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C’è ancora un gigantesco gap di credibilità degli obiettivi per emissioni nette zero

Emissioni nette zero: obiettivi +227% in 4 anni, meno del 5% è credibile
via depositphotos.com

Luci e ombre della transizione verso un mondo net zero

La strada verso emissioni nette zero è ancora lastricata più di buone intenzioni che di impegni concreti e affidabili. Sempre più stati, regioni, città e aziende inseriscono nei loro piani di transizione l’orizzonte net zero. Il salto di qualità rispetto al 2020 è percepibile. Ma non è ancora abbastanza. E anche chi si sta muovendo in questa direzione, spesso non lo fa in modo del tutto credibile.

È quanto emerge dalla fotografia scattata da Net Zero Tracker 2024, il monitoraggio annuale sui progressi verso emissioni nette zero coordinato dai ricercatori dell’università di Oxford. Giunto alla 4° edizione, il rapporto analizza gli impegni nella riduzione delle emissioni di gas serra nei 25 maggiori inquinatori mondiali, in tutte le città con più di 500mila abitanti e nelle 2mila più grandi società quotate in borsa.

Quest’anno sono 3 gli elementi da tener presenti per comprendere la traiettoria della transizione globale:

Cresce il numero di impegni per emissioni nette zero

I numeri dicono che il progresso rispetto a 4 anni fa c’è e si vede. Il rapporto di quest’anno analizza 198 paesi, 708 entità subnazionali, 1.186 città e 1.977 società quotate. Di queste, ad oggi sono almeno 1.750 quelle con obiettivi net zero, erano appena 769 a dicembre 2020. Un aumento del 227%.

Nel dettaglio, hanno obiettivi per emissioni nette zero:

Un’altra prospettiva da cui valutare i progressi compiuti è il peso specifico di questi impegni a livello globale. Si scopre così che, a fine 2024, contando solo gli impegni nazionali per net zero, è coperto:

emissioni nette zero copertura globale

Scarsa qualità degli obiettivi net zero

Nonostante la curva di crescita sia molto positiva, quella della qualità degli impegni net zero non lo è altrettanto. Anzi: la stragrande maggioranza degli obiettivi fissati non sono ritenuti pienamente affidabili dai ricercatori di Oxford.

Per gli stati e le entità subnazionali, quasi tutti (più dell’80%) ha fissato come data il 2050 e ha formalizzato i target. Più del 70% ha anche fissato obiettivi intermedi e presentato dei piani di implementazione. Meno del 40% delle entità e degli stati, però, presenta un report annuale sui progressi compiuti. E pochissimi, poco più del 10%, spiega chiaramente come possono essere usate le compensazioni di carbonio.

emissioni nette zero qualità obiettivi stati

Per le società quotate, le dimensioni dove sono di più le realtà virtuose sono il 2050 come orizzonte, la reportistica annuale e gli obiettivi intermedi. Mentre, anche in questo caso, il tallone d’Achille resta la chiarezza sulla possibilità di ricorrere ai carbon offset. E si aggiunge la copertura totale (Scope 1, 2 e 3) degli obiettivi emissioni nette zero.

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