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Maker Faire Rome e UniCredit presentano “La sfida della Sostenibilità Digitale”

Maker Faire Rome

La rivoluzione digitale ha portato a rapidi cambiamenti tecnologici, trasformando sia il modo in cui le società funzionano sia l’impatto che quelle stesse società esercitano sul Pianeta. 

Una nuova ricerca a cura di Maker Faire Rome e UniCredit, realizzata da Ipsos, fotografa il modo nel quale la digitalizzazione sta trasformando il nostro mondo e come questa trasformazione possa essere governata al meglio per raggiungere gli obiettivi di Agenda 2030.

La definizione “rivoluzione digitale”, usata per descrivere un radicale cambiamento tecnologico, è entrata ormai nel dibattito pubblico a livello globale. Se è sempre più evidente l’importanza dei cambiamenti digitali come forza trainante della trasformazione della società, è altrettanto vero che l’Agenda 2030 e i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS), adottati dalle Nazioni Unite nel 2015 e che forniscono una narrativa ambiziosa e un’agenda attuabile da raggiungere entro il 2030, raramente menziona la digitalizzazione. Lo stesso vale per l’Accordo di Parigi sul clima, nel quale alla trasformazione digitale si accennava soltanto marginalmente.

Eppure, la digitalizzazione può influire, in modo decisivo, il raggiungimento degli SDGs.

“La trasformazione digitale sta modificando radicalmente tutte le dimensioni delle società e delle economie globali e probabilmente cambierà l’interpretazione del paradigma della sostenibilità stesso. La digitalizzazione non è solo un processo che può essere adottato per affrontare le sfide della sostenibilità ma, anche, fondamentale come motore di un cambiamento dirompente su più livelli”, afferma Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma.

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“La sostenibilità è diventata mainstream, e per fortuna, direi! Siamo ormai tutti costantemente alla ricerca di modi per diventare più eco-compatibili e capire come possiamo fare la nostra parte per limitare il nostro impatto sull’ambiente o rimediare, dove possibile, ai danni già fatti. Nessuna industry è rimasta indietro, l’attenzione al tema è altissima e molte aziende e organizzazioni si sono già mosse per implementare prodotti la cui “impronta” sia il più leggera possibile. In Maker Faire Rome – The European Edition, lavoriamo da sempre per sensibilizzare, valorizzare queste pratiche e offrire impulso anche a scelte politiche rivolte a minimizzare e ridurre quanto più possibile gli impatti sull’ecosistema. La stessa manifestazione ha abbracciato i valori della sostenibilità: fin dal 2019, infatti, Maker Faire Rome è un evento “carbon neutral”. Un piccolo segno che crediamo possa essere di grande ispirazione”, gli fa eco Luciano Mocci, Presidente di Innova Camera, l’Azienda Speciale della Camera di Commercio di Roma che cura e organizza “Maker Faire Rome – The European Edition”.

Giuseppe Zammarchi, Head of Group Sustainability UniCredit, ha commentato: “Siamo lieti di aver sostenuto la ricerca “Le Sfide della Sostenibilità Digitale” poiché rappresenta appieno l’impegno e gli obiettivi strategici della nostra Banca. In UniCredit, i fattori ESG sono sempre più integrati in tutte le nostre aree e funzioni, a testimonianza di come la sostenibilità sia parte del DNA del nostro Gruppo. La digitalizzazione e l’adozione di nuove tecnologie sono per noi elementi fondamentali e coerenti con questo approccio: compiere le giuste scelte in un tempo utile, creare nuovi processi e semplificare sono azioni decisive per il successo del nostro business e giocano un ruolo chiave per il conseguimento di un vantaggio competitivo duraturo nell’offerta di servizi che forniamo ai nostri clienti”. 

Nella ricerca “Le Sfide della Sostenibilità Digitale”, a cura di Maker Faire Rome e UniCredit, Ipsos ha esaminato le principali opportunità e sfide che le tecnologie digitali pongono al raggiungimento degli SDGs, individuando due aspetti chiave nella relazione tra la rivoluzione digitale e la sostenibilità: “gli impatti ambientali delle nuove tecnologie” e “la sostenibilità come driver di sviluppo e di mercato”.

