"Scudo e disposizioni penali pro Acciaierie d'Italia sono un inaccettabile macigno scagliato su ambiente e salute dei cittadini di Taranto"
(Rinnovabili.it) – “Lo scudo e le altre disposizioni penali contenute nel decreto governativo sugli impianti di interesse strategico nazionale, o -più banalmente- pro Acciaierie d’Italia, nonché ultimo ed ennesimo salva-Ilva, sono assolutamente ingiustificabili” – dichiarano Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia e Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto – “Siamo di fronte ad un atto che costituisce una grave manomissione dell’autonomia della magistratura cui si detta cosa può o non può fare e, con la paradossale scusa del “ragionevole” bilanciamento tra l’interesse all’approvvigionamento di beni e servizi essenziali per il sistema economico nazionale e valori costituzionalmente garantiti, si getta un inaccettabile macigno sul diritto all’ambiente ed alla salute dei cittadini di Taranto.”
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“L’unico interesse che sembra guidare il Governo è l’aumento della produzione di acciaio a prescindere da come questo potrà essere realizzato” – continuano Ciafani, Ronzulli e Franco – “Non c’è traccia dell’introduzione di una valutazione preventiva dell’impatto sanitario che stabilisca in maniera scientifica quanto acciaio si possa produrre a Taranto senza rischi inaccettabili per lavoratori e cittadini. Una valutazione che continuiamo a richiedere inascoltati da anni e che costituisce l’unica base accettabile per un reale possibile bilanciamento tra esigenze produttive e diritto all’ambiente, al lavoro, alla salute.”
“Se queste sono le premesse dubitiamo fortemente che il nuovo accordo annunciato dal Governo tra la multinazionale Arcelor Mittal e Invitalia segni davvero una svolta in direzione della effettiva decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico jonico e del definitivo affrancamento della città di Taranto dal peso di emissioni inquinanti che tanti danni hanno già apportato alla salute dei suoi abitanti” concludono i presidenti nazionale, regionale e tarantino di Legambiente.
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