Rinnovabili • raccolta differenziata guadagnare

Così la buona raccolta differenziata fa guadagnare i Comuni

Col modello Carbon WastePrint, a Terre Roveresche (PU) è stata certificata la riduzione di oltre 5.000 tonnellate di CO2, in due anni, grazie al comportamento virtuoso di cittadini e aziende nella gestione dei rifiuti urbani. Vendendo crediti di carbonio, il Comune ha guadagnato oltre 20mila euro. “Il ritorno economico per i Comuni - rivelano gli ideatori del modello, Valentini e Belfiore - può essere stimato in 3-6 Euro/ab/anno, un valore elevatissimo, confrontabile con quello dei ricavi CONAI”

raccolta differenziata guadagnare

Far sì che i comportamenti virtuosi dei cittadini ritornino alla collettività, sotto forma di entrate economiche: non è più un’aspirazione teorica, ma una policy concreta. Accade a Terre Roveresche, 5mila anime nella provincia di Pesaro Urbino, dove per la prima volta l’ammi-nistrazione comunale ha venduto a un’azienda privata, attraverso il mercato volontario, 2000 crediti di CO2 generati da una corretta gestione dei rifiuti, aprendo un canale aggiuntivo di introiti da reinvestire sul territorio. La notizia rappresenta davvero la chiusura del cerchio di un avanzato modello di economia circolare, che Terre Roveresche ha iniziato a sperimentare nel 2019

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LA CARBON WASTEPRINT

È stato allora che il Comune ha applicato la metodologia Carbon WastePrint, validata da RINA Services Spa,per determinare, in termini di CO2 prodotta, l’impatto ambientale di cia-scuna utenza nella gestione dei propri rifiuti urbani. L’anno successivo, sulla base della stessa metodologia, si è passati a un innovativo sistema di calcolo della tariffa puntuale, che tiene conto non solo dei rifiuti indifferenziati conferiti dalle utenze, ma contabilizza più frazioni, tra cui l’organico, la carta, il vetro e la plastica. 

Il nostro obiettivo, sin dall’inizio, è stato trovare un modo per calcolare e valorizzare le attività di riduzione dei rifiuti e i comportamenti più virtuosi da parte dei cittadini”, ricordano Andrea Valentini e Luca Belfiore, responsabili della metodologia Carbon WastePrint. “La Carbon WastePrint è riuscita ad ottenere tale risultato”. 

Fondamentale nella fase di sperimentazione è stato il supporto tecnologico di Junker app. L’applicazione ha infatti aiutato i cittadini a differenziare meglio e senza errori i propri rifiuti, ma ha soprattutto consentito di realizzare quel coinvolgimento, diretto e interattivo, degli utenti, che si è rivelato fondamentale per il successo di questa transizione verso un modello tariffario più avanzato. 

DALLA CO2 RISPARMIATA AI CERTIFICATI VERDI

Monitorando i conferimenti delle famiglie, la metodologia Carbon WastePrint, la prima nel settore rifiuti ad aver ottenuto la UNI EN ISO 14064-2:2012, ha certificato la riduzione di oltre 5.000 tonnellate di CO2 nel biennio 2019/2020. Ciascuna tonnellata di CO2 non emessa o assorbita grazie ad un progetto di tutela ambientale, realizzato con lo scopo di ridurre o riassorbire le emissioni globali di CO2 e altri gas ad effetto serra, corrisponde ad un credito di carbonio, ossia un certificato negoziabile e scambiabile sul mercato

Questi crediti sono stati dunque caricati sul Registro VER eCO2care, istituito dal CE.SI.S.P. – Centro Interuniversitario di ricerca per lo sviluppo della sostenibilità dei prodotti, dove sono stati acquistati dalla ditta VALORE CO2 SRL, azienda appartenente al Gruppo genovese APG (Sustainable Chemistry), con sede a Inveruno (MI). Il Comune di Terre Roveresche ha in questo modo guadagnato 15mila euro, che vanno ad aggiungersi agli oltre 5mila euro di crediti acquistati annualmente dalla locale ditta affidataria della raccolta e del trasporto rifiuti. 

L’acquisto dei crediti di carbonio nel mercato volontario rientra pienamente nella strategia della nostra Società – ha commentato Gianluca Fenaroli, co-founder e CEO di Valore CO2 – che si propone di identificare e promuovere progetti certificati di risparmio di CO2, per creare valore per sé e per i propri clienti. I crediti acquisiti dal progetto del Comune di Terre Rove-resche saranno “tokenizzati” sulla piattaforma di Valore CO2, tramite blockchain pubblica a basso consumo energetico, per generare NFT (Non Fungible Token) “VACO2” che potranno essere scambiati (o compensati) all’interno della piattaforma stessa, creando così le premesse per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio e contribuendo alla moltiplicazione di progetti innovativi come quello sviluppato dal Comune di Terre Ro-veresche. Questi programmi di concreta riduzione delle emissioni di gas serra sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi Europei di decarbonizzazione entro il 2050 e contribuire alla realizzazione di una crescita sostenibile”.

GUADAGNI FINO A 6 EURO L’ANNO PER ABITANTE

È una grande soddisfazione per l’amministrazione comunale, che ha avuto la geniale intuizione di prevedere le enormi potenzialità della metodologia Carbon WastePrint non solo nel contabilizzare in modo innovativo il comportamento dei cittadini ed associare a questo il calcolo della nuova tariffa puntuale dei rifiuti, ma anche nel produrre un gettito costante per le casse comunali”, commenta il sindaco di Terre Roveresche, Antonio Sebastianelli. Per lui e i suoi concittadini, questo risultato è solo l’inizio di un percorso virtuoso, che potrà proseguire anche nei prossimi anni e venire potenzialmente esteso ad altri progetti. 

Per il momento, gli oltre 20mila euro guadagnati in due anni – una cifra nient’affatto tra-scurabile per un piccolo Comune come Terre Roveresche – dimostrano la validità di questa sperimentazione. “Riuscire a vendere i crediti prodotti era inizialmente una speranza”, confessanoAndrea Valentini e Luca Belfiore. “Aver raggiunto tale risultato concretamente può contribuire in misura importante a migliorare la gestione rifiuti”. L’esempio di Terre Roveresche può infatti aprire la strada a un nuovo paradigma ambientale, che si estenda a tutta Italia: un modello che tenga insieme il rispetto dell’ambiente con nuove potenziali forme di ricavo per le casse comunali. “Il ritorno economico per i Comuni – concludono Valentini e Belfiore – può essere stimato in 3-6 Euro/ab/anno, un valore elevatissimo, confrontabile con quello dei ricavi CONAI”.