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La trappola del debito strangola i paesi più vulnerabili alla crisi climatica

Nel 2024 i 50 paesi più vulnerabili all’impatto della crisi climatica saranno costretti a destinare, in media, il 15,5% del loro bilancio per ripagare gli interessi sul debito. Risorse sottratte alle misure di mitigazione e adattamento sempre più urgenti. Il settore privato ha in mano metà del debito, la Cina da sola il 14%

Trappola del debito: interessi record per chi è più colpito da crisi clima
Foto di Ruth Enyedi su Unsplash

L’intreccio tra clima e trappola del debito è un tema cruciale per la Cop29 di Baku di novembre

La trappola del debito sta impedendo ai paesi più vulnerabili di contrastare la crisi climatica. I livelli di indebitamento pubblico in questi stati sono ai massimi da 30 anni a questa parte. I 50 paesi che sono più esposti all’impatto del cambiamento climatico oggi stanno spendendo 4 volte di più rispetto al 2010 per ripagare il loro debito.

“Livelli record di debito stanno compromettendo la capacità dei paesi più vulnerabili di affrontare l’emergenza climatica. Abbiamo bisogno di un programma di riduzione del debito rapido ed efficace per cancellare i debiti fino a riportarli a un livello sostenibile”, afferma Heidi Chow, direttrice esecutiva della no profit Debt Justice, che pubblica oggi un rapporto sull’intreccio fra trappola del debito e adattamento alla crisi climatica.

Trappola del debito e clima: chi controlla l’intreccio?

Usando i dati della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, Debt Justice calcola che i 50 paesi più vulnerabili alla crisi climatica nel 2024 spenderanno il 15,5% del loro bilancio solo per ripagare gli interessi sul debito. È il valore mediano (non la media), che ammortizza il peso dei casi estremi. A chi finiscono queste risorse? La trappola del debito è in mano soprattutto ad investitori privati, che controllano il 38% del totale, oltre 50 miliardi di dollari. Una percentuale appena inferiore (il 35%) è nelle mani delle organizzazioni multilaterali. Al terzo posto troviamo la Cina, che gestisce il 14% – quasi 20 mld $ – di interessi sul debito in questi paesi. Tutti gli altri governi, messi insieme, arrivano solo al 13%.

Tra i paesi che non si possono permettere di sviluppare misure adeguate di adattamento e mitigazione troviamo, in cima alla lista, Angola, Sri Lanka, Zambia e Bhutan. Tutti, nel 2024, dovranno destinare almeno il 40% del loro bilancio per ripagare il debito pubblico. Per Luanda, la peggiore di tutti, la percentuale arriva al 59%. Altri 15 paesi dovranno impegnare negli interessi sul debito una quota compresa tra il 20 e il 40% delle entrate, tra cui Kenya, Senegal, Etiopia.

Un quadro che Debt Justice fa atterrare idealmente a Bonn dove si apre oggi la pre-Cop, l’appuntamento più importante ogni anno prima dei negoziati finali. Che stavolta parlerà come mai prima di finanza climatica, visto che il dossier principale è il nuovo quadro post 2025. La nuova architettura è ancora in larghissima parte da costruire, mentre si moltiplicano le richieste – come quella di Debt Justice – per inserire la variabile della trappola del debito e prevedere meccanismi correttivi.

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