio idrico integrato di fare un salto simile a quello già fatto dal settore elettrico, in cui automazione e misurazione in tempo reale dei consumi e monitoraggio della rete sono oggi possibili grazie alle tecnologie più avanzate. Senza dimenticare, soprattutto oggi con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, che l’innovazione tecnologica è prima di tutto una rivoluzione sociale: per questo, occorrerà sostenerla con un processo di transizione digitale, per fornire ai professionisti del futuro le competenze necessarie a interpretare al meglio le sfide del settore”, ha concluso Russo.
“Crediamo fortemente in un approccio sistemico che coinvolga tutti i gestori del Servizio Idrico Integrato del Paese, non solo per la forte spinta all’innovazione tecnologica che questo produrrebbe, ma anche per come gli operatori potrebbero utilizzare la leva del digitale per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, ha spiegato Stefano Epifani, Presidente della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. L’auspicio è quindi quello di instaurare un dialogo costruttivo e un processo collaborativo fra tutti i gestori del Servizio Idrico Integrato italiano, che tenga conto delle diverse esigenze territoriali del nostro paese e che sia capace di evolversi e arricchirsi grazie al contributo di tutti i partecipanti”.
Gruppo CAP da sempre crede nell’innovazione tecnologica e investe costantemente in ricerca e sviluppo per migliorare l’efficienza del proprio servizio. Già oggi CAP registra una dispersione del 18,2%, sensibilmente inferiore alle media nazionale, e anche alla media europea (23%) e mira a ridurla ulteriormente fino al 15% entro il 2033. CAP impiega tecniche innovative per la ricerca e il contrasto delle perdite, come le immagini SAR (Synthetic Aperture Radar, una speciale tecnica radar che consente di ottenere immagini ad alta risoluzione da grande distanza), l’utilizzo di sensori acustici fissi che rilevano il rumore proveniente dalle condotte idriche e di software per la modellazione in tempo reale delle reti acquedotto. Ha inoltre sviluppato un sistema di supporto alle decisioni che, per mezzo dell’incrocio dei dati in tempo reale, restituisce un indicatore di priorità per la pianificazione degli interventi.
Per migliorare l’efficienza e la sostenibilità del settore occorre necessariamente per i gestori fare rete, perseguendo una sempre maggior razionalizzazione e ottimizzazione della gestione e delle risorse, attraverso l’acquisizione di maggior know how digitale e maggiori investimenti in tecnologia e innovazione. Le tecnologie digitali supportano il mondo dell’acqua agendo su più livelli. Il primo è quello delle tecnologie che gestiscono il ciclo di vita degli acquedotti e degli impianti (sistemi GIS, Geographic Information System, che CAP ha adottato da diversi anni) e, attraverso le tecnologie Industrial Internet of Things (IIoT), la banda larga e il cloud, il loro funzionamento. Il secondo riguarda le tecnologie in grado di ottimizzare i processi, ripensare i metodi di lavoro tradizionali attraverso le analisi predittive basate principalmente su Intelligenza Artificiale, Machine Learning, Edge Computing, Big data, e Block chain. Il terzo livello è quello degli Ecosistemi digitali, in grado di rappresentare a livello digitale la realtà fisica degli asset e i loro comportamenti, consentendo l’interazione tra tecnologie e persone (Digital Twin, Smart Meter, Banda larga, 5G, servizi cloud).
Numerosi sono i campi di applicazione del digitale: dall’individuazione e contenimento delle perdite idriche, un grave problema in Italia, alla rilevazione dei consumi anomali e delle frodi, alla previsione della domanda dei consumi, all’ottimizzazione delle pressioni e del consumo energetico lungo il ciclo di vita dell’acqua, alla determinazione dell’indice di rischio di rottura delle tubazioni, fino alla capacità di indirizzare in modo mirato gli investimenti di sviluppo e ammodernamento della rete. Questi sono solo alcuni esempi in cui il Digitale è in grado di conseguire obiettivi di efficienza, efficacia e sostenibilità, in particolare quando si parla di garantire l’accesso all’acqua pulita e ai servizi igienici, alla salute delle persone, allo sfruttamento efficiente delle risorse e alla protezione degli ecosistemi.