Sebbene siano state introdotte alcune misure che vanno nella giusta direzione, il DL Semplificazioni, appena approvato, non riduce abbastanza la burocrazia per consentire al nostro Paese il cambio di passo necessario per raggiungere il target Green Deal che richiede la realizzazione di 7 GW all’anno, quasi 10 volte in più di quanto stiamo facendo. Così gli obiettivi di decarbonizzazione verranno raggiunti nel 2090 invece che nel 2030.
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Mancano più ambiziose semplificazioni sul permitting per i nuovi impianti rinnovabili e per il repowering degli impianti esistenti, che permetterebbe di aumentare la produzione di energia verde senza occupare nuovo suolo. Gli impianti fotovoltaici su terreni agricoli abbandonati o degradati continuano a essere esclusi dalle aste GSE, che, come noto, sono state fino a oggi un completo fallimento anche a causa di tale limitazione.
Positiva, a parere di Elettricità Futura, la nuova Governance e la riduzione delle tempisticheper la Valutazione d’Impatto Ambientale speciale per i progetti del PNRR e del PNIEC, a patto che la Commissione dedicata sia resa operativa nel più breve tempo possibile. L’Associazione apprezza inoltre il rafforzamento dei poteri sostitutivi di Governo e Ministeri in caso di inerzia delle procedure autorizzative, nell’auspicio che questi non rallentino ulteriormente i processi. Bene anche la previsione di strumenti di sostegno all’agrovoltaico che tuttavia per come sono formulati rischiano di essere inefficaci e inefficienti.
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“Pur apprezzando l’impegno del Governo”, commenta Agostino Re Rebaudengo, Presidente di Elettricità Futura, “se nel passaggio di conversione parlamentare non si correggeranno le criticità che abbiamo evidenziato, il DL Semplificazioni rischia di essere un’enorme occasione sprecata. Siamo pronti a fornire, come sempre, il nostro contributo per agevolare la transizione ecologica e creare 90.000 nuovi posti di lavoro grazie ai 100 miliardi di euro di investimenti privati che potrebbero mobilitarsi solo se la burocrazia lo permetterà”.