Tra i CAM meno applicati nei Comuni quelli nei settori edilizio e tessile. Torino città più performante. Positivo impatto socio-ambientale e migliore immagine verso gli utenti, i maggiori benefici riscontrati dagli enti che attuano il GPP
Buone notizie, anche se non ancora del tutto soddisfacenti, dalla XVI edizione del Forum Compraverde Buygreen 2022, giunto alla seconda e ultima delle due giornate organizzate a Palazzo WeGil, in largo Ascianghi a Roma: secondo i dati del quinto rapporto “I numeri del Green Public Procurement in Italia” dell’Osservatorio Appalti Verdi, nato dalla collaborazione di Legambiente e Fondazione Ecosistemi, in partnership con Assosistema, Novamont, Università degli Studi di Padova, AdLaw Avvocati Amministrativisti e Federparchi, il trend di applicazione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) negli appalti per l’acquisizione di beni e nei servizi da parte dei capoluoghi di provincia è in crescita: 1 su 3 quelli che dichiarano di adottare tra l’80 e il 100% dei parametri del Green Public Procurement, ossia 35 sugli 89 che hanno preso parte al monitoraggio civico. L’anno scorso, su dati riferiti al 2020, erano poco meno di uno su tre.
Comuni ma non solo. Oltre agli 89 capoluoghi, l’Osservatorio ha monitorato anche 35 Aziende Sanitarie Locali, 91 Aree Protette e, per la prima volta, dieci Centrali di Committenza Regionali. Novità di questa edizione è il calcolo di un indicatore complessivo del GPP che tiene conto di più elementi: da un lato, l’adozione dei CAM, dall’altro fattori come il monitoraggio interno, la formazione del personale, il rispetto della parità di genere e il livello di diffusione di conoscenza del GPP negli enti presi in considerazione. Un lavoro che da oggi sarà possibile consultare nel dettaglio attraverso una piattaforma ad hoc presentata questa mattina al forum.
Rispetto agli acquisti verdi e i CAM, oggi la loro adozione è prerequisito essenziale per concorrere ai bandi del PNRR. Ma il tema degli acquisti verdi riguarda più in generale tutto il mondo delle imprese in un’ottica di economia circolare ed efficientamento dei processi. Una spinta in avanti è arrivata con l’introduzione del Dnsh (Do no significant harm), principio in base al quale gli interventi previsti dal PNRR non dovranno arrecare un danno significativo all’ambiente.
Nel complesso, sono 35 i Comuni che registrano un tasso di attuazione dei CAM superiore all’80%, 18 quelli che raggiungono il 100%, ovvero più del doppio rispetto allo scorso anno: Belluno, Bolzano, Brescia, Chieti, Cuneo, Ferrara, Forlì, Imperia, Latina, Mantova, Modena, Monza, Padova, Pavia, Pordenone, Rimini, Savona e Trento.
Tenuto conto di tutti i fattori che concorrono a formare l’indicatore complessivo, il capoluogo più performante risulta Torino.
Entrando nello specifico, il 98% delle amministrazioni coinvolte è a conoscenza del GPP, in crescita rispetto allo scorso anno. I criteri ambientali più applicati sono quelli relativi all’acquisto di stampanti, di carta in risme e sui servizi di pulizia, quelli meno applicati riguardano invece l’edilizia (il 37,8%, dato in peggioramento rispetto allo scorso anno), i prodotti tessili (il 37%), l’acquisto di calzature e accessori in pelle (il 34,7%). Tra le maggiori criticità che i capoluoghi riscontrano nell’applicazione dei CAM, al primo posto figurano la mancanza di formazione (46%), seguita dalle difficoltà nella stesura dei bandi (41%) e dalla mancanza di imprese (25%) dotate dei requisiti per la partecipazione a bandi che hanno integrato i CAM.
“Criteri Ambientali Minimi e GPP sono strumenti strategici nello sviluppo dell’economia circolare e delle rinnovabili, e più in generale nella realizzazione di una effettiva transizione ecologica nel nostro Paese. Nonostante una normativa assolutamente all’avanguardia in tal senso, l’Italia sconta ancora un importante ritardo nella loro piena implementazione: l’Osservatorio Appalti Verdi nasce cinque anni fa proprio con l’obiettivo di monitorare la loro adozione negli enti pubblici – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – Di edizione in edizione, nel nostro rapporto abbiamo rilevato un graduale miglioramento, anche se ancora troppo lento e inadeguato, nelle performance e anche nel 2021 assistiamo a una crescita dei CAM applicati. Proseguiamo dunque nel nostro lavoro – conclude Zampetti – dotandoci oggi di uno strumento prezioso quale la piattaforma webgis che consente di mappare i risultati raggiunti e di orientarsi nell’adozione di un approccio che deve incoraggiare la diffusione di tecnologie e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale”.
“Il rapporto dell’Osservatorio Appalti Verdi 2022 – commenta Silvano Falocco, direttore generale della Fondazione Ecosistemi – mostra un graduale miglioramento dello stato di attuazione del Gpp nei Comuni ma soprattutto negli enti gestori delle aree protette che, in crescita esponenziale, superano nettamente il dato dello scorso anno rispetto agli enti che dichiarano di applicare sempre i Cam. Il processo però è ancora troppo lento, in un momento in cui il ruolo degli appalti pubblici assume, tenendo conto dell’investimento del PNRR, una rilevanza mai raggiunta nel passato. Le regole del PNRR prevedono infatti di adottare, quale elemento propedeutico di qualsiasi finanziamento di soggetti pubblici o privati, il principio DNSH e quindi deI CAM. Le grosse difficoltà da parte dei soggetti interessati per quanto riguarda la formazione del personale, il monitoraggio interno e la stesura degli appalti vanno superate rapidamente. Le nostre proposte tengono conto di tutto questo e la loro presa in considerazione è di grande importanza per quei passi avanti decisivi che ormai da cinque anni spingiamo quotidianamente affinché vengano compiuti”, conclude Falocco.