
Il riconoscimento di “azienda più sostenibile al mondo” da parte di TIME e Statista, nel 2024. Qualche settimana fa, la ri-conferma al vertice della classifica di sostenibilità di Corporate Knights, la società dietro l’indice Global 100, dopo aver occupato la stessa posizione già nel 2021. Prima ancora, era il 2023, a incoronarla migliore al mondo per la performance di sostenibilità era stata Sustainability Magazine.
Superati gli obiettivi di sostenibilità del 2024
Una continuità di risultati, quelli di Schneider Electric, azienda leader nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione, che si intreccia con il programma quadriennale Schneider Sustainability Index, 11 impegni globali che coprono tutte le dimensioni ESG da raggiungere entro il 2025.
Anche rispetto alla roadmap interna dell’azienda i risultati sono oltre le aspettative. A fine 2024, Schneider Electric ha superato i suoi obiettivi di sostenibilità per quell’anno, arrivando a 7,55 punti (sui 7,4 preventivati) nel suo programma Schneider Sustainability Impact (SSI).
“Questi risultati di rilievo e gli altri riconoscimenti in ambito ESG che abbiamo ottenuto ci spingeranno ad arrivare ancora più in alto”, commenta Chris Leong, Chief Sustainability Officer di Schneider Electric. “Nel 2025 si chiuderà anche il quadriennio in corso del nostro programma Sustainability Impact: siamo determinati a trasformare le nostre ambizioni in azioni concrete”.
In alcuni casi, Schneider Electric ha già superato l’obiettivo stabilito per fine ciclo. Come nel caso del garantire accesso ad energia elettrica pulita e affidabile a 50 milioni di persone: alla fine del 2024 erano già state raggiunte 53,4 milioni di persone.
Risultati come questo, come sottolinea Stefania Iandolo, Safety, Environment and Real Estate Director per l’Italia, sono frutto di una strategia ben definita e di un impegno a lungo termine: “La strategia di sostenibilità è stata definita nel 2021 e si articola su sei impegni a lungo termine, dichiarati all’esterno e all’interno”.
La strategia si basa su obiettivi specifici e misurabili, con roadmap dettagliate fino al 2050, alcune delle quali validate dalla Science Based Targets initiative (SBTi). “Sul clima abbiamo una roadmap ben identificata con tappe ancorate a una base scientifica , che saranno soggette a audit esterni”, spiega Iandolo. In più ci sono monitoraggi trimestrali, un sistema di incentivi ai dipendenti legato ai risultati ESG raggiunti, e iniziative declinate sulle specifiche realtà locali.
Un “ecosistema virtuoso”
Sulla performance ESG incide un’impostazione con orizzonte sull’intera value chain. Qualche esempio: nel corso del 2024, Schneider Electric ha contribuito a evitare 679 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 grazie ai suoi prodotti, software e servizi per l’efficienza energetica. Come? Con le tecnologie per l’elettrificazione, la digitalizzazione, l’automazione che hanno consentito ai clienti di aumentare la loro sostenibilità. Un altro elemento chiave di questa strategia è stato il Zero Carbon Project, che ha coinvolto i 1.000 principali fornitori dell’azienda, portando a una riduzione delle emissioni operative del 40%.
O, ancora, sul versante della gestione delle risorse: sono 135 i siti attivi a livello globale nel programma waste-to-resources, che mira alla riduzione, al riuso e al riciclo dei rifiuti. È aumentata la percentuale di materiali verdi nei prodotti, con l’obiettivo di arrivare al 50% entro il 2025. E si registrano progressi nel packaging sostenibile, con l’addio alla plastica monouso e l’uso di cartone riciclato.
“Lavoriamo a stretto contatto con fornitori, ufficio acquisti e venditori per integrare la sostenibilità in tutta la catena del valore. L’obiettivo è creare un ecosistema virtuoso in cui ogni attore coinvolto possa contribuire attivamente alla riduzione dell’impatto ambientale”, argomenta Iandolo.
