Rinnovabili • CSRD: PwC, imprese fiduciose ma non ancora pronte

Per rispettare gli obblighi della CSRD serve una strategia dati centralizzata

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Tra 6 mesi la prima tranche di aziende dovrà produrre la reportistica ESG seguendo i nuovi requisiti introdotti con la direttiva UE sul corporate sustainability reporting. Anche se la maggior parte delle imprese è fiduciosa, molte non hanno ancora svolto attività fondamentali per reperire i dati necessari. La complessità della CSRD richiede di implementare una strategia di recupero e gestione dati centralizzata, sottolinea il sondaggio di PwC

via depositphotos.com Indice dei contenuti Toggle La CSRD riguarderà circa 50.000 aziende europee, di cui oltre 4.000 in ItaliaI problemi più comuni per le imprese nell’implementazione della CSRDDati, supply chain e staff adeguatoServe una strategia dati centralizzata La CSRD riguarderà circa 50.000 aziende europee, di cui oltre 4.000 in Italia La maggior parte delle imprese ritiene di essere pronta a rispettare i nuovi obblighi per la reportistica ESG introdotti con la CSRD, la direttiva UE sul corporate sustainability reporting. Ma molte aziende, a 6 mesi dall’entrata in vigore, devono ancora svolgere attività essenziali per ottemperare alla normativa. Se, da un lato, c’è ottimismo – e si ritiene che le nuove regole in materia di sostenibilità faranno bene al proprio business – dall’altro lato non mancano problemi nell’implementazione dei requisiti. I problemi più comuni per le imprese nell’implementazione della CSRD Quasi due terzi (il 63%) delle 500 aziende sondate da PwC nel primo rapporto globale sullo stato di attuazione della direttiva CSRD sono “molto” o “estremamente” fiduciose di essere pronti a rendicontare secondo i dettami della nuova normativa europea. Sono ancora più fiduciose (il 72%) le aziende per cui l’obbligo scatta già tra 6 mesi. Ma proprio queste imprese sono quelle…
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