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Il buco nero della finanza per il clima globale: 2 dollari su 3 non arrivano a destinazione

Finanza per il clima: in 9 anni, sprecati 2/3 delle risorse mobilitate
Foto di Jp Valery su Unsplash

Finanziati anche una centrale a carbone e hotel sulla costa

(Rinnovabili.it) – Alla Cop28 di Dubai si parlerà molto di finanza per il clima. Finalmente i paesi ricchi hanno raggiunto l’obiettivo di mobilitare 100 mld $ l’anno, ma bisogna impostare il nuovo target post 2025, iniziare a chiudere il gap della finanza per l’adattamento alla crisi climatica, e rendere operativo il Meccanismo Perdite e Danni che aiuterà i paesi più vulnerabili a non finire stritolati dall’impatto del climate change. Ma soprattutto la conferenza sul clima Cop28 deve cambiare decisamente rotta rispetto a come la finanza climatica è stata messa a disposizione finora. Il motivo? Circa 2 dollari su 3 promessi non è stato mai sborsato, oppure è finito in progetti che poco hanno a che fare con il contrasto della crisi climatica.

A rivelarlo è un rapporto di ONE Campaign, che ha fatto i conti in tasca alla finanza per il clima promessa dai paesi con le economie più avanzate tra il 2013 e il 2021. I dati provengono dalla reportistica ufficiale degli stati, su cui si basano le elaborazioni dell’OCSE e della Convenzione Quadro dell’ONU sul Cambiamento Climatico (UNFCCC).

Dove finisce la finanza per il clima?

Il totale teorico, ovvero dichiarato, di finanza per il clima mobilitata nel periodo in esame arriva a 343 miliardi di dollari. Ma a molti paesi vulnerabili sono arrivate decisamente meno risorse di quelle promesse. In particolare in Africa. Secondo i dati del gruppo di advocacy, la Nigeria ha ottenuto il 75% in meno di quanto pattuito, un ammanco di 4,5 mld $. La stessa cifra è mancata al Kenya. Mentre il Senegal ha ricevuto 2,8 mld $ in meno di quanto era stato promesso.

Tra i fondi destinati, anche qui in teoria, a progetti e interventi per contrastare la crisi climatica e migliorare le misure di mitigazione e adattamento, una parte non piccola è stata destinata a tutt’altro. Analizzando i dati, ONE Campaign rileva che la finanza per il clima è stata convogliata addirittura sulla costruzione di una centrale a carbone, oppure su opere che nulla hanno a che fare con il climate change come hotel sulla costa.

“Non esiste alcun tipo di verifica o controllo di ciò che viene riportato”, ha detto a Reuters, che ha visto in anteprima il rapporto, David McNair, direttore esecutivo della politica globale dell’associazione. “Non esiste alcun tipo di responsabilità”.

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