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Bando rottamazione stufe Piemonte: tra requisiti l’accatastamento dell’impianto

Una misura che favorisce il popolamento dei catasti informatici e la regolarizzazione degli impianti termici a biomassa legnosa

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Credits: AIEL

Nel Libro Bianco sul futuro del riscaldamento a legna e pellet, recentemente elaborato da AIEL – Associazione italiana energie agroforestali, uno degli strumenti principali per attuare il turn-over tecnologico è il Conto Termico.

Per promuoverne e rafforzarne l’utilizzo, AIEL propone di abbinare a questo incentivo nazionale altri sostegni, attraverso bandi regionali puntando molto l’attenzione sull’importanza di prevedere, tra i requisiti necessari per l’accesso, anche la registrazione del generatore a biomassa nel Catasto regionale degli impianti termici, la presentazione della Dichiarazione di Conformità (DiCo) e dell’attestato di qualifica FER dell’installatore-manutentore.

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In questa direzione si è mossa la Regione Piemonte con un bando sinergico al Conto Termico, destinato a supportare la sostituzione di un vecchio generatore a biomassa legnosa con uno nuovo, sempre a legna o pellet, che grazie alle moderne tecnologie, è in grado di assicurare alti rendimenti e basse emissioni. L’accesso all’incentivo avviene a condizione di aver regolarizzato l’impianto esistente da sostituire attraverso la compilazione del Libretto d’impianto e la registrazione dell’impianto al Catasto impianti termici della Regione.

Per contestualizzare le condizioni richieste dalla Regione per l’accesso all’incentivo e comprendere quali “rischi” siano previsti per gli inadempienti, è utile approfondire brevemente il quadro legislativo sanzionatorio in vigore.Le sanzioni sono disciplinate dall’articolo 78 della legge regionale 31 ottobre 2017 n. 16.

Il responsabile dell’esercizio e della manutenzione dell’impianto termico che non fornisce all’installatore o al manutentore incaricato del controllo e manutenzione dell’impianto termico tutti i dati necessari per la compilazione del libretto di impianto, ai sensi della deliberazione della Giunta regionale 6 ottobre 2014, n. 13-381 è punito con la sanzione amministrativa non inferiore ad euro 100,00 e non superiore ad euro 900,00”.

“L’installatore o il manutentore incaricato del controllo e manutenzione dell’impianto termico di cui all’articolo 7, comma 1 del decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 74 e che dispone delle informazioni di cui al comma 1 bis, che non provvede ad inserire il libretto di impianto nel catasto informatizzato degli impianti termici entro i termini previsti dalla deliberazione della Giunta regionale n. 13-381 del 2014, è punito con la sanzione amministrativa non inferiore ad euro 100,00 e non superiore ad euro 900,00”.  

L’installatore o il manutentore incaricato del controllo e manutenzione dell’impianto termico che non esegue a regola d’arte le attività o non provvede ad inserire nel catasto informatizzato degli impianti termici il rapporto di controllo di efficienza energetica entro i termini previsti dalla deliberazione della Giunta regionale n. 13-381 del 2014, è punito con la sanzione amministrativa non inferiore ad euro 100,00 e non superiore ad euro 900,00″.

L’articolo 16 della legge 689/1981 (Pagamento in misura ridotta) stabilisce che “È ammesso il pagamento di una somma in misura ridotta pari alla terza parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione (euro 100,00) pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del procedimento, entro il termine di sessanta giorni alla contestazione immediata o, se questa non vi è stata, dalla notificazione degli estremi della violazione.”

In sostanza, il responsabile di impianto (cioè l’utente finale possessore dell’impianto) può incorrere in una sanzione che, se pagata nei 60 giorni, ammonta (solo) a € 200 euro a fronte di un incentivo supplementare regionale di € 1.500 per stufe e termocamini e di € 3.000 per le caldaie domestiche.  Quindi chi in passato non ha rispettato le regole rischia di “perdere” 200 € di incentivo, ma finalmente regolarizza la propria posizione.

Misure come quella messa in campo da Regione Piemonte possono produrre risultati positivi sul piano del popolamento dei catasti informatici e della regolarizzazione degli impianti termici, requisiti essenziali per garantire la sicurezza e monitorare il processo di riqualificazione tecnico-ambientale del parco generatori installato nel nostro Paese. AIEL stima che gli apparecchi a legna e pellet installati in Italia da più di 10 anni sono 6,3 milioni, circa il 70% del parco installato, e contribuiscono all’emissione dell’86% del PM10 derivante dalla combustione domestica della biomassa. Queste tecnologie di combustione superate producono la parte prevalente delle emissioni di PM10 e la loro sostituzione è prioritaria per abbattere le emissioni di polveri sottili in atmosfera.