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Lavazza presenta il docu-film “Amazonia – The Final Season

Lavazza fa una dichiarazione d'amore alla Foresta Amazzonica attraverso la voce dell'acqua, interpretata da Ben Harper.

Lavazza

Lavazza presenta il docu-film “Amazonia – The Final Season”, disponibile dal 10 maggio su Amazon Prime Video, un suggestivo racconto di come l’acqua sia in grado di cambiare forma continuamente per amore della Foresta. Una poesia fatta di immagini, musica e parole, con cui l’artista Ben Harper ci accompagna in un intimo viaggio nel cuore dell’Amazzonia peruviana.

Durante la visione di “Amazonia – The Final Season” ci si rende presto conto che il tempo per salvare la Foresta sta finendo; quello che serve urgentemente è un cambiamento. Ed è l’Acqua, vera protagonista di questo docu-film, ad insegnarci che questo cambiamento è possibile, attraverso la sua inarrestabile volontà di trasformarsi di continuo per preservare la Foresta, diventando prima fiume, poi nuvole e, infine, pioggia. 

Il docu-film è infatti suddiviso in tre capitoli, che rappresentano e mettono in scena le altrettante forme che l’acqua assume durante il suo ciclo naturale, diventando prima fiume, poi nuvole e, infine, pioggia.

Le immagini, altamente suggestive, sono state girate nel cuore della Foresta Amazzonica peruviana, e prendono vita attraverso tre diverse musiche originali composte appositamente per raccontare le diverse trasformazioni dell’acqua. 

Il racconto si sviluppa nella forma di una vera e propria poesia d’amore, che l’acqua dedica alla Foresta attraverso la voce e l’interpretazione di Ben Harper, uno dei musicisti e cantanti più apprezzati e amati degli ultimi anni. L’artista è stato scelto non solo per il suo forte impegno personale nella sensibilizzazione verso gli effetti della crisi climatica, ma anche per una forma di connessione con l’acqua e con tutto ciò a cui questo elemento naturale dà vita. Questo è quello che emerge dall’intervista che si può ascoltare nella parte finale del docu-film, durante la quale l’artista lancia un monito che è contemporaneamente un invito per tutti noi a cambiare:

Quello che spero per la Foresta Amazzonica è che noi, come specie umana, riusciremo a vivere abbastanza a lungo per rimediare ai danni che abbiamo fatto”.

Il docu-film è presentato da Lavazza ¡Tierra! Bio-Organic, la gamma di caffè nata nel 2021 dall’impegno della Fondazione Lavazza a favore di una coltivazione sostenibile, nel rispetto del pianeta, delle persone e dei territori di produzione del caffè: una gamma che include tre diversi caffè per altrettanti progetti della Fondazione Lavazza, che uniscono la massima cura alla provenienza della materia prima al rispetto per l’ambiente e la sostenibilità sociale. 

In particolare, il docu-film “Amazonia – The Final Season” è ispirato al progetto da cui è derivato Lavazza ¡Tierra! Bio-Organic For Amazonia, caffè biologico del Perù: qui, nella regione Madre de Dios, nel cuore della foresta amazzonica, la Fondazione Lavazza è impegnata in un programma di riforestazione del territorio in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente peruviano, le comunità locali e indigene e il Cesvi, organizzazione non governativa che da oltre 20 anni è attiva con progetti specifici in queste zone. Questo progetto ha due obiettivi principali: promuovere la conservazione del patrimonio forestale esistente, attraverso un presidio diretto da parte delle comunità indigene, che diventano così i “guardiani della foresta”; effettuare la piantumazione di nuove piante nelle aree degradate; particolare attenzione, infatti, viene data alla conservazione e alla piantumazione di alberi di noce amazzonica (Bertholletia excelsa), una risorsa ambientale preziosissima, in quanto è un albero che può crescere fino a 50 metri di altezza, vivere fino a 700 anni e immagazzinare circa 64.000 kg di CO2 nel corso della sua vita. Il progetto ha anche una forte componente sociale, in quanto promuove la raccolta, la lavorazione e la commercializzazione dei prodotti naturali locali come la noce amazzonica e la piantumazione di alberi da frutta, che per le comunità indigene possono rappresentare sia una fonte di autoconsumo sia un’opportunità di introito economico. Finora, questa attività ha già consentito la preservazione di oltre 30.000 ettari di foresta vergine e la salvaguardia di quattro comunità locali, nonché il rimboschimento di 295 ettari di terra e il miglioramento delle condizioni alimentari, sociali ed economiche di 570 abitanti della zona, grazie all’installazione di 25 ettari di sistemi agroforestali

