Rinnovabili

Con eolico galleggiante e H2 verde la Sicilia può guidare la transizione italiana

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Credit: pixabay

L’installazione di impianti deve essere 4 volte più veloce dei ritmi attuali

La Sicilia rappresenta il punto di partenza per avviare nuove filiere a supporto del processo di decarbonizzazione dei settori dove è più complesso ridurre le emissioni (“Hard to Abate”), quali i trasporti pesanti e l’industria, e può posizionarsi tra le aree di produzione di idrogeno rinnovabile in Europa maggiormente competitive.

Per farlo, è necessario accelerare l’installazione di nuove fonti rinnovabili con un limitato impatto sul territorio, facendo leva in particolar modo sull’eolico offshore galleggiante, settore in cui l’Italia una leadership solida, con un valore di 255 miliardi di euro e 1,3 milioni di dipendenti, e in cui la Sicilia è 1ª in Italia per potenziale.  

È quanto emerge dallo studio “Opportunità industriali dalla transizione energetica per la Sicilia, per l’Italia e per l’Europa” realizzato dalla Hydrogen Community e dalla Floating Offshore Wind Community di The European House – Ambrosetti per analizzare le opportunità economiche e industriali per la Regione Siciliana nel più ampio scenario della decarbonizzazione.

“Per cogliere queste opportunità di sviluppo industriale, il Paese deve organizzare la filiera, investendo e potenziando gli asset portuali e cantieristici soprattutto nelle regioni del Sud Italia, in cui il vantaggio logistico è evidente – spiega Alessandro Viviani, Senior Consultant di The European House – Ambrosetti –. Allo stesso tempo, è necessario dare stimolo alla filiera con una visione di sviluppo di lungo periodo e con il supporto a quei progetti che già nel breve termine dimostrino di poter generare ricadute occupazionali e di sviluppo nei territori interessati. A tal fine, è oltremodo opportuno promuovere un nuovo corso nei rapporti tra Regioni e Governo nei processi di pianificazione e approvazione dei grandi progetti al fine di massimizzare le ricadute positive sui territori interessati”.

Lo sviluppo dell’idrogeno in Sicilia a partire dal settore chimico e della raffinazione

La Sicilia è polo di eccellenza in Italia per il settore della chimica e della raffinazione (da cui in Italia dipendono circa il 7% del PIL e dell’occupazione nazionale), responsabili del 36% del totale delle emissioni regionali e del 3% del totale delle emissioni nazionali. Proprio le infrastrutture e il know how esistenti rappresentano gli elementi chiave per sostenere lo sviluppo di nuove leve di decarbonizzazione. Sono però necessari investimenti ingenti: per azzerare le emissioni del settore in Sicilia si calcolano 8-10 miliardi di euro per adeguare gli impianti produttivi, su un totale nazionale stimato in circa 25-30 miliardi di euro.

Considerando la valenza strategica dei settori, emerge l’importanza di prevedere misure di supporto ad hoc: a partire dal varo della Hydrogen Valley in Sicilia, che può essere avvantaggiato da una più stretta sinergia tra il trasporto pubblico locale e i produttori di idrogeno, fino alla spinta sulle rinnovabili elettriche, per produrre idrogeno rinnovabile e altri vettori energetici.

L’Italia è ancora distante dal target di intensità carbonica dell’elettricità previsto dagli atti delegati (18,8 gCO2/MJ) per la produzione di idrogeno rinnovabile con elettricità prelevata dalla rete, nonché da quello di penetrazione delle rinnovabili, stabilito al 90% per il 2030 dagli atti delegati UE. Per produrre idrogeno rinnovabile è fondamentale quindi accelerare la produzione di energia elettrica rinnovabile e sviluppare una strategia per produrre idrogeno in modo competitivo nel Mezzogiorno, dove c’è un potenziale più elevato in termini di installazioni di rinnovabili.

Sicilia, prima Regione in Italia per potenziale eolico galleggiante

L’eolico offshore galleggiante sarà fondamentale per scalare rapidamente e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. L’Italia è infatti il terzo mercato potenziale per eolico offshore galleggiante: il 62% del potenziale italiano di energia elettrica rinnovabile proviene da questa tecnologia. In particolare, la Sicilia è la prima Regione in Italia per potenziale di eolico offshore galleggiante, pari a 65 GW, ed è allo stesso tempo quella con il maggiore divario da colmare in termini di installazioni rinnovabili.

Inoltre, il Paese può aspirare a produrre più di 2,1 GW entro il 2030 facendo leva su una catena del valore industriale in cui ha una consolidata leadership, con un valore di 255 miliardi di euro (2° in UE) e 1,3 milioni di dipendenti. Ad esempio, la realizzazione di 20 GW di eolico offshore galleggiante potrebbe generare fino a 57 miliardi di euro di valore aggiunto e creare 680 mila FTE entro il 2050.
 

L’eolico offshore galleggiante sarà dunque fondamentale per scalare rapidamente e raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, anche grazie ai minori impatti ambientali – e di conseguenza un minore rischio di non essere accettato dalla popolazione; inoltre crea importanti opportunità di sviluppo locale (piattaforme galleggianti, cantieristica, infrastrutture portuali, produzione di idrogeno).

“Lo sviluppo della filiera dell’idrogeno in Italia potrebbe portare significativi benefici: consentirebbe di ridurre le emissioni di CO2 del 28% entro il 2050 e di generare un valore cumulato della produzione compreso tra 890 e 1.500 miliardi di euro e tra 320.000 e 540.000 nuovi posti di lavoro. Tuttavia, per abilitare questi vantaggi è necessaria una strategia di governance unitaria che sia in grado di riunire gli operatori industriali e i diversi ministeri coinvolti, per fornire obiettivi di produzione e consumo, regolamentazione di riferimento e sistemi di supporto e di incentivazione”, spiega Corrado Panzeri, Partner e Head of Innotech Hub  The European House – Ambrosetti. “In particolare, per produrre idrogeno rinnovabile è fondamentale che l’Italia acceleri la produzione di energia elettrica rinnovabile e sviluppi una strategia per il Mezzogiorno, dove c’è un potenziale più elevato in termini di installazioni di rinnovabili. Il Sud Italia – con la Sicilia in prima linea – può guidare la transizione energetica del Paese, assumendo un ruolo cruciale nella filiera dell’eolico offshore galleggiante: anche in questo caso, però, per promuovere filiere locali è urgente definire un quadro normativo che dia certezza agli operatori e indirizzi investimenti nel breve termine”.

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