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Intesa Sanpaolo: impegno ad azzerare le emissioni nette entro il 2050

E' stata presa la decisione di aderire alla Net-Zero Banking Alliance (NZBA), un’alleanza di banche a livello globale sotto l’egida delle Nazioni Unite

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Intesa Sanpaolo ha deliberato l’impegno a un obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, sia per le proprie che per i portafogli prestiti e investimenti. Contestualmente, è stata presa la decisione di aderire alla Net-Zero Banking Alliance (NZBA), un’alleanza di banche a livello globale sotto l’egida delle Nazioni Unite, impegnate al raggiungimento dell’obiettivo Net Zero entro il 2050 e a rafforzare così gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi sul clima.

La Banca ha inoltre pubblicato il suo primo TCFD Report a livello di Gruppo per il 2020-2021, redatto secondo le raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD).

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Carlo Messina, Consigliere Delegato e CEO Intesa Sanpaolo ha dichiarato: “La nostra Banca gode di un ottimo posizionamento nei principali indici internazionali, a conferma del nostro impegno a favore della sostenibilità. Con questo ulteriore passo formalizziamo nuovi e importanti obiettivi verso la transizione ambientale, esprimendo la partecipazione, nostra e dei nostri clienti, alla spinta collettiva contro il cambiamento climatico. La “rivoluzione verde” indicata dal PNRR rappresenta anche una grande opportunità di crescita del Paese per adottare nuove soluzioni tecnologiche, puntare sullo sviluppo intellettuale e aumentare gli investimenti, elementi dove ci troviamo già in buone condizioni. L’adesione alla Banking Alliance delle Nazioni Unite per la riduzione a zero emissioni nette entro il 2050 più che rappresentare un punto di arrivo è un passaggio significativo del percorso che impegna tutta la Banca verso il contrasto al cambiamento climatico”.

L’adesione all’Alleanza rappresenta per la Banca un ulteriore importante passo nel contrasto al cambiamento climatico, nell’ambito di una pluriennale e articolata strategia di sostenibilità che, oltre alla riduzione delle proprie emissioni, si fonda sul sostegno alle imprese, con circa 80 miliardi di euro messi a disposizione nell’arco del PNRR per finanziamenti alla Green e Circular Economy e per la transizione ecologica. Intesa Sanpaolo ha inoltre stanziato un plafond da 6 miliardi di euro per progetti di economia circolare e uno da 2 miliardi di euro per gli S-Loan, finanziamenti che premiano il raggiungimento di specifici obiettivi di sostenibilità da parte delle imprese.

La pubblicazione del TCFD Report espande ulteriormente, in linea con le best practice internazionali, l’informativa già allineata alle Raccomandazioni TCFD, contenuta a partire dal 2019 nella Dichiarazione Consolidata Non finanziaria. Il Report è disponibile nella sezione Sostenibilità del sito di Gruppo.

L’impegno verso l’ambiente ha consentito a Intesa Sanpaolo di ricevere diversi riconoscimenti, tra cui l’inclusione in numerosi indici di sostenibilità: è l’unica banca italiana inclusa nei Dow Jones Sustainability Indices e, nel 2021, nel Global 100 Most Sustainable Corporations in the World Index di Corporate Knightse si classifica prima tra le banche europee in tre delle principali valutazioni internazionali ESG: MSCI, Bloomberg ESG Disclosure Score e Sustainalytics. Il 18 ottobre scorso è stata inserita nel MIB ESG Index di Euronext e Borsa Italiana, il primo indice blue-chip per l’Italia dedicato alle best practice ESG. Intesa Sanpaolo si conferma miglior banca europea in ambito ESG e miglior società italiana per gli aspetti ESG secondo la classifica 2021 stilata dalla società di ricerca Institutional Investor.

Con oltre 75 membri in 35 Paesi e 54.000 miliardi di dollari di attività totali, la Net-Zero Banking Alliance rappresenta un terzo degli asset bancari globali e ha l’obiettivo di sostenere la transizione dell’economia reale verso l’impatto zero sul clima. Promossa dalla United Nations Environment Programme Finance Initiative, la NZBA rappresenta il settore bancario della Glasgow Financial Alliance for Net Zero, presieduta da Mark Carney, Inviato speciale delle Nazioni Unite per il clima in vista della COP 26.