Il settore industriale sta passando da una sostenibilità “incidentale” a una “intenzionale” ma per ottenere i massimi benefici dal nuovo impegno è necessario un approccio ecosistemico che guardi al comparto nel suo insieme, supply chain compresa
In collaborazione con Schneider Electric
(Rinnovabili.it) – Negli ultimi anni il settore industriale ha accelerato i propri sforzi globali sul fronte della sostenibilità, tracciando progressivamente un nuovo percorso di transizione. Nella pratica sta prendendo ora corpo un concetto nato all’inizio degli anni ‘90, quando Michael Renner, ricercatore del Worldwatch Institute, definì per la prima volta il termine “industrie sostenibili” inquadrandole come realtà attente all’ambiente e più competitive grazie una maggiore efficienza nell’uso dell’energia e delle risorse. Oggi quella stessa idea di sostenibilità non solo si è ampliata inglobando i nuovi impegni di decarbonizzazione delle imprese, ma è divenuta a tutti gli effetti uno strumento di resilienza contro una serie di shock esogeni.
In questi anni cambiamenti climatici, pandemia, crisi energetica e inflazione hanno colpito a ripetizione il settore industriale, ma hanno anche mostrato che dare priorità alla sostenibilità nelle strategie aziendali non è più una solo una scelta, bensì una necessità. Orientare gli sforzi in questa direzione permette, infatti, di migliorare la produttività, la qualità e il valore di beni e servizi, il profitto, il posizionamento del brand e il suo appeal nei confronti di investitori e clienti, la capacità di innovare così come quella di affrontare cambiamenti strutturali o interruzioni nella supply chain.
Come mostra la recente analisi di Schneider Electric e MIT Technology Review, si sta diffondendo una certa consapevolezza di tali benefici. Le principali imprese industriali stanno facendo della sostenibilità l’obiettivo cardine del miglioramento dei processi piuttosto che un semplice sottoprodotto della gestione responsabile delle apparecchiature.
Ma per mettere a frutto tutti i vantaggi e dare al contempo un contributo significativo agli obiettivi climatici internazionali, serve una strategia di sistema; un approccio ampio e ragionato che guardi alle peculiarità dell’azienda e al tempo stesso si spinga oltre i confini della stessa.
In aiuto viene proprio Schneider Electric, leader nella fornitura di soluzioni digitali finalizzate alla gestione dell’energia, l’automazione e l’efficienza. La società ha da tempo elaborato la perfetta equazione della sostenibilità: una formula fatta di digitalizzazione ed elettrificazione dei consumi per macchine, processi e siti produttivi più green e smart.
“La formula di cui Schneider parla da tempo è: digitalizzazione + elettrificazione=sostenibilità”, afferma Claudio Giulianetti, Vice Presidente Industrial Automation di Schneider. “E’ un calcolo il cui risultato è maggiore della somma delle due parti. Un risultato positivo anche per il bilancio aziendale, ancora di più se si lavora su entrambi i fronti in modo integrato”.
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Da un lato dunque ci sono le nuove tecnologie digitali e di automazione perché come spiega Giulianetti “non esiste sostenibilità senza conoscenza dei processi produttivi, degli asset di produzione e di come si comportano in termini di consumi (energetici, di risorse e materie prime) e senza controllo delle performance”.
Dall’altro si spinge sulla diffusione del vettore elettrico perché “è il più efficiente e più ‘facile’ da rendere sostenibile aumentando la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili”.
Come si coniuga la formula di Schneider Electric al concetto delle industrie sostenibili?
Per dar forma a vere e proprie industrie sostenibili il comparto ha diverse leve a disposizione: può agire a livello di macchine, tecnologie e di siti produttivi coinvolgendo nell’impegno anche la propria catena di approvvigionamento. In questo contesto la formula di Schneider si traduce in un approccio ecosistemico in grado di azionare tutte queste leve per aiutare le imprese a divenire più green, intelligenti ed efficienti riducendo al contempo i costi.
Tecnologie e prodotti sostenibili
Negli anni la normativa ambientale di tecnologie e prodotti per l’industria è divenuta giustamente più stringente e oggi in Europa esistono diversi standard da cui apparecchiature e componenti non possono prescindere, come i requisiti per la gestione del fine vita (EoL), la dichiarazione ambientale di prodotto (PEP – Product environment profile), le norme REACh (registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) e ROHS (Restriction of Hazardous Substances). In questo campo l’impegno di Schneider Electric consiste, oltre a fornire prodotti pienamente conformi alle norme, se non superiori, nel favorire dati chiari e trasparenti, assieme a modalità di progettazione e di fabbricazione che agevolano lo smontaggio, il recupero e il riciclo dei propri prodotti. Nel 2008 la società ha sviluppato Green Premium™, programma di sostenibilità dei prodotti, che fornisce ai clienti informazioni sulle sostanze pericolose, sull’impatto ambientale e sulle istruzioni per lo smaltimento.
