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Covid-19 spinge anche nel 2021 il lending crowdfunding energetico

La crisi economica e sociale innescata dalla pandemia ha rimesso al centro dell’attenzione il tema dell’accesso al credito per le piccole e medie imprese, spingendo il lending crowdfunding nel 2020 e continuando a spingerlo anche quest’anno: la proiezione di Ener2Crowd.com per il 2021 è di 408 milioni di euro di raccolta in Italia.

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Foto di Tumisu da Pixabay

La crisi economica generata dal Covid-19 ha dato una spinta al crowdfunding energetico. «All’equity ma soprattutto al lending» evidenziano gli analisti di Ener2Crowd.com, la prima piattaforma italiana di lending crowdfunding energetico ed ambientale.

L’equity-based crowdfunding —il modello partecipativo in cui il finanziatore acquista una quota proprietaria del business in cambio della sua disponibilità di capitale di rischio— continua ad andare, ma con questa crisi a sfondare è il lending crowdfunding, il prestito alle imprese da parte dei piccoli e medi investitori.

Secondo le proiezioni realizzate da Ener2Crowd.com basandosi su dati del Cambridge Centre for Alternative Finance e della School of Business and Law dell’Università di Agder, nel 2021 il lending crowdfunding salirà a 408 milioni di euro.

Ed a sperimentare la crescita maggiore nell’ambito del lending sarà il settore «energy», legato quasi sempre alla Green Economy, all’ambiente ed all’eticità degli investimenti, come accade sulla piattaforma Ener2Crowd.com.

«Guardando l’evoluzione dei dati raccolti nel 2020 ed i primi dati relativi a gennaio 2021, il mercato dell’energy lending crowdfunding continua a crescere ad un ritmo sempre maggiore ed è un risultato eclatante, tenuto conto che siamo nel pieno della crisi economica innescata dalla pandemia» sottolinea Niccolò Sovico, ceo, ideatore e co-fondatore di Ener2Crowd.com, scelto da Forbes come uno dei 30 talenti globali under-30 del 2020.

«Per i prossimi mesi —prosegue Niccolò Sovico attendiamo ancora una grandissima richiesta di liquidità da parte delle piccole e medie imprese italiane. Già in queste prime settimane del 2021 abbiamo visto una accelerazione delle richieste di finanziamento e stiamo continuando a muoverci ad un ritmo di oltre 100 mila euro al giorno, riuscendo così ad erogare i finanziamenti in tempi record».

Ener2Crowd.com —e più in generale le piattaforme di energy lending crowdfunding— si candidano quindi ad essere un volano per la ripartenza, un canale per le aziende che abbiano urgente bisogno di accedere a nuova liquidità.

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La piattaforma eroga finanziamenti da parte del “crowd” verso aziende che operano nel settore della Green Economy, con una prospettiva di 3,6 milioni per il 2021.«Crediamo fermamente nel valore dell’innovazione che l’ecosistema fintech può portare alle persone ed alla società» ribadisce Giorgio Mottironi, cso e co-fondatore di Ener2Crowd.com nonché chief analyst del GreenVestingForum.it.

Lo scenario era imprevedibile anche solo un paio di anni fa.«Nel 2020, invece, abbiamo erogato mediamente 300 mila euro al mese di finanziamenti da parte del “crowd” verso aziende che operano nel settore della Green Economy» puntualizza Mottironi.

«È inconfutabile che la crisi economica e sociale innescata dalla pandemia abbia riportato al centro dell’attenzione il tema dell’accesso al credito per le piccole e medie imprese. Noi abbiamo da parte nostra abbiamo messo in campo tutte le iniziative possibili per aiutare le aziende a superare l’emergenza» aggiunge Niccolò Sovico.

Senza contare l’altro lato della moneta ossia la copiosa folla dei “cassettisti” italiani, quei risparmiatori che da sempre puntano sugli investimenti più sicuri possibili (oggi forse molto meno sicuri) quali immobili e titoli di Stato. E sono proprio loro i primi in fuga dai prodotti finanziari che non sono più solidi come un tempo e che danno sovente rendimenti negativi o comunque irrisori.

Sempre più risparmiatori guardano dunque al lending come ad un possibile sbocco per i loro capitali. Capitali che in Italia ammontano complessivamente all’impressionante cifra di 4.200 miliardi di euro di cui 1.500 miliardi sono addirittura fermi sui conti correnti.

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Stiamo parlando di 70 mila euro pro-capite. «Anche solo il 10% di questa ricchezza investita nella sostenibilità ambientale ed energetica —su Ener2Crowd.com ad esempio— porterebbe ad una crescita del 6% all’anno, più dell’intera economia Cinese prima del Coronavirus» dichiara Giorgio Mottironi.

Ci guadagnerebbero tutti e subito, beneficiando di guadagni diretti e redistribuiti che grazie ai benefici ambientali e fiscali sarebbero ancora una volta distribuibili e riutilizzabili per investimenti o per ridurre la pressione fiscale. «E si tratterebbe appena di un modesto 10% dei risparmi degli italiani, ossia di circa 7.000 euro per abitante, dai quali risulterebbe anche un gettito diretto per le casse dello Stato pari a 2 miliardi di euro l’anno» conclude Mottironi.

«Ma —al di là dei cassettisti— investire con Ener2Crowd.com è come investire sul futuro» sottolineano in azienda. Ed è proprio guardando alle prossime generazioni che la piattaforma lancia ora i «Progetti Next Generation» consentendo agli under 24 che usano il portale di mantenere per la durata dell’intera campagna un rendimento aggiuntivo del +0,5%.

D’altra parte le piccole e medie imprese italiane hanno oggi più che mai difficoltà di accesso al credito e se vogliono sopravvivere devono propendere a ricorrere al lending crowdfunding come l’unica risorsa che può garantire loro in tempi brevi la liquidità di cui hanno bisogno.

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«Nel contesto globale dell’energy lending crowdfunding il boom più eclatante rimane comunque quello della Cina con ben 608,12 miliardi di dollari di raccolta pari all’85,8% dell’intero mercato mondiale (708,76 miliardi di dollari). Sul podio —ma ben distanziati— anche gli Stati Uniti con una quota di mercato del 10,3% e la Gran Bretagna che è terza con l’1,88%» concludono gli analisti di Ener2Crowd.com, basandosi sugli studi condotti dai ricercatori Tania Ziegler e Bryan Zheng Zhang del Cambridge Centre for Alternative Finance dell’Università di Cambridge e Rotem Shneor, della School of Business and Law dell’Università di Agder, in Norvegia.