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Greentech: i trend del 2023 secondo Termo

Dalla digitalizzazione all’autoproduzione di energia, dalle rinnovabili domestiche agli incentivi governativi per affrontare il rischio della povertà energetica

Greentech
Foto di minka2507 da Pixabay

Riduzione delle emissioni, produzione sostenibile, efficientamento dei consumi e sfruttamento delle risorse rinnovabili stanno diventando sempre più protagonisti nello scenario energetico globale.

Insieme all’emergenza climatica, lo scoppio del conflitto Russia-Ucraina e la crisi che ne è derivata hanno posto Governi e istituzioni di fronte all’urgenza di adottare un approccio alla gestione dell’energia improntato all’ottimizzazione e alla consapevolezza.

Per orientarsi con consapevolezza in un contesto in continua evoluzione, è importante però comprenderne appieno le dinamiche: per questo Termo, azienda italiana all’avanguardia nel settore del Greentech, ha identificato i 5 trend che caratterizzeranno il 2023 e oltre.

“Oggi il mercato si sta orientando velocemente verso due driver principali: la riqualificazione energetica e la riduzione dei consumi. L’aumento del costo dell’energia ha accelerato un processo già in atto, evidenziando l’importanza di mettere in campo strategie concrete per raggiungere gli obiettivi ambientali ed economici comuni ai diversi Paesi”,afferma Gabriele Basile, CEO di Termo“In Italia, la sfida per il Governo sarà quella di definire i mezzi per supportare la transizione energetica (dal PNRR a strumenti come lo sconto in fattura, le detrazioni fiscali, eccetera). Per le aziende, sarà indispensabile abbracciare una cultura orientata alla responsabilità: proprio per questo, ad esempio, noi di Termo abbiamo recentemente scelto di trasformarci in Società Benefit, basando le nostre azioni su un assetto che ci consenta di operare in modo sostenibile e trasparente”.

I trend del Greentech per il 2023

  1. Renovation Wave e case green: il rischio della povertà energetica in un contesto normativo complesso

In Europa circa il 35% degli edifici ha più di 50 anni e quasi il 75% del parco immobiliare è considerato inefficiente dal punto di vista energetico. Per questo, già nel 2020 l’Unione Europea ha avviato la cosiddetta Renovation Wave, una strategia a lungo termine che richiede ai Paesi membri la pianificazione di interventi e incentivi volti alla riqualificazione degli edifici e all’efficientamento energetico. Inoltre, per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni entro il 2050, le istituzioni comunitarie stanno lavorando in queste settimane a nuove potenziali direttive che stabiliscano l’adeguamento delle classi energetiche degli edifici ai nuovi standard di efficienza.

Il dibattito è acceso e coinvolge tutti gli Stati membri dell’UE, con i Governi in prima linea per la definizione di misure che possano fornire un reale sostegno ad aziende e cittadini.

I rischi della povertà energetica sono infatti concreti: a fronte dell’instabilità economica e dell’aumento del costo dell’energia, il numero di consumatori che non saranno in grado di accedere a beni e servizi energetici minimi (che in Italia rappresenta l’8,5% delle famiglie[2]) aumenterà. Al contempo, paradossalmente solo chi avrà la capacità di investire per riqualificare immobili e sistemi riuscirà a ridurre i consumi.

In Italia, dopo le numerose modifiche apportate alla normativa in materia di Ecobonus e Superbonus 110%, nei prossimi mesi sarà indispensabile per il Governo fare chiarezza e definire linee guida che aprano la strada a un sistema di incentivi davvero accessibile,efficace e soprattutto stabile nel medio lungo termine.

Per gli operatori del settore, la sfida del 2023 sarà muoversi con successo in un contesto normativo estremamente complesso e variabile, per aiutare gli utenti finali e garantire loro l’accesso alle agevolazioni.