Macchinari e processi sostenibili
Modernizzare i processi produttivi per ridurre i passaggi e la quantità di materie prime utilizzate è fondamentale per l’industria in ottica di un percorso green e smart. Grazie a soluzioni digitali basate sui software Schneider Electric aiuta le imprese a incrementare le prestazioni dei macchinari, ottimizzare i processi e la manutenzione degli apparecchi.
Utilizzando programmi ad hoc, analisi dei dati e sensori basati su Internet of Things (IoT) è possibile identificare sprechi, prevenire guasti e valutare le condizioni operative con maggiore precisione; si può arrivare a riprodurre, con l’utilizzo di software per il digital twin, un modello digitale di macchine e linee produttive. Si tratta di un approccio orientato all’innovazione con cui è possibile gestire l’intero ciclo di vita della macchina per far crescere non solo l’efficienza ma anche la sostenibilità Tutto ciò infatti ottimizza direttamente la produzione ma nel contempo permette alle aziende di ridurre anche la propria impronta di carbonio grazie ad una gestione più intelligente di energia e materie prime.
E questo le aiuta compiere i primi passi verso un modello di business più circolare. “Non si tratta soltanto di industria manifatturiera. Settori come utility elettriche e idriche stanno attivando enorme potenziale di risparmio di risorse grazie all’integrazione di soluzioni software e hardware di monitoraggio e controllo delle reti e dei consumi. E di tutti i consumi”, sottolinea Giulianetti. “Abbiamo dei clienti come Padania Acque che hanno dimostrato [grazie a soluzioni software dedicate] di ridurre il consumo di energia del 5%, aumentare l’affidabilità operativa del 20% e anche dimezzare le perdite sulla rete rispetto alla media nazionale”.
Siti produttivi
Una terza leva della sostenibilità è quella che guarda attentamente ai siti produttivi e agli edifici inserendoli in un preciso percorso di decarbonizzazione. Come? Efficientando gli immobili, elettrificando i consumi, diversificando le fonti energetiche impiegate, acquistando da produttori di energia rinnovabile o sviluppando microreti “rinnovabili” per produrre internamente energia verde per l’autoconsumo. Anche in questo caso vengono in aiuto le tecnologie digitali. L’offerta tecnologica di Schneider permette di abilitare soluzioni smart building e di gestione dell’energia, in grado di ottimizzare l’operatività, gestire le microreti e bilanciare i carichi elettrici, monitorare costantemente i sistemi, identificare i guasti per affrontare proattivamente le inefficienze degli edifici.
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“Possiamo supportare la digitalizzazione e l’efficientamento dell’azienda nel suo complesso, non solo in produzione”, spiega Giulianetti. “L’azienda è anche un edificio che va gestito, è un ambiente digitale che ha bisogno di infrastrutture datacenter locali da alimentare e mantenere disponibili, dei suoi sistemi di distribuzione elettrica. La nostra capacità è connettere tutto con la piattaforma EcoStruxure™ che tocca tutti questi ambiti, permettendo di ottimizzare ogni aspetto. Ad esempio, ci sono imprese che hanno adottato i nostri sistemi di Building Management anche nelle sedi produttive“.
“A fronte di tutte queste opportunità, capire quale strada percorrere può essere complesso. In questo senso, si rivela fondamentale un approccio di tipo ‘consulenziale’ nei confronti del cliente determinato a migliorare la propria sostenibilità. Il nostro compito è accompagnare l’azienda, a partire da una attenta e completa valutazione della situazione di partenza, per individuare gli obiettivi di breve e medio/lungo termine da raggiungere e le azioni più efficaci per raggiungere il traguardo, che si tratti di rendere più efficiente una macchina oppure di trasformare un intero processo produttivo” aggiunge il manager.
Supply chain sostenibili
La decarbonizzazione industriale non può puntare solo sulla riduzione delle emissioni dirette derivanti dal funzionamento dell’impianto e di quelle indirette derivanti dall’acquisto di energia. Un peso rilevante lo hanno infatti anche le emissioni a monte, quelle legate alla catena di approvvigionamento, le più difficili da misurare e gestire. Ecco perché è fondamentale stabilire chiari obiettivi di decarbonizzazione insieme ai propri fornitori, includendoli come criteri specifici di approvvigionamento e acquisto e lavorando assieme per raggiungerli. In questo senso, la sostenibilità è da considerare un percorso di filiera, che crea ulteriore competitività diventando un fattore rilevante di scelta dei fornitori. E chi è più avanti nel percorso, ha il compito di supportare l’evoluzione della supply chain.
Ad esempio Schneider ha creato il progetto Zero Carbon, rivolto ai suoi 1000 più importanti fornitori, per aiutarli ad abbattere del 50% le loro e le loro emissioni di CO2 operative entro il 2025. Ancora una volta, la parola chiave è ecosistema: il progetti infatti è supportato da una comunità digitale in cui si mettono a disposizione opportunità di formazione, risorse, guida e supporto all’implementazione di tecnologie sostenibili.