L’iter del recepimento della CSRD si dovrebbe chiudere entro il 10 settembre
Estendere l’obbligo di presentare la rendicontazione di sostenibilità anche alle società cooperative di grandi dimensioni. È l’osservazione formulata il 18 luglio dalle commissioni Giustizia e Finanze della Camera e del Senato dopo l’esame dello schema di decreto di recepimento della CSRD presentato dal governo il 10 giugno scorso.
Recepimento CSRD, i punti chiave del decreto approvato dal CdM
Il decreto di recepimento della direttiva CSRD approvato in CdM ha introdotto formalmente la figura del “revisore della sostenibilità”. La direttiva UE sul Corporate Sustainability Reporting richiede infatti che la rendicontazione societaria di sostenibilità venga validato da un ente terzo. La figura, secondo il legislatore italiano, può essere “lo stesso revisore legale incaricato della revisione legale del bilancio” oppure “un diverso revisore legale”. Il decreto ammette le società di revisione. La precondizione, in ogni caso, è l’iscrizione nel registro dei revisori legali e la titolarità dell’abilitazione all’incarico di attestazione della rendicontazione di sostenibilità.
Il decreto di recepimento mantiene poi il sistema sanzionatorio predisposto dalla direttiva CSRD, nonostante i dubbi espressi dalle associazioni di categoria in fase di consultazione pubblica. Un punto su cui il passaggio parlamentare chiede, invece, alcune restrizioni.
Le novità dopo il passaggio in commissione Giustizia e Finanze
Le commissioni parlamentari hanno espresso parere favorevole allo schema di decreto di recepimento della CSRD, aggiungendo poche osservazioni. Il rilievo più importante è la richiesta di estendere gli obblighi ESG della direttiva anche alle società cooperative che possono essere assimilate alle aziende di grandi dimensioni.
“Nel ribadire che l’obiettivo del recepimento è quello di non generare un appesantimento degli oneri per le imprese, e ferma restando la possibilità che le stesse forniscano autonomamente ogni elemento di sostenibilità della propria attività, in relazione all’ambito di applicazione dello schema di decreto, valuti il Governo l’opportunità di un’estensione limitata alle cooperative che soddisfino i requisiti dimensionali delle imprese di grandi dimensioni”, scrivono le commissioni riunite.
Altre richieste di modifica riguardano:
- specifiche sul perimetro della rendicontazione per Cassa Depositi e Prestiti;
- la riduzione delle circostanze in cui possono scattare le sanzioni ai soggetti inadempienti. Nello specifico, si chiede di limitare le sanzioni nel caso di informazioni errate o omissioni provenienti da società figlie, cioè di considerare solo quelle comunicate “dalle imprese incluse nella catena del valore della società direttamente obbligata al reporting di sostenibilità e che non siano sottoposte a controllo della stessa”.