Il commento di FIPER e CMA al decreto FER 2
È questo il grido di allarme lanciato da FIPER – Federazione di Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili e CMA – Consorzio Monviso Agroenergia nel commentare il testo del Decreto Fer 2.
Nei giorni scorsi sono circolate alcune bozze del decreto che, se dovessero essere confermate, creerebbero notevoli problemi non solo per lo sviluppo ma anche per la continuità del settore della produzione di biogas agricolo.
Emergono infatti notevoli criticità in merito ai criteri di accesso agli incentivi e alle tariffe per gli impianti fino a 300kW, risulta quindi necessario che gli stessi vengano rivisti in modo da tenere conto dell’incremento dei costi di realizzazione dei nuovi impianti e delle materie prime.
Grande preoccupazione emerge inoltre in merito alle disposizioni del decreto che regoleranno la prosecuzione della produzione per gli impianti di biogas esistenti, appare indispensabile rivedere i criteri legati alla distanza dalla rete e all’alimentazione degli impianti che, così come risultano impostati, rischiano di pregiudicare la maggior parte dei progetti.
“Il rischio concreto è che questo decreto non agevoli ma invece ostacoli tutte quelle iniziative virtuose che si stanno concretizzando in questo periodo particolarmente delicato per le imprese a causa dei rincari delle materie prime, tra cui in particolar modo quello della componente energetica, iniziative rivolte alla massima valorizzazione dei reflui aziendali e dei sottoprodotti delle aziende agricole” – commenta Federica Galleano, vice-presidente di FIPER.
“Per quanto riguarda le tanto attese notizie per la continuità degli impianti esistenti, il decreto contiene delle disposizioni la cui formulazione lo rende una beffa per i produttori che non potranno riconvertire i propri impianti di biogas a biometano poiché situati in territori non zootecnici o perché l’operazione si presenta non sostenibile sia dal punto di vista economico che tecnico” – dichiara Sebastiano Villosio – Presidente del Consorzio Monviso Agoenergia.
“Auspichiamo” – conclude Villosio – “che ci sia ancora il margine affinché le Istituzioni competenti possano accogliere le nostre istanze, altrimenti il rischio che il Decreto non produca effetti positivi per il settore e per la società è quanto mai concreto.”