  1. Rinnovabile veloce per rispondere alla crisi

Le energie rinnovabili possono essere la soluzione definitiva e a lungo termine all’emergenza climatica ed economica globale. Tuttavia, se la crisi sta avanzando velocemente, provocando fra gli altri un aumento dei costi sempre più esponenziale, lo stesso non si può dire di quelle tecnologie che prevedono l’implementazione di sistemi complessi basati su fonti di energia rinnovabili: impianti eolici e grandi parchi fotovoltaici, per esempio, possono richiedere anni per essere approvati e costruiti, senza considerare eventuali impedimenti ambientali che possono occorrere in fase di realizzazione.

Accanto ai piani pluriennali e decennali per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, quindi, nel 2023 andranno affermandosi soluzioni di minore impatto sistemico, ma più agili in termini di messa in opera: tra queste, si pensi agli impianti geotermici o fotovoltaici domestici e per PMI, che possono essere progettati e installati in poche settimane, portando vantaggi immediati per gli utenti finali.

  1. Priorità alla riduzione dei consumi e all’autoproduzione

Se fino a pochi anni fa l’attenzione era focalizzata unicamente sulla produzione di energia attraverso fonti rinnovabili, oggi istituzioni, aziende e consumatori si stanno concentrando sugli effetti immediati della riduzione dei consumi.

L’aumento dei costi pone di fronte alla necessità di migliorare la gestione quotidiana dell’energia, ottimizzando l’immagazzinamento e i consumi: nel 2023 l’installazione di nuovi dispositivi e gli interventi di ristrutturazione saranno quindi orientati alla diminuzione immediata dei consumi.

Gli utenti finali potranno orientarsi su caldaie a condensazione e pompe di calore ibride o elettriche ad alta efficienza, che offrano le migliori performance in termini di efficienza energetica e impatto ambientale.

Inoltre, continueranno a diffondersi quelle tecnologie che abilitano l’autoproduzione di energia elettrica come i pannelli fotovoltaici, secondo una dinamica che permette di produrre l’energia stessa che viene consumata, razionalizzando in ultima analisi i costi.

  1. Digitalizzazione, l’abilitatore chiave della transizione energetica

Riduzione dei consumi e ottimizzazione dei costi non sarebbero raggiungibili senza un adeguato supporto tecnologico, che consenta di semplificare e standardizzare i processi per tutte le parti: imprese, istituzioni e clienti finali.

Da un lato, per adattarsi velocemente alla complessità normativa attuale sarà necessario per le imprese rinnovare procedure burocratiche obsolete con l’introduzione di esperienze basate sui moderni strumenti digitali (dai supporti paperless per la gestione della documentazione alla firma digitale, fino allo SPID).

Le istituzioni dovranno investire nella digitalizzazione e velocizzazione dei processi. Ad esempio, le tempistiche di una pratica GSE sono un forte deterrente per imprese che vogliono fornire impianti fotovoltaici offrendo lo sconto in fattura. Non poter cedere i crediti fino ad approvazione della pratica limita infatti l’attrattività di tale attività.

Dall’altro, si assisterà a un’adozione sempre maggiore di tecnologie smart, che uniscano la domotica alla gestione termica ed energetica. Il monitoraggio diventerà la nuova parola d’ordine degli edifici intelligenti: l’Internet of Things permetterà infatti agli utenti di controllare i consumi in modo granulare, così da intervenire sui singoli dispositivi quando necessario, abbattendo consumi e costi.

  1. Policy ESG per certificare l’impatto ambientale

La cultura della sostenibilità si sta diffondendo sia tra i consumatori, sia tra le aziende e anche nei prossimi mesi continuerà a portare profonde trasformazioni nell’approccio al business da parte di organizzazioni di ogni dimensione.

Tale consapevolezza spingerà un numero crescente di aziende ad adottare policy ESG che fanno dei valori non economici i pilastri su cui costruire le strategie future e contribuire attivamente al raggiungimento degli obiettivi fissati dalle Nazioni Unite per il 2030 e il 2050. I bilanci di sostenibilità diventeranno così uno strumento per comunicare con i propri consumatori e investitori, impegnandosi dal punto di vista della trasparenza e della responsabilità sociale.