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Direttiva EPBD, ARSE: rottamazione caldaie a gas passo importante per ridurre le bollette e contrastare l’inquinamento

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Foto di Daniela Paola Alchapar su Unsplash

“L’esito della revisione della direttiva Ue sulla prestazione energetica degli edifici è una risposta forte e non più rinviabile al contrasto al climate change, all’inquinamento soffocante e all’esigenza dell’Unione di raggiungere la propria indipendenza energetica. Bene che le caldaie alimentate esclusivamente a combustibili fossili si avviino a essere sostanzialmente “rottamate”, perché il prossimo divieto alla loro incentivazione fiscale e la fine della produzione e commercializzazione, seppur spostata in là nel tempo, ne segnano in pratica la fine come strumento per il riscaldamento. La riduzione del costo delle bollette e dell’inquinamento delle aree urbane passano attraverso l’abbandono del riscaldamento a gas e l’efficientamento del parco immobiliare, in coerenza con la rotta tracciata dall’Europa”.

Lo dichiara Riccardo Bani, Presidente di ARSE (Associazione per il Riscaldamento Senza Emissioni).

“La versione approvata della direttiva – continua Bani – è sicuramente ammorbidita rispetto a quella di partenza, e non deve essere intesa come il balzello che l’Europa impone agli Stati e alle famiglie, bensì come un insieme di misure di buon senso sia per perseguire l’indipendenza energetica da Paesi terzi, sia sotto il profilo ambientale, nonché un’opportunità per incrementare il valore del nostro patrimonio immobiliare. Giova ricordare che in Europa gli edifici – il cui stock per l’85% degli immobili ha oltre 20 anni – sono responsabili per il 40% dei consumi energetici e il 36% delle emissioni in atmosfera. In particolare in Italia il riscaldamento degli edifici residenziali, commerciali e pubblici che è in grandissima parte alimentato con combustibili fossili pesa per il 45% sui consumi complessivi di gas naturale e sulle emissioni di CO2 per oltre il 17,7%, secondo i dati di Ispra. Particolarmente consistente il ruolo del riscaldamento residenziale nell’inquinamento atmosferico nelle principali aree urbane: da solo, infatti, è responsabile del 64% della quantità di PM2,5, del 53% di PM10 e del 60% di CO”.

“Abbiamo le tecnologie per sostituire le caldaie a gas con pompe di calore e rinnovabili: ora spetta alla politica europea e nazionale fornire gli strumenti migliori per incentivare e incoraggiare il passaggio a sistemi di riscaldamento e raffreddamento alimentati da energie rinnovabili – conclude il Presidente di ARSE. “La strada indicata dall’Europa è chiara e il settore è pronto: è iniziata l’era della decarbonizzazione dei consumi termici, ma occorre fornire a cittadini e imprese gli strumenti per accelerare la transizione energetica”.

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