Negli ultimi anni le energie rinnovabili sono diventate un’asset class dominante non solo nell’ambito dell’energia, ma anche in quello delle infrastrutture. Eventi di rilevanza globale come la pandemia da COVID-19, la conferenza COP-22 e COP-26, la guerra in Ucraina e il pericoloso aumento delle temperature hanno portato non solo a regolamentazioni più stringenti in tema di cambiamento climatico, ma anche ad un aumento dell’interesse per le energie rinnovabili. Il Comitato Intergovernativo per la Politica Climatica (IPCC) ha recentemente pubblicato il proprio report dove si analizza l’impatto che l’uomo sta avendo sul clima e le sfide che si dovranno affrontare in futuro. Secondo questo report, siamo entrati in una red zone in cui ogni comportamento può causare danni irreversibili al nostro pianeta. È inevitabile perciò constatare che siamo davanti ad un punto di flessione e probabilmente sull’orlo di cambiamenti strutturali del mercato energetico.
Sulla scia di questa emergenza, l’Europa è intervenuta emanando diversi pacchetti normativi (Green Deal Europeo) atti a definire e regolamentare il percorso verso l’importante obiettivo della neutralità climatica entro il 2050. All’interno di questo scenario è stato approvato un pacchetto di proposte denominato “Fit for 55” con lo scopo di ottenere entro il 2030 una riduzione delle emissioni di gas serra almeno del 55%. Nonostante l’aumento della produzione di energia rinnovabile sia cresciuto del 20% annuo negli ultimi 20 anni, è necessaria un’accelerazione drastica per poter raggiungere questi obiettivi con investimenti previsti pari a più di mille miliardi di Euro nei prossimi 10 anni.
Un altro elemento che sta cambiando il sistema energetico europeo è l’invasione russa, la quale ha generato forti incertezze sull’approvvigionamento del gas e un aumento vertiginoso dei prezzi dell’elettricità, passati da una media di circa EUR 40/50 per MWh fino a oltre EUR 300 negli ultimi 12 mesi. Per sopperire all’emergenza e rendere l’Unione Europea indipendente dal gas russo, sono state introdotte diverse politiche e procedure. Nel breve termine alcuni impianti di carbone dismessi verranno messi nuovamente in funzione e le chiusure programmate verranno ritardate. Per quanto riguarda il medio termine ci si aspetta maggiori importazioni di GNL, mentre nel lungo termine si prevede un ruolo significativo da parte dell’idrogeno. Ma cosa significa questo per il mix energetico in Europa? Vi sono molte previsioni con percentuali differenti formulate da diversi esperti del settore, ma l’elemento importante è che, indipendentemente dalle fonti prese in esame, la tendenza rimane invariata. Le energie rinnovabili avranno un ruolo sempre più importante del nostro mix energetico determinando una sempre maggiore necessità di investimenti che dovranno essere effettuati però in un periodo caratterizzato da estrema volatilità dei prezzi dell’elettricità e delle materie prime, e da aumenti di inflazione e di tassi di interesse.
Capital Dynamics ritiene che questo contesto abbia mostrato la resilienza di un’asset class come quella delle energie rinnovabili in grado di superare forti periodi di incertezza. La prova di quanto affermato si è verificata durante la pandemia da COVID-19, quando il valore degli asset i è rimasto immutato continuando a fornire agli investitori distribuzioni costanti. Si è potuto perciò constatare che gli investimenti in energie rinnovabili sono un’asset class in grado di affrontare i periodi di volatilità dei mercati.
L’inflazione in Europa si aggira intorno all’8% e questa condizione di mercato avvantaggia gli investimenti nelle energie rinnovabili. Capital Dynamics, come molti altri player di mercato, sta attualmente vendendo la propria energia a prezzi maggiorati, ma l’aspetto più interessante risiede nel trend di lungo termine.
Vi è un grande aumento di acquirenti di energia, incluso grande aziende, banche, retailer, i quali essendo esposti alla volatilità del mercato, vogliono comprare e “fissare” il prezzo della propria elettricità a lungo termine. Si tratta di contratti di acquisto di energia elettrica (PPA) di lungo termine, dove il prezzo dell’energia è fisso e concordato da subito. Stiamo quindi assistendo non solo ad un aumento del numero di aziende, ma anche del prezzo a cui sono disposti a stipulare contratti a lungo termine (PPA), elemento importante in un contesto inflazionistico in cui i costi di costruzione aumentano.
All’interno di questo contesto, l’Italia ricopre un ruolo interessante rappresentando il secondo più grande mercato fotovoltaico europeo con una capacità installata a fine del 2021 di circa 22,1 GW di energia solare e 11,6 GW di eolico onshore. Storicamente l’Italia ha incontrato enormi difficoltà nello sviluppo di nuove energie rinnovabili a causa sia della conformazione del terreno che rende complessa la costruzione di impianti rinnovabili su larga scala sia a causa dell’elevata burocrazia che ha allungato le tempistiche per l’ottenimento delle autorizzazioni.
Nonostante le difficoltà menzionate, l’Italia ha annunciato impegni estremamente ambiziosi. Nel Piano Nazionale Energia e Clima, l’Italia si impegna a raggiungere entro il 2030 una capacità di 52 GW di fotovoltaico e 19,3 GW di eolico (di cui 900 MW offshore) e, per poter realizzare questi obiettivi, ha emanato un decreto di semplificazione per snellire l’iter dei permessi di costruzione. Tale approccio semplificato dovrebbe determinare un significativo aumento delle opportunità di ready to build nei prossimi 24-36 mesi e dovrebbe portare ad un’accelerazione nello sviluppo del mercato dei contratti a lungo termine (PPA). Si tratta quindi di un mercato in forte crescita in cui Capital Dynamics intende continuare ad investire mantenendo la propria posizione di leadership.