L’ente regolatore canadese ha concesso al governo di non rivelare nella dichiarazione finanziaria del progetto di espansione dell’oleodotto i nomi delle compagnie assicurative che puntellano il progetto. Così il Canada spera di evitare troppe pressioni internazionali
L’espansione della pipeline Trans Mountain porta tar sands dall’Alberta alla Columbia Britannica
(Rinnovabili.it) – I nomi delle assicurazioni che ‘proteggono’ i lavori di espansione della pipeline Trans Mountain devono restare segreti. Lo ha stabilito l’ente regolatore del Canada appena in tempo per evitare che l’informazione dovesse finire nella rendicontazione finanziaria del progetto, pubblicata il 30 aprile. Il motivo? Schermare il nuovo oleodotto dalle pressioni del mondo ecologista.
La precauzione puntella un progetto che è diventato decisamente strategico per il Canada di Justin Trudeau. Pochi giorni dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, lo scorso gennaio il presidente americano Joe Biden aveva messo la parola fine sulla pipeline Keystone XL. L’opera doveva dare uno sbocco sull’Atlantico ai giacimenti canadesi. Ma la nuova politica climatica americana aveva bisogno di un segnale forte, e così il progetto è stato cancellato.
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Da quel momento il Canada ha puntato tutto sull’unica alternativa a disposizione: il Trans Mountain, appunto. I lavori prevedono l’espansione della pipeline fino a una capacità di 890mila barili al giorno. Dovrebbe portare le sabbie bituminose – una tra le fonti fossili più inquinanti – dai giacimenti dell’Alberta fino alla costa occidentale sul Pacifico, nella Columbia Britannica.
Il raddoppio della pipeline è in cantiere da almeno un decennio. Inizialmente di proprietà della Kinder Morgan, ha subito diversi stop a causa dell’opposizione di gruppi ambientalisti e di nativi, che sostengono che l’impatto ambientale del raddoppio sarebbe molto alto. Nel 2018 il governo canadese ha rilevato l’opera per poco meno di 4 miliardi di dollari. E adesso prova ad accelerare, evitando con l’omissione che le pressioni internazionali mettano in fuga chi sostiene finanziariamente il progetto.
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“Il Canada Energy Regulator sta espandendo la cultura della segretezza di Trans Mountain quando dovrebbe fare il contrario, specialmente per un’azienda di proprietà del governo durante una crisi climatica”, ha detto in una dichiarazione Charlene Aleck, portavoce della Tsleil-Waututh Nation Sacred Trust Initiative. “Questo è un pericoloso precedente”.
Del Trans Mountain è già completato il 22% del progetto di espansione, denominato TMX, che dovrebbe entrare in servizio nel dicembre 2022. Suncor Energy Inc, Canadian Natural Resources Ltd e BP PLC sono tra le compagnie che si sono assicurate l’80% della sua capacità aggiuntiva a lungo termine.