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“Infrastrutture e next city, le opportunità da una crisi”

Istituzioni ed esperti della sostenibilità a confronto sulle sfide dell’evoluzione green di reti e città ai tempi del Covid 19

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Credits: pxhere.com

Si è tenuta oggi la seconda edizione del Sustainability Day di ACEA dal titolo “Infrastrutture e next city: le opportunità da una crisi”. All’evento, svoltosi quest’anno in modalità completamente digitale, sono intervenuti rappresentanti del mondo delle Istituzioni, della ricerca ed esperti della green economy che hanno discusso sulle nuove sfide dell’economia sostenibile e sul cambiamento degli attualimodelli urbani di business e sviluppo emersi
con la crisi indotta dal Covid 19.

I lavori della giornata, aperti da Michaela Castelli, Presidente di ACEA, hanno visto susseguirsi, nei tre diversi panel, gli interventi della Ministra delle Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli, della Presidente Cabina di Regia Benessere Italia Filomena Maggino e del Sottosegretario di Stato per l’Ambiente e la tutela del territorio e del mare Roberto Morassut.

Con loro ha dialogato l’Amministratore Delegato di ACEA Giuseppe Gola. Sono intervenuti anche Enrico Giovannini, Portavoce Asvis; Francesca Bria, Presidente Fondo Nazionale Innovazione CDP; Andrea Guerrini, Componente Arera; Gabriella Chiellino, membro CDA e Presidente del Comitato Etica e Sostenibilità di ACEA; Carlo Cici di The EuropeanHouse -Ambrosetti. La mattinata è stata poi chiusa dalla presentazione delle azioni e dei progetti di ACEA per accompagnare il cambiamento, a cui si sono aggiunti i contributi di Rai Per il Sociale esposti da Serena Rossetto, di ENEA con l’intervento di Sabrina Romano e di Vodafone con Marinella Soldi. A moderare l’incontro la giornalista Mia Ceran.

L’esperienza del Covid ci dimostra che è possibile e anzi opportuno sperimentare e implementare soluzioni di vita innovative, fondate su logiche più sostenibili. Si va delineando, infatti, una nuova conformazione di città, la next city, basata su un’idea di smart community in cui si modificano le dinamiche di relazione in un modello di socialità più partecipativo, inclusivo e responsabile. Questo ruolo attivo dei cittadini tuttavia necessita di reti che abilitino nuovi servizi. Le utilities sono chiamate a svolgere una funzione rilevante nel percorso verso la città del futuro, attraverso gli investimenti finalizzati all’evoluzione delle infrastrutture che sono elemento fondante del nuovo progetto di città.

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L’impegno del comparto è testimoniato dal piano di investimenti di 50 miliardi di Euro da realizzare nei prossimi 5 anni –30mldnel settore idrico, 12mldin quello energetico e 8mldin quello ambientale – e dai progetti presentati per il “Recovery Fund”, vero “acceleratore” di un processo già in atto. ACEA partecipa a questo grande progetto di rilancio e di innovazione per il Paese. Infatti, nel Piano Industriale presentato a fine ottobre, l’Azienda ha previsto entro il 2024 investimenti complessivi per 4,7 miliardi di Euro. Di questi ben 2,1 miliardi sono correlati a specifici target di sostenibilità. In base alle stime effettuate è stato calcolato che le azioni che verranno poste in essere dal Gruppo in attuazione del Piano Industriale incideranno positivamente sul PIL italiano per circa 6 miliardi di euro, generando occupazione direttamente e indirettamente per oltre 21 mila persone.

Tra i progetti presentati da ACEA nel corso della giornata, in ottica di waste transition, la nuova release dello “Smart Comp”, un mini-impianto che trasforma in compost i rifiuti organici nel luogo in cui sono prodotti, e la tecnologia “Plastic to Methanol” che consente di ricavare metanolo dalle plastiche non recuperabili. Nell’ambito della transizione energetica, ACEA ha promosso un piano di sviluppo per la mobilità elettrica che prevede l’installazione di oltre 2.200 colonnine di ricarica entro il 2024, e il progetto “PlatOne”, che abilita meccanismi di flessibilità energetica e un approccio di gestione alla rete elettrica, in grado di garantire maggiore stabilità e resilienza.

Il Gruppo inoltre, primo operatore idrico in Italia, sta lavorando ad un innovativo modello gestionale in grado di ottimizzare i flussi idrici, salvaguardando l’acqua e prevedendo in anticipo la disponibilità della risorsa. “La seconda edizione del Sustainability Day di ACEA si apre in un contesto quanto mai sfidante, quello cioè determinato dall’emergenza sanitaria – ha dichiarato Michaela Castelli, Presidente di ACEA –. La crisi ci spinge ancor più a considerare la sostenibilità come guida di un nuovo modello di sviluppo per ripensare i territori con significativi investimenti a supporto delle infrastrutture. Ma per realizzare questa visione bisogna avere il coraggio di fare delle scelte nei tempi utili per ricavarne i benefici attesi.

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Ad esempio il tema dei rifiuti e della risorsa idrica, fortemente impattati dagli aspetti ambientali, evidenziano l’urgenza di essere gestiti in un’ottica di sistema, di moltiplicazione del valore, condividendo la responsabilità con tutti gli attori. Le imprese sono pronte, ma devono trovare un ecosistema – principalmente in ambito istituzionale, favorevole ad iter autorizzativi più snelli – che agevoli la loro capacità di pianificazione e realizzazione. Questo sforzo collettivo contribuirà a proiettare il Paese nel futuro e a renderlo più resiliente rispetto ad eventuali nuove crisi”.

“ACEA è impegnata in un percorso di sviluppo nei settori delle infrastrutture idriche, del fotovoltaico, della mobilità elettrica e dell’economia circolare – ha affermato Giuseppe Gola, Amministratore Delegato di ACEA–. Le utilities possono svolgere un ruolo decisivo per l’auspicata ripartenza del Paese in chiave sostenibile. In questo senso è molto importante un impiego efficace delle risorse del “Recovery Fund” per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali strategiche. ACEA, come primo operatore idrico in Italia, può svolgere un ruolo di rilievo in questo ambito, soprattutto nel Centro-Sud Italia, dove è necessario recuperare il divario infrastrutturale per una migliore gestione della risorsa a vantaggio dell’ambiente e della collettività. Ma anche il più ampio piano di interventi non sarà tuttavia totalmente efficace se parallelamente non si innesterà un cambiamento culturale.

Un nuovo approccio, orientato all’efficienza e ad un alleggerimento della burocrazia che garantisca tempi certi e rapidi deve, infatti, essere necessariamente parte della strategia del nostro Paese e dell’Europa, in quanto essenziale alla messa a terra delle azioni da realizzare”