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ASSOIMBALLAGGI: oltre 20% aumento per costi materia prima per pallet

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Foto di Andreas Lischka da Pixabay

“È dal luglio 2020 che siamo di fronte a un progressivo e costante aumento del prezzo della materia prima necessaria alla fabbricazione di pallets, con le ovvie ricadute negative sul settore, già in difficoltà per la crisi dovuta al Covid 19. Dai dati del CRIL, (Centro ricerche imballaggi in legno) è evidente che l’impennata dei prezzi dell’ultimo trimestre 2020 risulta superiore al 20% e la crescita non si è fermata nei primi due mesi del 2021. Dal prossimo rilevamento, previsto a marzo, 2021 ci aspettiamo un altrettanto forte aumento rispetto a dicembre 2020. Una crescita così repentina rende difficile ogni previsione, ma soprattutto organizzare l’approvvigionamento per i prossimi mesi, senza sapere se i prezzi continueranno a crescere, magari anche in modo importante, oppure si fermeranno a quelli attuali, è una missione pressoché impossibile”.

A lanciare l’allarme è il Gruppo Pallet di Assoimballaggi di FederlegnoArredo, che rappresenta oltre 300 aziende italiane di produzione di imballaggi in legno e sughero.

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“Se tale situazione dovesse protrarsi ancora – spiega Massimiliano Bedogna, Consigliere incaricato Gruppo Produttori Pallet di Assoimballaggi – il rischio per le imprese produttrici di pallet è quello di non riuscire ad approvvigionarsi del materiale necessario per continuare la normale produzione e soddisfare tutte le richieste dei clienti fra i quali, è doveroso ricordarlo, rientrano anche il settore alimentare e farmaceutico che, proprio durante la pandemia, sono stati gli unici a non fermarsi mai, quali produttori di beni essenziali che ‘viaggiano’ sopra i pallet”. 

Le industrie del settore si sono trovate a fare i conti con un aumento che ha messo in difficoltà prima di tutti gli uffici acquisti, sia per la velocità con cui il prezzo sta salendo, sia per la difficoltà di reperire il giusto tipo di materiale da utilizzare nella produzione dei pallet.

 “Volendo soffermarci sulle cause che hanno un comune denominatore nello scoppio della pandemia è evidente che fra queste la principale è la forte richiesta di materia prima da Nord America e Cina, dove la domanda non ha subìto contrazioni o è addirittura aumentata. Nello stesso periodo – conclude  Bedogna-  l’offerta di legname è diminuita visto che alcune aree geografiche come Svezia, Germania, Irlanda Stati Uniti e Canada hanno dovuto ridurre, se non interrompere momentaneamente, le normali attività di produzione.

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Le disposizioni introdotte per limitare i contagi da Covid-19, hanno limitato i trasporti commerciali, soprattutto tramite container, causando difficoltà negli approvvigionamenti a livello globale.

In Europa, la definitiva uscita del Regno Unito dalla U.E. ha ulteriormente complicato e ritardato il transito dei container e delle merci”.

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