(Rinnovabili.it) – Molti paesi europei si stanno rendendo conto dei vantaggi economici legati ad un uso efficiente delle risorse. Dai metalli preziosi ai combustibili fossili, passando per rifiuti e biomassa vegetale, l’Europa sta iniziando ad usare parsimonia e intelligenza, compiendo importanti progressi in termini di efficienza dei materiali. L’impegno però, spiega oggi l’Agenzia europea dell’Ambiente non è abbastanza. Stando a quanto riportato nel documento More from less – material resource efficiency, pubblicato questa mattina dall’AEA, tra il 2000 e il 2014, l’uso delle risorse nell’Unione europea è sceso sia in termini assoluti (in calo del 12%) che sul dato pro-capite (da 15,5 a 13,1 tonnellate a persona); il calo non è però da imputarsi necessariamente ad un intervento di politica globale.
I guadagni ottenuti in questi 15 anni sono stati per lo più la diretta conseguenza della crisi economica finanziaria che ha investito il Vecchio Continente a partire dal 2007-2008. Di pari passo negli ultimi anni, l’economia dell’UE ha creato più “valore aggiunto” in termini di prodotto interno lordo per ciascuna unità di materiale (minerali, metalli, ecc.) consumata, fenomeno denominato produttività delle risorse. Ad esempio, usando la stessa quantità di metallo, l’economia ha prodotto telefoni cellulari o notebook “migliori” (in parole povere “di maggior valore”) rispetto ai precedenti.
Se cerchiamo una vera e propria politica per un uso razionale delle risorse, solo tre Paesi europei possono alzare la mano: Austria, Finlandia e Germania sono infatti le uniche nazioni ad aver adottato strategie nazionali. A loro si uniscono anche le politiche regionali di economia circolare delle Fiandre (Belgio) e della Scozia (Regno Unito), lasciando tutti gli altri, Italia compresa, nel mare magnum delle buone intenzioni. In realtà il Belpaese non appare neppure nella lista delle nazioni che si sono assegnate un obiettivo nazionale nell’uso efficiente delle risorse. Rispondo invece all’appello Austria, Estonia, Francia, Germania, Ungheria, Lettonia, Polonia, Portogallo e Slovenia. Nella maggior parte dei casi, questi target sono basati sul prodotto interno lordo rispetto al consumo interno di materiali.
Nonostante ciò la performance dell’Italia non appare negativa. L’uso dei materiali pro-capite è tra i più bassi d’Europa – 8,3 tonnellate a persona – e tra le più alte produttività delle risorse – 3.05 euro al kg.