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Acque grigie e reflue: la risorsa che non sapevamo di avere

Piano siccità: come si sta attrezzando la Francia?
Foto di Robert Stump su Unsplash

Solo il 4% dei reflui in Italia è effettivamente destinato al riutilizzo

Il trattamento e il riutilizzo dell’acqua nel settore residenziale sono diventati ormai temi di grande
rilievo quando si parla di uso sostenibile delle risorse idriche. Ma se da una parte aumenta l’attenzione
verso queste tematiche, dall’altra i dati parlano chiaro: secondo l’analisi del laboratorio Ref ricerche 1 ,
infatti, nonostante la crisi climatica in corso – con le sempre più ricorrenti fasi di siccità – in Italia i reflui
potenziali
che raggiungono una qualità tale da essere destinati al riutilizzo sono mediamente il
23% del volume depurato 2 , con punte del 41% nel nord-ovest e valori più bassi nel centro (6%). Non
solo: appena il 4% risulta effettivamente destinato al riutilizzo, principalmente per uso irriguo e
prevalentemente nelle regioni settentrionali.

Una maggior sensibilità da parte delle persone unita alla crescente consapevolezza dell’importanza
dell’acqua e alle sfide legate alla sua disponibilità, oggi, sempre più, dovrebbero stimolare la ricerca di
metodi innovativi per ridurne il consumo e massimizzarne l’efficienza all’interno delle proprie abitazioni.
Un esempio sono i sistemi di depurazione e riciclo dell’acqua che possono aiutare a fare la differenza.
“Oggi esistono varie tecnologie applicabili su diversa scala anche nel residenziale, tanto all’interno di
case quanto in ambito condominiale. La richiesta del mercato va in questa direzione e riteniamo sia
fondamentale, in proiezione futura, lavorare sempre più in sinergia con architetti e progettisti per la
messa a punto di impianti pensati per una gestione circolare e sostenibile della risorsa idrica.

Sicuramente c’è ancora molto da fare e anche l’ambito legislativo è ancora in fermento, ma analizzando
lo scenario possiamo affermare che qualcosa si inizia a muovere e le progettazioni dei nuovi stabili
iniziano a prevedere il riutilizzo delle acque grigie o nere all’interno dell’abitazione stessa, cosa che in
altri paesi è da tempo una realtà.” afferma Lauro Prati Direttore Business Unit Commercial & Industrial
Culligan Italiana e Vicepresidente Aqua Italia.

Il riutilizzo delle acque grigie provenienti da lavandini, docce e lavatrici che possono essere trattate e
recuperate per scopi non potabili – come irrigazione, sistemi di scarico dei WC, lavaggio di ambienti
esterni o automobili – rappresenta infatti un’alternativa che riduce la dipendenza dalle fonti di acqua
fresca per usi non essenziali. Un approccio che può portare quindi a numerosi benefici, tra cui la
riduzione del consumo di acqua potabile, il risparmio economico a lungo termine e una maggiore
consapevolezza delle tematiche ambientali di interesse globale.

Soluzioni innovative per il riciclo dell’acqua in ambito residenziale

A oggi, sono diverse le tecnologie disponibili sul mercato che possono essere adottate in condomini e
strutture abitative per depurare e conservare le acque di scarico. Grazie all’installazione di specifici
impianti come l’MFB (Membrane Filtration Block) – CUBO di Culligan, azienda leader nel settore di
trattamento acqua e con un polo produttivo d’eccellenza a Cadriano di Granarolo dell’Emilia in provincia
di Bologna, ad esempio, un’abitazione è in grado di trattare acque grigie e nere, riducendo così il costo
annuale dell’acqua. Installato in batterie modulari per soddisfare diverse esigenze di portata all’interno
di appositi locali tecnici o container all’aperto, MFB – CUBO è estremamente compatto e si adatta
facilmente sia a piccoli condomini che a residenze private. Per un approccio ancora più green-oriented,
questo strumento può essere alimentato da pannelli solari.

Anche il sistema compatto MBR (Membrane BioReactor) messo a punto da Culligan consente di
trattare 10.000 m 3 all’anno di acque di scarico rendendole conformi al rilascio in mare o all’uso irriguo. Adottato da un resort a cinque stelle sulla costa siciliana, MBR ha permesso all’hotel di
utilizzare l’acqua trattata quasi integralmente per irrigare il campo da golf e i prati della struttura,
preservando la falda dalle problematiche legate alla siccità e utilizzando l’acqua dolce per l’unico scopo
di produrre acqua potabile per la clientela. L’innovativa tecnologia MBR combina, infatti, il trattamento
a fanghi attivi con la separazione solido-liquido mediante membrane microporose e rappresenta
un’alternativa ottimale alla tradizionale separazione mediante chiarificazione secondaria. Una soluzione
facilmente adattabile anche al settore residenziale grazie alla sua estrema versatilità e modularità.
“Si tratta di soluzioni ancora poco conosciute e diffuse in particolare in ambito residenziale, ritengo che
la domanda di sistemi a membrane MBR sia destinata a crescere notevolmente nell’immediato futuro
perché il recupero delle acque di scarico sarà sempre più necessario in un mondo in cui la risorsa idrica
è destinata a ridursi notevolmente. Questi impianti, inoltre, soddisferanno la necessità di tutte quelle
persone che vogliono salvaguardare l’ambiente e ridurre gli sprechi a partire dalle mura di casa”
conclude Lauro Prati.

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