La dimensione di ecosistema è quanto mai preziosa nella congiuntura attuale, fra attriti geopolitici e rallentamenti sul versante ESG. Basta citare alcuni esempi. A metà gennaio il colosso BlackRock ha lasciato la Net Zero Asset Managers Initiative. Da dicembre 2024 alcune tra le maggiori banche mondiali, tra cui Goldman Sachs, Wells Fargo, Citigroup, Bank of America, Morgan Stanley e JPMorgan, hanno detto addio alla Net Zero Banking Alliance. E aumenta la pressione politica e regolamentare per attenuare il peso della compliance ESG. Con scelte concrete, come quelle prese dall’Unione Europea con i regolamenti Omnibus per la semplificazione delle direttive CSRD e CSDDD. O con annunci, come nel caso dell’amministrazione di Donald Trump.
“Le aziende non possono essere entità isolate: devono interagire con le comunità, rispettare le persone e adottare modelli di governance solidi”, puntualizza Iandolo. “Anche per questo siamo una “impact company”: il nostro obiettivo è generare un impatto positivo su ambiente, società e governance, ascoltando stakeholder come clienti,partner, fornitori e comunità locali”.
Valigette tecnologiche e plastici interattivi
Questo indirizzo ha innervato anche le iniziative ESG che Schneider Electric ha portato avanti nel 2024 in Italia. Compreso l’asse della decarbonizzazione dei suoi siti commerciali e produttivi, avviata da tempo. “Ogni sito produttivo ha esigenze specifiche, quindi lavoriamo su soluzioni personalizzate per massimizzare l’efficacia degli interventi. Il nostro impegno è quello di fare da apripista per altre aziende italiane”, specifica Iandolo.
Già alla fine del 2024, erano 7 i siti commerciali completamente decarbonizzati, a cui si aggiungerà nel 2025 un impianto industriale a zero emissioni di CO2. I progetti in corso riguardano l’efficientamento energetico e l’elettrificazione di siti con caratteristiche peculiari: dalla sede centrale di Stezzano all’impianto di Casavatore, al polo logistico di Venaria Reale. A fine 2024, le emissioni di CO2 nel complesso erano già diminuite del 77% rispetto ai livelli del 2019, mentre l’efficienza energetica complessiva era migliorata del 15%. E l’energia che alimenta tutti i siti italiani è già al 100% da fonti rinnovabili.
Ad approfondire il rapporto con le comunità locali ha contribuito un nuovo progetto lanciato nel 2024 con la Fondazione CNOS – FAP, che raggruppa i centri di formazione dei Salesiani Don Bosco in Italia. Obiettivo: raggiungere 5.000 studenti e giovani NEET (che non studiano e non lavorano) e a rischio dispersione scolastica nell’arco di 5 anni. Con attività di formazione professionalizzante e supporto all’orientamento scolastico.
La chiave? Valigette tecnologiche e plastici interattivi. Le valigette didattiche sono kit di sperimentazione che racchiudono le tecnologie più avanzate per la gestione dell’energia e l’automazione industriale. Strumenti progettati per essere utilizzati in modo modulare, adattandosi a studenti di ogni età e livello di preparazione. E permettere loro di esplorare il mondo delle tecnologie sostenibili in modo coinvolgente e interattivo.
Per circa 1.500 studenti delle scuole medie, invece, sono stati creati plastici 3D che offrono un primo approccio alle tecnologie innovative per la domotica e l’automazione di edifici e industrie. Questi modelli, che riproducono ambienti come sale di automazione industriale o edifici domotizzati, possono essere esplorati attraverso un’esperienza digitale coinvolgente che utilizza la realtà aumentata.
“L’obiettivo è avvicinarli alle professioni tecniche, in particolare le ragazze. Oggi sono ancora poco presenti nel settore tecnico,”, spiega Iandolo, che è anche delegata di Fondazione Schneider Electric, il soggetto promotore dell’iniziativa. “Al momento stiamo formando i docenti, che si occuperanno della formazione degli studenti dal prossimo anno scolastico”, conclude.
In collaborazione con Schneider Electric