Rinnovabili

Già 63 piccoli comuni pronti a partire con le comunità energetiche rinnovabili

comunità energetiche solida

Con la pubblicazione della delibera ARERA 727, giunta a 13 mesi dalla pubblicazione del D.Lgs 199/21 che ha sancito la nascita formale del modello delle Comunità Energetiche Rinnovabili, ha avvio una nuova fase, destinata a modificare sostanzialmente le modalità di produzione e consumo di energia nel nostro Paese.

Una fase alla quale già da alcuni mesi sta lavorando Albatros, una rete di imprese e professionisti  diffusa in 14 regioni italiane (dalla Romagna alla Sardegna, passando per la Lazio, Calabria, Toscana, Veneto e Lombardia) che conta oltre 100 professionisti, tra esperti in diritto amministrativo, ingegneri e ricercatori del settore energetico, della finanza complementare e del web, 64 dei quali attivamente impegnati ella creazione delle comunità energetiche e per la redazione delle domande di accesso ai contributi della misura PNRR M2C3.1.2, che ha come obiettivo migliorare le entrate dei comuni al di sotto dei 5.000 abitanti  anche attraverso il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione energetica di agenda 2030.

Ad oggi sono stati già 63 i comuni Italiani  ad avere affidato ad Albatros l’incarico per per la creazione di una propria CER per un totale di circa 150/170 MW di potenza da nuovi impianti di produzione da fonti rinnovabili.

Il progetto di Albatros e che ha ottenuto i consensi dei 63 comuni, in 21 dei quali si è già svolta l’attività preliminare fino all’assemblea pubblica con la cittadinanza, è sviluppato in collaborazione con Mediatip Cesena, socia della rete Albatros a cui è affidato il compito di sviluppare la piattaforma digitale che permetterà ai soci (ovvero i cittadini che aderiranno alla CER) prosumer e consumer  di incassare ritorni economici delle comunità energetiche e degli autoconsumatori diffusi, senza implicazioni gestionali.

“Con questo progetto – spiegano Andrea Prato, COO di Albatros e Luigi Angelini AD di Mediatip – intendiamo mettere a disposizione dei comuni italiani, in special modo di quelli che hanno dimensioni ridotte, e di conseguenza anche meno risorse umane a disposizione, tutti quegli strumenti indispensabili anche ad accedere ai fondi del PNRR creando al contempo un modello di welfare virtuoso grazie all quale sarà possibile gestire i flussi finanziari dei soci attraverso delle card che assicureranno trasparenza ed efficienza nella delicata fase di ripartizione degli incentivi di legge”.

Exit mobile version