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Il bazooka verde da 50 miliardi per i paesi più vulnerabili

Si chiama Resilience and Sustainability Trust, ha una dotazione di 50 miliardi di dollari, e permette anche ai paesi con economie più disastrate di accedere alle risorse finanziare necessarie per far fronte alla combinazione di crisi sanitaria, climatica ed economica

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Foto di Kalman Kovats da Pixabay

Il fondo agevola la transizione ecologica dei paesi oppressi dal debito

(Rinnovabili.it) – Il Fondo monetario internazionale sfodera un “bazooka verde” da 50 miliardi di dollari per i paesi che non riescono a finanziare la loro transizione ecologica. Uno strumento essenziale per i paesi più vulnerabili che rischiano di colare a picco per l’intrecciarsi della crisi climatica, del peso eccessivo del debito sulle casse statali, e della crisi sociale ed economica innescata dal Covid-19.

Il bazooka si chiamerà Resilience and Sustainability Trust e ha un compito preciso: ridistribuire i finanziamenti a prezzi accessibili dai paesi ricchi a quelli più poveri, e garantire anche una forma di sostegno politico per gestire l’impatto dei rischi climatici sull’economia. Tecnicamente si tratta di un modo per riequilibrare l’incanalamento dei Diritti Speciali di Prelievo (Special Drawing Rights, SDR) – la valuta che esprime l’unità di conto del FMI – per assicurarsi che là dove ce n’è effettivo bisogno ci sia la giusta disponibilità finanziaria. In pratica, dà la possibilità di impostare la propria transizione ecologica anche a chi ha meno risorse.

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“Il Resilience and Sustainability Trust ha un obiettivo molto importante, aiutare i paesi a passare a economie inclusive, smart, a basse emissioni di carbonio e resilienti al clima”, ha spiegato la numero uno del Fondo monetario internazionale, Kristalina Georgieva.

L’incrocio di più crisi simultanee ha aggravato la situazione soprattutto per i paesi più vulnerabili. L’arrivo del Covid e l’impatto dei disastri climatici hanno innescato una dinamica distruttiva: più la crisi si aggrava, più il paese vede il suo rating peggiorare e con esso la sua capacità di finanziarsi sui mercati internazionali. Tutto questo, proprio mentre cresce il bisogno di risorse per attutire l’impatto della crisi e impostare una traiettoria di ripresa.

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Il Fondo targato FMI non risolve tutti i problemi ma è un tassello importante che raddrizza alcune delle storture della finanza climatica. Le risorse mobilitate solitamente per questo fine sono incanalate spesso in progetti e attività che servono più agli interessi del paese donatore che a quelli di chi le riceve, oltre a non essere bilanciati fra misure di mitigazione e di adattamento. Il nuovo Trust permette ai paesi più vulnerabili di agire senza una partnership, aggirando questi problemi.