I 6 macro trend ESG 2024: a che punto siamo?
Il panorama normativo e regolatorio attorno all’universo ESG è in una fase di profonda trasformazione. Dai nuovi obblighi per la reportistica di sostenibilità per le aziende introdotti con le direttive UE CSRD e CSDDD alla ristrutturazione dei principali standard globali, dalla penetrazione crescente delle tecnologie digitali a supporto della raccolta e della gestione dei dati al tema della sostenibilità aziendale che si sposta più al centro del dibattito politico. Quali sono le tendenze ESG 2024 e come si sta evolvendo lo scenario globale?
Le 6 principali tendenze ESG 2024
A questa domanda risponde Thomson Reuters con un aggiornamento di metà anno sui 6 macro trend individuati a inizio 2024.
Il livello di preparazione delle aziende ai nuovi obblighi e al cambiamento del mercato sta aumentando. Non è una trasformazione che riguarda solo le imprese chiamate a sottostare a nuovi requisiti. Anche le medie e piccole imprese hanno imboccato il percorso, in parte in previsione di un ulteriore allargamento dei requisiti ESG. Più di metà dei chief financial officers di aziende di media taglia, riportava un sondaggio condotto da BDO, ha integrato o sta per integrare i principi di sostenibilità nella propria strategia aziendale.
In parallelo, cresce la pressione sulle imprese per la condivisione delle informazioni sulla sostenibilità. Sia per interventi normativi, da ultimo l’entrata in vigore ufficiale della Direttiva Corporate Sustainability Due Diligence (CSDDD). Sia per una accresciuta sensibilità a questi temi da parte del resto della filiera e dei clienti.
Una delle tendenze ESG 2024 più incerte riguarda le modalità con cui la politica affronterà il tema della sostenibilità aziendale. Il 2024 è un anno denso di elezioni – UE e Stati Uniti, ma anche UK, Francia, India – e dai loro esiti dipenderà l’approccio ai temi ESG. “Sfortunatamente, ci sono segnali che i progressi ESG potrebbero arrestarsi”, sottolinea Thomson Reuters, guardando soprattutto al voto di novembre negli Stati Uniti. “La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha scoperto che le società di gestione patrimoniale “hanno collaborato” con le aziende per ridurre le emissioni nei suoi ultimi sforzi volti a utilizzare le leggi antitrust per soffocare i progressi aziendali nella lotta al cambiamento climatico”, sottolinea.
Biodiversità e natura continuano ad acquisire centralità. Nonostante siano aspetti finora lasciati ai margini, in luogo di un’attenzione concentrata soprattutto sugli aspetti legati alle emissioni, diversità biologica e livello di degrado degli ecosistemi sono sempre più integrati nei requisiti ESG in via di definizione. Più di 320 aziende e istituzioni finanziarie si sono impegnate a rispettare i principi di rendicontazione creati dalla Task Force for Nature-Related Financial Disclosures (TNFD), mentre in questa direzione sta lavorando anche l’ISSB.
La trasformazione del panorama ESG aziendale è sempre più avvertita a livello di filiera. Le catene di fornitura complete sono diventate ormai l’orizzonte naturale in cui un’impresa si deve situare per il reporting di sostenibilità, anche qui soprattutto grazie a interventi normativi come la CSDDD e la doppia materialità prevista dalla CSRD.
“I rischi operativi derivanti dal cambiamento climatico spingeranno gli investitori e le altre parti interessate delle aziende alimentari e delle bevande e di quelle industrie che fanno affidamento sui metalli preziosi ad aumentare la resilienza delle loro catene di approvvigionamento attraverso una maggiore trasparenza”, sottolinea Thomson Reuters.
Il fenomeno del greenwashing acquisisce contorni più definiti. Lo sforzo dei regolatori in questo senso sta marciando a tappe forzate. Basti pensare al panorama europeo e al lavoro che stanno compiendo le tre autorità di vigilanza di concerto con le istituzioni politiche dell’UE. Aumenta così la chiarezza del quadro legale – e le sanzioni per gli illeciti – e il supporto regolatorio alle imprese. Ma, in parallelo, secondo Thomson Reuters l’ondata di nuovi obblighi ESG per le imprese, e la difficoltà nel rispettarli, potrebbe mantenere il fenomeno su volumi importanti anche nel prossimo futuro.