
Riduzioni drastiche del numero di aziende che dovranno rispettare la direttiva CSRD e saranno soggette al CBAM. Il pacchetto Semplificazioni UE che sarà presentato ufficialmente il 26 febbraio prevede novità sostanziali per le imprese. A partire dal capitolo deroghe: secondo le ultime indiscrezioni, per molte aziende cadranno gli obblighi di rendicontazione per la sostenibilità e quelli previsti dalla tassa sul carbonio alla frontiera.
1° Pacchetto Semplificazioni UE: cos’è, perché è importante
Il regolamento Omnibus – noto anche come pacchetto semplificazioni UE – è un’iniziativa legislativa della Commissione Europea per semplificare la regolamentazione per le aziende, riducendo il carico burocratico per le imprese senza compromettere gli obiettivi ambientali dell’UE. Si inserisce nel quadro del Green Deal europeo ed è il primo di 3 pacchetti di semplificazione previsti per il 2025, secondo le anticipazioni della roadmap pubblicate da Bruxelles.
Quali norme affronta la 1° tranche del regolamento Omnibus?
Il 1° pacchetto Omnibus mira a unificare e semplificare tre normative chiave per la sostenibilità d’impresa:
- CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive): disciplina la reportistica obbligatoria sulle performance ESG (ambientali, sociali e di governance) per grandi imprese e PMI di settori ad alta intensità di emissioni.
- Tassonomia UE: stabilisce criteri per classificare le attività economiche sostenibili e orientare gli investimenti verso la transizione verde.
- CSDDD (Corporate Sustainability Due Diligence Directive): impone obblighi di due diligence per monitorare e mitigare gli impatti ESG lungo la catena di fornitura.
L’obiettivo è ridurre la duplicazione normativa, allineando meglio le regole e semplificando la loro applicazione.
Inoltre, il 1° pacchetto Omnibus dovrebbe modificare la disciplina del CBAM, il Carbon Border Adjustment Mechanism, cioè la tassa sulla CO2 alla frontiera già in vigore (per la reportistica) in attesa di andare a regime (con il pagamento effettivo delle quote dovute) dal 2026.
Chi riguarda il decreto Omnibus?
- Grandi aziende: già soggette alla CSRD, vedranno una razionalizzazione delle regole di compliance.
- PMI: il pacchetto punta a ridurre del 35% il loro carico amministrativo, considerando che molte devono ancora iniziare la reportistica ESG obbligatoria.
- Investitori e autorità di regolazione: beneficeranno di dati ESG più chiari e comparabili, migliorando il monitoraggio della transizione ecologica.
Obiettivi principali del pacchetto Omnibus
Lo scopo ultimo dell’ondata di semplificazioni è rendere l’industria e le imprese europee più competitive, senza tuttavia rinunciare agli standard elevati in materia di sostenibilità che distinguono la normativa UE.
Nello specifico, il decreto Omnibus mira a:
- Ridurre la complessità normativa, evitando sovrapposizioni tra CSRD, Tassonomia UE e CSDDD.
- Alleggerire gli oneri amministrativi, con un obiettivo di riduzione del 25% per tutte le imprese e del 35% per le PMI.
- Rendere più trasparente e uniforme la rendicontazione ESG, migliorando la comparabilità dei dati tra aziende.
- Mantenere l’allineamento con gli obiettivi climatici dell’UE, bilanciando semplificazione e impegni ambientali.
- Aumentare la competitività delle imprese UE, evitando che la complessità normativa freni gli investimenti e l’innovazione.
Modifiche previste alla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)
Il pacchetto di semplificazioni porterà una riduzione degli obblighi di rendicontazione sulla sostenibilità.
La novità principale rispetto alla CSRD riguarda le soglie di numero di dipendenti e di fatturato oltre le quali scatta l’obbligo di fornire la reportistica di sostenibilità richiesta dall’UE.
Oggi, la soglia scatta per le aziende con più di 250 dipendenti e 40 milioni di euro di fatturato. La soglia verrà innalzata a 1.000 dipendenti e 450 milioni di euro di fatturato, secondo l’ultima bozza in circolazione.
Questo ridurrà drasticamente il numero di aziende obbligate alla rendicontazione sulla sostenibilità. Oggi le imprese italiane interessate dalla CSRD sono circa 4.000.
Inoltre, l’UE non prevede più l’introduzione di standard di rendicontazione specifici per settore, che inizialmente dovevano essere pronti per giugno prossimo.
Modifiche alla direttiva sulla due diligence delle imprese (CSDDD)
Il pacchetto Semplificazioni UE prevede modifiche anche alla CSDDD. Nello specifico, la limitazione degli obblighi di due diligence prevedono che le aziende dovranno condurre valutazioni approfondite solo sui partner commerciali diretti e sulle proprie filiali, escludendo subappaltatori e fornitori indiretti. Meno carico amministrativo per le imprese, ma anche meno impatto a livello di filiera.
Altra novità in arrivo è il rinvio dell’adozione della normativa. L’attuazione della CSDDD sarà posticipata, dando alle aziende più tempo per adeguarsi.
CBAM, esenzioni per il 99% delle aziende
Modifiche molto importanti arrivano anche dal fronte del Carbon Border Adjustment Mechanism (CBAM). Il decreto sulle semplificazioni introdurrà esenzioni per la maggior parte delle aziende. Solo le aziende che importano più di 50 tonnellate di beni all’anno rientreranno nel regime. Saranno così senza obblighi la maggior parte delle PMI e dei consumatori individuali.
Secondo i calcoli dell’UE, il nuovo criterio continuerà a coprire il 99% delle emissioni incluse nel CBAM originario, dato che il 20% delle aziende produce il 97% delle emissioni coperte dal sistema.
E ancora: ci sarà una semplificazione delle regole di compensazione. Dal 2027, la Commissione UE pubblicherà un calcolo annuale dei prezzi medi del carbonio nei vari paesi, facilitando la riduzione dei costi CBAM per le aziende che importano da paesi dove è già presente un prezzo sulla CO2.
Cade anche la soglia basata sul valore. La precedente soglia di 150 euro di valore delle merci importate verrà sostituita dal criterio basato sulla massa.