Il trend è guidato dal disimpegno degli asset manager statunitensi. I Big Four americani - 23mila mld $ in tutto - hanno supportato solo il 7% delle decisioni a tema ESG
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I grandi gestori finanziari stanno sabotando i fattori ESG. Nel 2024 il loro supporto in CdA alle decisioni allineate con obiettivi sostenibili nei campi ambientali, sociali e di governance è crollato. Solo l’1,4% delle 279 proposte valutate ha ottenuto la maggioranza, rispetto al 21% nel 2021.
I dati arrivano da ShareAction, una iniziativa che monitora l’andamento del supporto dei grandi investitori verso i fattori ESG e pubblica un rapporto annuale su come gli asset manager hanno votato nei CdA delle loro partecipate.
Crolla il supporto per i fattori ESG: 1,4% nel 2024
La curva è chiara, constata ShareAction. Dal 21% del 2021 si era passati al 14% del 2022. Poi il collasso: nel 2023 appena il 3%. Supporto per i fattori ESG che si è più che dimezzato nell’ultimo anno.
Il trend è guidato dal disimpegno degli asset manager statunitensi, spiega il rapporto. BlackRock, Fidelity, State Street e Vanguard – cioè i 4 maggiori asset manager globali – hanno supportato solo il 7% delle decisioni a tema ESG. Vanguard è il peggiore: ha approvato solo 1 risoluzione su 279. Il loro peso specifico è enorme: insieme gestiscono un portafoglio da 23.000 miliardi di dollari. Il loro sì avrebbe ribaltato ben 49 votazioni, quasi 1 su 5.
Tutto l’opposto si verifica su questa sponda dell’Atlantico. Gli asset manager europei hanno votato a favore dell’81% delle decisioni in tema ESG. E più della metà dei gestori europei ha sostenuto oltre il 90% delle proposte. Il merito, argomenta il rapporto, sta in gran parte anche nella normativa UE, più esigente sotto il profilo dei fattori ESG rispetto a quella a stelle e strisce.
L’Europa fa anche decisamente meglio di qualsiasi altro “club” fortemente legato alla sostenibilità. I membri della Net Zero Asset Managers Initiative hanno supportato solo il 64% delle risoluzioni climatiche, rispetto al 55% dei non membri. E i membri di Climate Action 100+ hanno votato il 75% delle risoluzioni ESG, mentre chi ha abbandonato l’iniziativa si è fermato al 22%.
Claudia Gray, responsabile della ricerca sul settore finanziario presso ShareAction, commenta: “Questo è il peggior risultato che abbiamo visto dai gestori patrimoniali nei sei anni in cui abbiamo monitorato le loro performance di voto e mostra un preoccupante arretramento dell’ambizione quando è più necessaria”.