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Fondi sostenibili: il 25% degli investimenti ESG va a grandi inquinatori

Fondi sostenibili: il 25% degli investimenti ESG va a grandi inquinatori
via depositphotos.com

Quanto pesa la mancata chiarezza su come etichettare i fondi sostenibili?

L’UE sta ricalibrando regole e strumenti per limitare il greenwashing nella finanza sostenibile. Quanti investimenti etichettati come ESG sono invece, a tutti gli effetti, diretti verso le aziende più inquinanti? Una quota certo non trascurabile. Solo i 10 maggiori gestori patrimoniali sono responsabili di più del 25% di tutti gli investimenti dei fondi sostenibili regolamentati dall’UE – ovvero 87 miliardi di euro – nei 25 maggiori emettitori di gas serra in ciascuno degli 8 settori più carbon-intensive.

È il dato che emerge da un’inchiesta condotta da Vox Europe e European Investigative Collaborations, che punta il dito contro l’uso improprio del regolamento SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) come indicatore della sostenibilità effettiva dei prodotti finanziari. Un aspetto, questo, su cui si sono espresse di recente anche le ESA, chiedendo alla Commissione modifiche sostanziali, tra cui l’introduzione di nuove categorie di sostenibilità e un indicatore di sostenibilità per classificare formalmente i fondi.

Tra i settori che ricevono più investimenti tramite l’inclusione in fondi sostenibili, benché siano tra i maggiori inquinatori, figurano soprattutto i marchi della fast fashion, le compagnie fossili e alcune case auto con un’offerta di auto elettriche ancora minima.

I grandi emettitori nascosti nei fondi sostenibili

Ai sensi della SFDR, gli investimenti etichettati come ESG ricadono sotto l’articolo 8 quando promuovono anche aspetti ambientali o sociali, mentre sotto l’articolo 9 se gli aspetti di sostenibilità sono l’obiettivo principale dei fondi. L’inchiesta ha passato al vaglio i dati relativi all’ultimo trimestre del 2023 per più di 4.300 di questi fondi sostenibili. Tra le loro pieghe, 200 delle aziende più inquinanti hanno ricevuto 85 miliardi di dollari da fondi ex articolo 8 e 2 mld $ da fondi ex articolo 9.

A guidare questo flusso di denaro sono oltre 700 istituzioni finanziarie di cui la maggior parte è basata in Francia, Germania e Italia per il panorama europeo, e in Regno Unito, Stati Uniti e Hong Kong in quello globale. I tre settori che ricevono più denaro dai fondi sostenibili attirano il 77% degli investimenti etichettati come “verdi”: l’oil&gas 33 mld $, l’automotive 22 mld $, la moda 15 mld $.

Non solo. Più del 20% degli investimenti “verdi” diretti verso i 10 maggior inquinatori nella lista stilata dall’inchiesta finiscono in fondi che riportano denominazioni “sostenibili” per attirare gli investitori. Quota che sale al 55% per i fondi sostenibili ex articolo 9, pari a oltre 1 mld $.

Una situazione, questa, che dovrebbe mutare con l’entrata in vigore della direttiva CSRD e la direttiva sui Green Claims, oltre alla direttiva sulla Due Diligence Aziendale. Tutti provvedimenti che promettono di invertire la rotta e portare chiarezza su cosa può essere realmente definito come fondo sostenibile.

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