Prendono forma le linee guida della Banca d’Italia su raccolta e comunicazione dei dati ESG da parte di medie, piccole e micro imprese (MPMI) non quotate. Dopo la consultazione pubblica sulla transizione ESG e le aziende italiane, le modifiche al documento partorito dal Tavolo sulla finanza sostenibile (pdf scaricabile in fondo all’articolo) includono:
- riduzione degli indicatori (da 45 a 40);
- semplificazione delle informazioni con maggiore complessità (in ambito clima e ambiente);
- cambiamenti alla struttura delle sezioni, ampliando quelle sugli aspetti sociali e di governance.
Vediamo in dettaglio come è cambiato il template finale sulla comunicazione dei dati di sostenibilità alle banche da parte delle imprese italiane e quali sono le principali modifiche apportate alle linee guida del MEF.
Transizione ESG e aziende italiane, l’esito della consultazione
La consultazione pubblica tra giugno e agosto 2024 ha coinvolto 61 soggetti tra operatori finanziari, istituzioni, associazioni di categoria e altri partecipanti dall’accademia e dal no profit.
Il confronto ha fatto emergere una richiesta trasversale: bilanciare informazioni qualitative e quantitative per rendere la comunicazione più semplice ma verificabile. Finora, le linee guida erano principalmente quantitative.
Ci sono poi delle criticità nel calcolo e nella comprensione, da parte delle MPMI, delle metriche ambientali. In particolare quelle elencate nelle sezioni “2. Mitigazione e adattamento climatico” e “3. Ambiente”. Ciò risulta anche dalla “prova sul campo” effettuata attraverso la piattaforma ENI Open-Es, che ha coinvolto 188 imprese associate appartenenti a diversi settori.
Quindi, alcune richieste: delegare alle banche la gestione dei dati tecnici, non duplicare le richieste (quando le banche hanno già i dati necessari), differenziare le informazioni per settore di attività, integrare la parte di dati su rating ESG, governance e iniziative sociali. E più formazione per le aziende: sia sui temi ESG sia sulla rendicontazione.
Linee guida MEF per comunicazione dei dati ESG delle aziende: cosa cambia?
Il documento definitivo pubblicato sul sito del MEF il 6 dicembre integra queste osservazioni, apportando molte modifiche alla struttura proposta 6 mesi fa. Le principali modifiche riguardano:
- L’apertura a criteri qualitativi, non sono quantitativi, per descrivere le performance ESG delle imprese italiane. Soprattutto nella parte in cui si richiede il grado di allineamento dell’azienda alla tassonomia UE.
- Sulle microimprese, resta il doppio binario che prevede semplificazioni sul tipo e numero di informazioni richieste. E viene lasciata flessibilità nella definizione di cosa intendere per microimpresa: sarà il soggetto e la banca, di volta in volta, a stabilire quali sono i criteri più rilevanti a seconda dello specifico contesto.
- Le informazioni generali sulla sostenibilità vengono quasi tutte accorpate ma viene espansa quella che richiede indicazioni sulla struttura di governance. Inoltre, oltre al rating ESG varranno anche certificazioni di sostenibilità ambientale, sociale e di condotta.
- Semplificati tutti gli indicatori su clima e ambiente, dal consumo energetico al tenore emissivo, ai rischi fisici e di transizione. Ma viene allargato il perimetro dei dati ESG richiesti anche a risorse idriche, biodiversità ed economia circolare.
- Semplificazioni anche per gli indicatori sul rispetto dei diritti umani e alcune questioni di governance.
Scarica qui le linee guida del MEF sulla comunicazione dei dati ESG dalle MPMI alle banche