Rinnovabili

Il gap di investimenti necessari in UE per la transizione verde è enorme

Transizione verde: l’UE va verso una enorme crisi di investimenti
Foto di Tolga Ulkan su Unsplash

Il gap di finanziamenti è più acuto per la transizione verde

I finanziamenti realmente disponibili per realizzare gli impegni indicati nell’agenda strategica dell’UE 2024-2029 sono appena il 30% del necessario. E il gap è particolarmente allarmante per quanto riguarda la transizione verde. Lo sostiene un rapporto di Finance Watch, che avverte: l’Europa sta marciando spedita verso una crisi di investimenti.

Il solo cambiamento climatico richiederà all’UE di investire tra il 5% e il 10% del suo PIL ogni anno per i prossimi decenni. Evitare questi investimenti non è un’opzione: rischierebbe futuri disagi sociali ed economici a un costo molte volte superiore a quello degli investimenti di cui sopra”, sottolinea l’ong.

Eppure, l’architettura di finanza pubblica su cui l’Europa può fare affidamento non è assolutamente in grado di far fronte a queste esigenze. Il punto chiave, in questo caso, sono le norme che governano la spesa pubblica. Che, senza riforme profonde, legano le mani ai Ventisette. Anche qualora gli investimenti abbiano ottime probabilità di garantire “rendimenti eccezionali”.

“Il paradosso della situazione odierna è che numerose voci, tra cui la maggior parte ufficiali, esprimono sia preoccupazione per il fatto che gli Stati membri dell’UE non stanno dedicando risorse sufficienti alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, sia, allo stesso tempo, per il fatto che i bilanci pubblici non rispettano i principi di stabilità e crescita dell’UE. Le regole sul deficit e sul debito del Patto sono due ingiunzioni evidentemente incompatibili”, si legge nel rapporto.

L’altro pilastro per finanziare la transizione verde è il ricorso ai mercati. Ma neppure qui la situazione è migliore, valuta Finance Watch. “Può funzionare solo in parte”, sostiene il rapporto. L’aspetto positivo è che il ricorso massiccio a finanziamenti pubblici e privati, alimentato da una migliore integrazione dei mercati finanziari dell’UE, “darebbe ai risparmi dei cittadini maggiori possibilità di contribuire positivamente”.

Ma se si stima il fabbisogno totale di investimenti dell’UE e si valuta quanto, realmente, possono contribuire i mercati, considerando i meccanismi che governano l’allocazione dei capitali privati, “anche con ipotesi estremamente ottimistiche, i mercati dei capitali possono coprire solo un terzo degli investimenti necessari alle esigenze finanziarie essenziali dell’UE.

Exit mobile version