L’allarme di ASSITOL, l’Associazione Italiana dell’industria olearia
Estendere a tutti i produttori di biocarburanti liquidi sostenibili lo sconto sull’accisa già garantito al gasolio commerciale e, con la conversione in legge del Decreto “Rigassificatori”, anche all’HVO. A chiederlo è il Gruppo Biodiesel di ASSITOL, che vede nell’equiparazione fiscale tra biofuel e gasolio commerciale un passo decisivo per accelerare la decarbonizzazione, in particolare nel settore dei trasporti pesanti.
Il problema nasce da una norma del provvedimento, appena approvato in via definitiva al Senato, che amplia l’agevolazione fiscale già esistente per il gasolio commerciale, utilizzato per il trasporto merci e passeggeri, soltanto all’HVO, biocombustibile ottenuto attraverso l’idrogenazione degli idrocarburi, escludendo così, senza alcuna valida ragione, tutti gli altri biocarburanti liquidi sostenibili. Una decisione che ha destato perplessità tra gli operatori del settore, proprio perché tale agevolazione ora viene autorizzata soltanto per una singola fonte rinnovabile. Si viene così ad alterare la concorrenza tra i produttori di biocarburanti, mettendo in difficoltà le società di trasporto commerciale, costrette a scegliere tra il gasolio commerciale e l’HVO pur di godere della riduzione dell’accisa.
Per il Gruppo Biodiesel di ASSITOL, è evidente che ciò comporta un pesante svantaggio competitivo per il biodiesel, creando un’iniqua alterazione del mercato di riferimento. “Limitare l’agevolazione sull’accisa al solo HVO, prodotto da pochissime aziende, appare del tutto ingiustificato – spiega Joern Schneider, presidente del Gruppo Biodiesel – e si pone in netto contrasto con la possibilità di immettere in consumo biocarburanti liquidi sostenibili in purezza, stabilita dal D.Lgs. 199/21, che promuove la produzione di energia da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti”.
Il biodiesel è prodotto principalmente dalla lavorazione di scarti, come l’olio di frittura, oppure i sottoprodotti degli oli vegetali. Inoltre, grazie al processo di transesterificazione, che abbatte in modo significativo l’impatto dei costi di produzione sul prodotto finale, è economicamente sostenibile. Attualmente, la capacità produttiva italiana di biocarburanti è di circa 2.200.000 tonnellate, suddivise tra biodiesel e HVO, mentre il consumo degli ultimi anni si attesta tra il 90% di biodiesel e 10% di HVO. “Siamo altamente sostenibili non soltanto dal punto di vista ambientale ma anche economico – . Il biodiesel è il primo biocarburante utilizzato su larga scala da oltre 20 anni e, da allora, la tecnologia ed il prodotto stesso si sono evoluti grazie a continui investimenti, migliorandone la sostenibilità e l’efficienza tecnica. Milioni di tonnellate all’anno di questo biocarburante in purezza sono già state impiegate sia in Italia che in Germania”. Questo biocarburante “è da tempo a disposizione del mercato, su tutto il territorio italiano, e potrebbe essere utilizzato agevolmente nel trasporto pesante in alternativa al gasolio commerciale”.
Inoltre, numerose ricerche hanno confermato che il biodiesel può diminuire le emissioni dannose per la nostra salute, come lo zolfo e le polveri sottili, in particolare PM10 e PM2,5, che provocano l’inquinamento urbano e causano problemi all’organismo. Per tali ragioni, è uno dei biocarburanti ideali per decarbonizzare i trasporti.
“L’estensione dell’agevolazione fiscale a tutti i biocarburanti liquidi sostenibili accelererebbe la transizione ecologica della mobilità commerciale – conclude Schneider – l’Italia, che ha obiettivi molto ambiziosi proprio sulla sostenibilità dei trasporti, potrebbe contare su un alleato molto efficace, capace di creare nuove opportunità economiche per il Paese”. Per queste ragioni, Il Gruppo Biodiesel di ASSITOL chiede al Governo di “correggere al più presto la Legge Rigassificatori, imponendo lo stesso regime fiscale a tutti i biocarburanti liquidi sostenibili”.