Si tratta di due temi che aprono a riflessioni critiche, che devono essere affrontate per massimizzare le opportunità e ridurre al minimo i rischi della digitalizzazione verso un futuro sostenibile per tutti.

 Negli ultimi vent’anni, la digitalizzazione ha funzionato come acceleratore di processi economici che sono ancora prevalentemente basati sull’energia fossile e sull’estrazione di risorse. Tuttavia, se le correzioni di rotta avranno successo, l’impatto dirompente della digitalizzazione sulla sostenibilità potrà essere sfruttato per accelerare e migliorare una trasformazione della sostenibilità. 

La ricerca, realizzata da Ipsos, intende evidenziare i “collegamenti possibili” tra digitalizzazione e sostenibilità”, spiega Enzo Risso, direttore scientifico Ipsos. La ricerca sottolinea che ci troviamo in una nuova era nella storia umana caratterizzata da sistemi digitali come l’intelligenza artificiale e il deep learning che migliorano – e alla fine completeranno o, forse, supereranno – le capacità cognitive umane in determinate aree. La ricerca evidenzia l’importanza che le trasformazioni in ottica di sostenibilità siano sviluppate, implementate e riconsiderate in questo nuovo contesto e che la sostenibilità stessa sia considerata un “obiettivo intermedio” verso un futuro adeguatamente bilanciato per tutti, piuttosto che come un fine in sé.

Un’ulteriore considerazione riguarda la possibilità che le tecnologie digitali possano consentire una rivoluzione dirompente verso un futuro sostenibile sotto il profilo ambientale. Secondo il rapporto, queste tecnologie possono essere vantaggiose su molti fronti, inclusa la decarbonizzazione in tutti i settori e la promozione di economie circolari e condivise. Tuttavia, questo processo probabilmente richiederà un’inversione radicale delle tendenze attuali per armonizzare i potenziali dirompenti della digitalizzazione con i percorsi verso la sostenibilità. 

A questo proposito, la ricerca evidenzia il bisogno di politiche di regolamentazione, incentivi e cambiamenti di prospettiva, ma anche la necessità di governare al meglio questo processo, per gestire gli effetti dirompenti della digitalizzazione, che stanno sfidando le capacità di assorbimento delle nostre società e moltiplicando le occasioni di revisione dei modelli – culturali, politici, di business – a noi familiari.

Gli autori evidenziano inoltre l’importanza della sostenibilità come driver di sviluppo e di mercato. 

Come l’elemento, in sostanza, capace di aprire la strada a un salto di qualità per la stessa civiltà umana su una varietà di fronti, compresi quelli commerciali e di business, riannodando i fili con il mercato riguardato non come entità a sé ma come somma di individui, e sviluppando modelli partecipati di sviluppo e crescita che siano capaci di obbedire pienamente ai valori della sostenibilità nella sostanza, oltre che nella forma.

 La ricerca richiama l’attenzione sulla necessità per gli imprenditori, le aziende e gli attori della società civile di intensificare i loro sforzi per comprendere e spiegare i molteplici effetti dei sistemi digitali e anticipare cambiamenti strutturali di vasta portata, abilitando così le condizioni per una trasformazione in ottica sostenibile capace di realizzarsi appieno. 

La sfida è costruire società della conoscenza responsabili, resilienti, adattive e inclusive, secondo modelli capaci di superare il dualismo top-down/bottom-up, per riscrivere la governance culturale ed economica della sostenibilità.

 La ricerca “La Sfida della Sostenibilità Digitale” sarà presentata il prossimo 14 e 15 luglio online su Webex.

Prima sessione: mercoledì 14 luglio, 11.00 – 12.30 

“Gli impatti ambientali delle nuove tecnologie

Link per la partecipazione > https://bit.ly/3dRqOiE   E’ richiesta la registrazione.

Seconda sessione: giovedì 15 luglio, 11.00 – 12.30 

“La sostenibilità come driver di sviluppo e di mercato”

Link per la partecipazione > https://bit.ly/3wn6qfR   E’ richiesta la registrazione.

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