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Schneider Electric presenta il primo tool gratuito per il calcolo di CO2 dei Data Center

Lo strumento TradeOff che calcola le emissioni CO2 lungo il ciclo di vita aiuta a stimare l'impronta di carbonio totale (Scope 1, 2 e 3) per tutte le emissioni lungo la catena del valore, comprese quelle indirette

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via depositphotos.com

Schneider Electric™, leader mondiale nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione, ha presentato  un nuovo framework per aiutare le aziende a comprendere l’intero impatto ambientale dei Data Center aziendali. Lo strumento, descritto in dettaglio in questo whitepaper, comprende uno strumento gratuito TradeOff sulle emissioni di CO2 lungo il ciclo di vita del DataCenter, il primo del suo genere, per stimare con precisione l’impronta di CO2 totale dei Data Center, comprese le emissioni Scope 1, 2 e 3. Quantificando le emissioni Scope 3 della catena di valore del Data Center, le aziende possono misurare la loro impronta di CO2 totale, compresa quella dei servizi IT esternalizzati da Cloud e Colocator Service Provider.

Il whitepaper di Schneider Electric adotta un approccio basato sui dati per aiutare gli operatori dei Data Center a identificare e classificare le emissioni provenienti dalle operazioni e dalla catena di fornitura, per poi dare priorità agli sforzi per ridurre le emissioni di anidride carbonica. 

Dal momento che gli Stati Uniti e l’Unione Europea stanno proponendo norme per imporre, migliorare e standardizzare le informazioni relative al clima, la contabilizzazione e la rendicontazione delle emissioni Scope 3 diventeranno un requisito fondamentale in un prossimo futuro.  Stabilire e implementare un quadro di riferimento per i gas serra che includa il conteggio delle emissioni di anidride carbonica e la definizione di obiettivi, rivedendo sistematicamente i dati aziendali e le fonti di emissione, è la base per creare un piano di riduzione realizzabile.  La produzione di energia elettrica, le emissioni di gas serra e il consumo di acqua determinano l’impronta di CO2 e l’impronta idrica dei Data Center, e vanno conteggiate anche le emissioni dei fornitori. 

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“Lo sviluppo di una strategia climatica che identifichi la principale fonte di emissioni di CO2 nella catena del valore sta rapidamente diventando una priorità del settore dei Data Center, insieme all’urgenza di stabilire framework di facile utilizzo. Sosteniamo al 100% la volontà del settore di diventare il più sostenibile al mondo rendendo le risorse gratuite e facilmente disponibili”, ha dichiarato Pankaj Sharma, Executive Vice President della divisione Secure Power di Schneider Electric. “Abbiamo condiviso il nostro ultimo whitepaper e il nostro calcolatore gratuito di CO2 nel ciclo di vita, in un momento in cui gli operatori dei Data Center cercano sempre più di capire quale sia la loro impronta di anidride carbonica. Gli operatori di Data Center proattivi sono consapevoli che in futuro saranno tenuti a raggiungere obiettivi climatici net-zero per soddisfare le aspettative dei loro stakeholder, tra cui clienti, investitori, dipendenti, Partner commerciali e comunità a monte e a valle della catena del valore”. 

I punti più importanti del whitepaper includono: 

  • Un “Data Center Lifecycle CO2e Calculator” per quantificare i dettagli che determinano le emissioni Scope 3 in un Data Center aziendale, come CO2 residua e dei singoli sistemi. 
  • Un approccio alla gestione di un ipotetico Data Center da 1 megawatt con particolare attenzione alle emissioni Scope 3 e alle azioni di miglioramento proposte, come l’acquisto di componenti efficienti e a basse emissioni di carbonio. 
  • Consigli sulle metriche standardizzate e su cosa misurare, ad esempio le attività legate ai combustibili e all’energia, il trasporto e la distribuzione a monte.

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