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Althesys: FER e la crisi del gas impongono di ripensare il mercato elettrico

Marangoni è intervenuto a Key Energy all'incontro “Il settore elettrico del futuro. Rinnovabili, crisi energetica e innovazione disegnano il mercato al 2030”. Le diverse ipotesi per una riforma. Con il “Tope” spagnolo fino a 17 miliardi di risparmio, ma attuarlo in Italia non è facile

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Foto di Thomas B. da Pixabay

La crisi energetica che stiamo attraversando si accompagna all’attesa di una forte crescita delle fonti rinnovabili, mentre le fossili andranno verso un progressivo ridimensionamento per ridurre i rischi geopolitici e rafforzare l’indipendenza energetica. Efficienza energetica e più rinnovabili potranno ridurre i prezzi in futuro, ma occorrerà comunque ridisegnare il mercato elettrico per adeguarlo all’evoluzione della struttura industriale della generazione e delle infrastrutture in vista degli obiettivi di decarbonizzazione del sistema elettrico.

Lo ha detto questo pomeriggio Alessandro Marangoni, ceo di Althesys, intervenendo a Key Energy all’incontro “Il settore elettrico del futuro. Rinnovabili, crisi energetica e innovazione disegnano il mercato al 2030”. Entro una decina d’anni – ha sottolineato l’economista – grazie all’elettrificazione si ridurrà la domanda complessiva di combustibili fossili. Rimarranno comunque elementi di criticità, che dovranno comunque essere affrontati per poter avere un mercato elettrico più efficiente ”.

Per elettricità e gas in due anni tutto è cambiato

Ma cos’è successo nel mercato dell’energia dal 2020 a oggi? Nel giro prezzi di due anni si è passati da del gas che erano ai minimi storici a causa della pandemia (8 €/MWh a fronte di una domanda elettrica al suo minimo da inizio secolo) ai record verso l’alto del 2021 e 2022, con quotazioni oltre i 100 €/MWh già prima della guerra in Ucraina, per triplicare ad agosto. Nei primi otto mesi di quest’anno, la domanda di energia elettrica è poi tornata ai livelli pre-Covid, con prezzi superiori a 100 €/MWh da luglio 2021 e oltre 200 €/MWh da ottobre e un picco di 540 €/MWh nell’agosto scorso. E oggi, fortunatamente, grazie anche al clima mite e al riempimento degli stoccaggi, si assiste a un nuovo drastico calo dei prezzi del gas, mentre il PUN giornaliero è tornato sotto i 200 €/MWh dopo quattro mesi.

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Tre ipotesi per una riforma del mercato

Dopo anni di ipotesi per una riforma del mercato dopo l’ipotesi di una decisione si torna a parlare di come deve essere riformato il mercato elettrico, contemperando l’esigenza di contenere i costi delle bolle con quella di favorire la transizione energeticando lo sviluppo delle fonti rinnovabili.

Althesys ha analizzato tre diverse opzioni teoriche di funzionamento del mercato elettrico : quello attuale di System Marginal Price (SMP), quello del Pay as Bid (PAB) e un terzo, che prevede la scissione in due diversi segmenti di mercato : uno spot con l ‘attuale meccanismo del SMP per la generazione termoelettrica e uno forward per le rinnovabili, con prezzo fisso nel lungo periodo.

SMP sarebbe il meccanismo più economico in tutti gli scenari di prezzo del gas, il PAB il più economico. Il modello di due mercati darebbe risultati intermedi e simili al SMP sono nel caso di bassi prezzi del gas.

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Le simulazioni forniscono indicazioni piuttosto che circa gli effetti sui prezzi, ma potrebbero essere normativi ed attuativi poi esaminati gli aspetti regolati del quadro europeo.

Se queste sono le ipotesi per il medio e lungo periodo, come affrontare l’emergenza oggi? Le misure messe finora in campo dall’Italia per fronteggiare il “caro bollette” sono state adeguate? Si potrebbe fare qualcosa di diverso e di migliore?

Una risposta potrebbe arrivare dalle misure adottate in Spagna. Althesys ha analizzato anche cosa sarebbe successo se l’Italia avesse presentato il tetto al prezzo del gas per la generazione elettrica del tipo “TOPE” di Spagna-Portogallo .

Secondo le svolte dal team diretto da Marangoni, il tetto al prezzo del gas avrebbe permesso di risparmiare il 21%-23% del costo di approvvigionamento elettrico, cioè tra i 15,7 ei 17,5 miliardi di euro. L’applicazione di misura non, tuttavia, così semplice, comportando, tra l’altro, la necessità di non favorire questa sarebbe a spese dei consumatori italiani, oltre alla compatibilità con le normative europee sugli aiuti di Stato.