E’ questa la via d’uscita dalla crisi strutturale in cui ci troviamo, una crisi appunto sanitaria, ambientale, sociale, economia e finanziaria.
di Patty L’Abbate
(Rinnovabili.it) – Una nuova economia ecologica equa e solidale, per andare oltre il covid 19 e la crisi climatica. E’ questa la via d’uscita dalla crisi strutturale in cui ci troviamo, una crisi appunto sanitaria, ambientale, sociale, economia e finanziaria.
La finanza deve essere indirizzata e governata, come il mercato del resto. La pandemia ha posto in risalto un modello economico che non funziona. Alla base del modello economico ecologico c’è la sostenibilità ambientale (tutela del capitale naturale, dunque l’attenzione alle risorse limitate, un rallentamento dell’entropia in aumento, la mitigazione del cambiamento climatico e un sostegno all’adattamento al cambiamento climatico, incremento di una occupazione dignitosa, magari con la diminuzione delle ore di lavoro, lavoro utile green, e poi equità e inclusione sociale.
Con il PNRR ci siamo posti degli obbiettivi, avviare una transizione ecologica per poter avere un futuro, o meglio, dare un futuro ai nostri figli, alle future generazioni. Il piano necessita sicuramente di strumenti come la finanza a impatto, investimenti che sviluppano impatti positivi nel sociale e ambientali, reali e misurati da indicatori, oltre al mero ritorno prettamente economico.
Una finanza a servizio della ecoinnovazione e digitalizzazione necessari per passare dal modello lineare a quello circolare dall’energia fossile alla rinnovabile.
Una finanza ad impatto che affianchi le imprese e la pubblica amministrazione, per costruire un business sostenibile e duraturo nel lungo periodo, che possa permettere l’accesso a nuovi mercati, la gestione oculata dei rischi legati ai cambi climatici e idrogeologici. Una finanza che provvede alla realizzazione di una politica aziendale etica e ambientale da presentare anche ai propri stakeholder come verifica della volontà di voler contribuire al benessere della comunità e alla salvezza del pianeta.
La finanza a impatto, deve supportare il sistema economia-ambiente-società a perseguire gli obbiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, tutela dell’ecosistema e anche con riferimento agli aspetti di carattere sociale, eliminare la fame, la povertà, le diseguaglianze.
I social impact bond (SIB), ad esempio, sono ottimi strumenti innovativi di finanza ad impatto, destinati alla realizzazione di progetti di pubblica utilità con una remunerazione degli investitori solo in caso di effettiva generazione di impatto sociale o sanitario positivo opportunamente misurato, quindi sono strumenti “Pay by result”, o “pay by success”.
Il PNRR parla chiaro specificando anche che solo gli investimenti pubblici non bastano, sono necessari anche gli investimenti privati,favorire quindi le partnership pubblico-private e attrarre risorse private addizionali.
Un altro punto basilare nel PNRR è la riqualifica e la formazione del capitale umano sia nella pubblica amministrazione che nel privato, sono già in atto infatti riforme e progettualità, lavorando sul rafforzamento delle competenze del personale della PA.
Per quanto riguarda i bilanci di sostenibilità, sono uno strumento essenziale per il viraggio ad un modello economico ecologico e solidale, ed una grande attenzione deve essere posta alla valorizzazione dell’impresa sociale come agente di cambiamento a livello territoriale, va dunque sostenuta con sgravi fiscali ed incentivi, non solo economici. Tutto ciò che è nutrimento per la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile a livello locale va rinforzato con il supporto di una politica economica innovativa e tutto ciò che devasta la transizione va fermato come la lotta all’evasione e al riciclaggio, una finanza sostenibile deve essere attenta anche a questo.
Le politiche di finanziamento alle imprese virtuose sono contemplate nel PNRR, investimenti sostenibili e responsabili (SRI), le imprese possono essere volano dello sviluppo sano e sostenibile del territorio. Ripopolare con sportelli finanziari tutte le aree, per essere a servizio delle comunità locali come parte integrante di un’azione coordinata di contrasto e riduzione delle disuguaglianze, e l’accesso al credito deve essere agevolato ai giovani, alle donne, ai pensionati e alle piccole e piccolissime imprese industriali e artigianali.