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Orientarsi nella nuova reportistica ESG: l’Ispra presenta la sua “bussola”

Reportistica ESG: dall’Ispra una “bussola” per le imprese
crediti: Ispra

Con le nuove norme UE, la reportistica ESG diventa sempre più centrale per le aziende

La normativa europea negli ultimi anni ha iniziato a costruire un’architettura solida e sempre più stringente per la finanza sostenibile, a partire dalla tassonomia verde UE, dalla direttiva CSDDD, e dalle iniziative contro il greenwashing a più livelli. Per le aziende, tutto questo significa che la rendicontazione di sostenibilità diventa ancora più centrale. E saper leggere gli indicatori, predisporre i dati, e integrarli correttamente nella reportistica ESG diventa cruciale. Un compito che oggi riguarda solo 200 imprese, ma che nei prossimi mesi, proprio in forza della nuova legislazione, toccherà circa 4.000 aziende italiane.

Su questo fronte viene in soccorso l’Ispra con il primo di una serie di documenti tecnici per orientarsi nella nuova finanza sostenibile. Il rapporto “La sfida ambientale per la finanza sostenibile. Metodologie, informazioni e indicatori ambientali” è una “bussola per orientare aziende e operatori finanziari”, spiega l’Istituto, che prende per mano le imprese mostrando come produrre un’informazione ambientale corretta. Ma anche come valutare i rischi fisici a cui sono esposte.

Indicatori e metodologie per una reportistica ESG corretta

Lo strumento dell’Ispra fornisce 29 indicatori chiave per determinare l’impatto ambientale delle diverse attività e il rischio fisico dell’azienda. Dalle emissioni di gas serra ai rifiuti pericolosi, dalle metriche sulla biodiversità ai tassi di riciclo. Tutti selezionati a partire delle norme UE di riferimento. E tutti corredati dalle metriche da monitorare e dalle metodologie più utili da seguire nel preparare la reportistica ESG.

Metodologie che l’Ispra presenta in fasi semplificate o con diagrammi di flusso, “spaccando” l’indicatore in tutte le sue componenti e gli ambiti dai quali estrarre i dati necessari. Dove possibile, le fasi e gli ambiti sono corredati da mappe e database nazionali a cui accedere per reperire i dati ambientali, sulla cui base sviluppare la valutazione nella propria reportistica ESG.

“Ad esempio, nell’ambito della gestione dei rifiuti, il documento non solo indica in che modo devono essere classificati e la normativa di riferimento, ma fornisce anche gli strumenti per individuare il dato e arrivare all’informazione finale”, spiega l’Ispra. “Ancora, per l’inquinamento atmosferico sono stati elaborati dei fogli di calcolo con fattori di emissione per settori e sottosettori tecnologici, in modo da poterle calcolare a partire dai dati di attività (produzione e consumo)”.  

Per il rischio fisico da frane e alluvioni, l’Ispra mette a disposizione la piattaforma nazionale IdroGEO, tramite la quale si possono ricavare informazioni sito-specifiche sulla vulnerabilità degli asset e valutare le condizioni locali di pericolosità.

Due gli obiettivi principali: rendere le imprese autonome nella realizzazione del proprio bilancio green e a consentire il confronto delle proprie performance ambientali con quelle delle di altri operatori. 

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