Il vertice del 22-23 giugno convocato da Macron per innescare un cambiamento nell’architettura globale della finanza per il clima ha prodotto pochi risultati significativi
L’appuntamento fa seguito alla richiesta della Cop27 di un patto globale sulla finanza climatica
(Rinnovabili.it) – C’è ancora un gap enorme tra gli strumenti messi in campo per mobilitare la finanza climatica e il grado di cambiamento radicale e sistemico di cui c’è bisogno per tenere gli 1,5°C a portata di mano. Dal summit convocato a Parigi il 22-23 giugno dal presidente francese Emmanuel Macron non esce l’auspicato patto globale sulla finanza climatica ma solo poche iniziative sparse.
Chi prova a vedere il bicchiere mezzo pieno ha un argomento valido: le principali istituzioni finanziarie internazionali stanno dimostrando che vogliono cambiare, e che prendono sul serio la crisi climatica e la necessità di accelerare sull’adattamento oltre che sulle misure di mitigazione. Nella capitale francese il Fondo monetario internazionale (FMI) e la Banca mondiale (BM) hanno annunciato nuovi strumenti che vanno in questa direzione.
Le nuove misure per la finanza climatica
L’FMI ha messo sul tavolo un obiettivo raggiunto: 100 miliardi di dollari di diritti speciali di prelievo (SDR) riorientati verso paesi con maggiori necessità. Gli SDR sono l’unità di conto dell’FMI, una valuta fittizia calcolata sulla base di un paniere di monete reali tra cui dollaro, euro, renminbi che viene usata per incrementare artificialmente le riserve ufficiali di valuta di un paese, garantendogli così più liquidità.
Mentre la Banca Mondiale, dal canto suo, ha annunciato che i paesi più vulnerabili al climate change potranno ottenere una pausa dal ripagare il loro debito se colpiti da disastri climatici. A corredo sono state presentate altre misure, tra cui maggiore flessibilità nel reindirizzare i fondi per rispondere tempestivamente alle emergenze climatiche.
Verso una nuova architettura globale
Si tratta dei primi, timidissimi passi verso quella riforma dell’architettura della finanza climatica globale che è entrata di diritto nell’agenda dell’azione per il clima durante la Cop27. L’anno scorso al summit di Sharm el-Sheikh, un punto della decisione finale chiedeva di riformare profondamente il sistema finanziario globale per allinearlo alle esigenze di un mondo caratterizzato dalla crisi climatica. In pratica una nuova Bretton Woods attenta al climate change. L’iniziativa è stata lanciata dalla premier di Barbados Mia Mottley e ha raccolto subito consensi trasversali.