“Con la Fondazione Lavazza, stiamo intensificando quei progetti di riforestazione che hanno un impatto positivo sulle persone e l’ambiente e che rispondono a tre dei quattro Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite per noi prioritari: Goal 8 – lavoro dignitoso e crescita economica, Goal 12 – consumo e produzione responsabile, Goal 13 – lotta al cambiamento climatico” – afferma Mario Cerutti, Chief Institutional Relations & Sustainability Officer di Lavazza – “Il caffè è un prodotto della terra e come la terra è minacciato dai cambiamenti climatici. Inoltre, anche in questo momento storico, non possiamo dimenticare che milioni di contadini in più di 30 Paesi sono impegnati nella coltivazione del caffè: con loro, il Gruppo Lavazza vuole collaborare per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, promuovere buone pratiche agricole e supportare uno sviluppo sociale sostenibile”. 

La riforestazione, tema centrale per la vita di ogni specie su questo pianeta, vede la necessità di interventi urgenti da parte di tutti, in primo luogo da parte di chi, come Lavazza, ha nella terra il cuore della propria attività: il caffè. Negli ultimi anni, la Fondazione Lavazza, che oggi supporta e finanzia 32 progetti in 20 paesi in 3 continenti per oltre 130.000 beneficiari, ha intensificato lo sviluppo di progetti a sostegno della riforestazione, un problema in crescita in tutti i paesi produttori di caffè. In partnership con organizzazioni non governative e istituzioni di profilo internazionale, la Fondazione è oggi attiva su questo fronte in Etiopia e Perù con iniziative dedicate, e a Cuba, Haiti, Repubblica Dominicana, Colombia con progetti di sostenibilità che, tra le altre, includono azioni di piantumazione. Attraverso queste attività, ad oggi la Fondazione Lavazza ha reso possibile la piantumazione di oltre 15 milioni di piante di caffè tra 2015 e 2020. 

Ben Harper, che collabora con Lavazza dal 2018 e che da sempre è impegnato contro le disuguaglianze sociali e nella sensibilizzazione verso gli effetti della crisi climatica, è stato scelto come uno dei protagonisti del Calendario Lavazza 2022 “I Can Change The World”, firmato dal pluripremiato direttore della fotografia Emmanuel Lubezki. 

Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus

Per coordinare e realizzare i progetti di sostenibilità l’Azienda ha istituito, nel 2004, la Fondazione Giuseppe e Pericle Lavazza Onlus che oggi supporta e finanzia, sia autonomamente, sia attraverso collaborazioni pubbliche e private,32 progetti in 20 paesi in 3 continenti, a beneficio di oltre 130.000 coltivatori di caffè. I progetti sostenuti dalla Fondazione Lavazza hanno in primo luogo l’obiettivo di migliorare la resa produttiva e la qualità del caffè, promuovendo allo stesso tempo l’imprenditorialità dei produttori e il miglioramento delle loro condizioni di vita. 

La strada intrapresa dalla Fondazione è quella del sostegno all’autonomia delle comunità locali, attraverso la valorizzazione del lavoro delle donne e il coinvolgimento delle nuove generazioni, a cui si accompagna la condivisione di buone pratiche agricole e l’introduzione di strumenti tecnologici finalizzati al contrasto degli effetti del cambiamento climatico. Le attività puntano anche sulla diversificazione delle produzioni, per contrastare l’impoverimento del suolo e garantire allo stesso tempo la sicurezza alimentare delle comunità produttrici, e sul sostegno della riforestazione, processo essenziale alla ricostituzione della salute dell’ecosistema. La realizzazione dell’attività viene affidata ad attori locali, al fine di aumentare il coinvolgimento delle comunità produttrici e costruire rapporti di fiducia tra i soggetti coinvolti.