
Alla fine la Science Based Targets initiative (SBTi) non ha dato il temuto colpo di spugna sulle emissioni scope 3. Dall’iniziativa di riferimento a livello globale per valutare i percorsi di transizione delle aziende non arriva nessun liberi tutti all’uso delle compensazioni per i gas serra indiretti generati lungo la catena del valore. Ma sì a più flessibilità per le aziende rispetto ai vecchi standard SBTi.
È la novità principale della nuova versione del Corporate Net-Zero Standard, che aggiorna la precedente V1.2. Lo standard SBTi aggiornato è stato appena messo in consultazione pubblica, fino al 1° giugno 2025, per raccogliere i feedback dei portatori di interesse.
Le novità del Corporate Net-Zero Standard V2, il nuovo standard SBTi
Il nuovo standard SBTi si propone come una risposta concreta alle principali criticità emerse dall’esperienza delle aziende e dal confronto con la comunità scientifica. Vediamo le innovazioni principali dell’aggiornamento.
Maggiore flessibilità per affrontare le emissioni scope 3
Le emissioni indirette lungo la catena del valore rappresentano il nodo più complesso per molte aziende. Oltre la metà delle imprese coinvolte nei sondaggi SBTi ha indicato l’ambito scope 3 come la sfida principale nella definizione di obiettivi net-zero. Per questo, il nuovo standard introduce opzioni alternative, come target di procurement sostenibile e generazione di ricavi verdi, che consentono di intervenire in modo mirato su fornitori strategici e settori ad alta intensità emissiva.
Resta invariato il vincolo principale: per affrontare le emissioni scope 3, le aziende certificate da SBTi potranno ricorrere ai crediti di carbonio esclusivamente per i gas serra “residuali”. Nei mesi scorsi parte del board dell’iniziativa premeva per lasciare molta più libertà alle aziende nell’uso di questi strumenti di compensazione.
Rafforzamento dell’azione su scope 1 e scope 2
Per facilitare la decarbonizzazione diretta, la bozza prevede l’obbligo di transizione all’elettricità a basse emissioni entro il 2040. Inoltre, la separazione tra scope 1 (emissioni dirette) e scope 2 (emissioni da consumo energetico) consente una maggiore chiarezza e specificità nelle strategie di mitigazione.
Incentivi per la finanza climatica e le rimozioni di carbonio
Pur mantenendo l’accento sulla riduzione diretta delle emissioni, il nuovo standard SBTi apre a riconoscimenti formali per le aziende che investono in soluzioni di mitigazione, ma al di fuori della propria catena del valore (Beyond Value Chain Mitigation, BVCM). E introduce obiettivi intermedi per la rimozione di carbonio.
In altre parole: SBTi rafforza l’uso delle compensazioni per far crescere il mercato dei crediti, ma non ne fa uno strumento su cui le aziende possono contare per evitare di fare i compiti a casa.
Trasparenza e accountability
Per garantire la tracciabilità dei progressi e rafforzare la fiducia degli stakeholder, il nuovo standard introduce l’obbligo di monitoraggio e comunicazione dei risultati ottenuti rispetto agli obiettivi fissati. Le aziende che dimostrano leadership nella decarbonizzazione saranno riconosciute attraverso un nuovo sistema di validazione.
Inclusione delle PMI e dei paesi emergenti
Riconoscendo la necessità di un’azione climatica universale, la bozza di SBTi prevede requisiti semplificati per le imprese di media dimensione nei mercati in via di sviluppo e per le PMI, adattati alle loro capacità e risorse, con l’obiettivo di stimolare una partecipazione ampia e concreta.