Consultazioni pubbliche fino a gennaio sul testo della tassonomia verde
(Rinnovabili.it) – Il gas non sarà energia di transizione. Ma questa fonte fossile non finisce del tutto fuori gioco. Stretta anche sulle emissioni delle auto. Ma i limiti decisi dalla Commissione lasciano aperta la porta ai veicoli ibridi. Squalificate le fossili, ma via libera alla combustione di legname come bioenergia sostenibile. Il bilancio della nuova tassonomia verde Ue ha molti punti positivi e qualche zona d’ombra.
Tutti aspetti che potranno essere limati fino al 1° gennaio 2021, quando si chiuderà la consultazione pubblica sull’atto delegato, pubblicato dall’esecutivo europeo il 20 novembre scorso. Poi ci saranno altri due passaggi, al parlamento europeo e in sede di Consiglio dell’Unione europea, prima di licenziare il testo definitivo della tassonomia verde. Che entrerà ufficialmente in vigore nel 2022 e definirà quali investimenti sono considerati sostenibili e quali no.
Il gas nella tassonomia verde Ue
Le anticipazioni che si erano rincorse nelle ultime settimane sono state tutte confermate dal testo provvisorio pubblicato da Bruxelles. Quella di portata più ampia è probabilmente la decisione sul gas. Il testo della tassonomia verde mette un limite preciso di emissioni gli impianti a gas devono rispettare per essere considerati sostenibili: 100 g di CO2e/kWh. Una soglia abbastanza bassa da squalificare tutte le centrali esistenti oggi sul continente. E un problema che sarà avvertito soprattutto in est Europa, dove per dire addio al carbone gli Stati puntano sulle centrali a gas che però emettono tra i 300 e i 350g di CO2e/kWh.
Se questa versione fosse confermata anche nel testo definitivo, il gas perderebbe la funzione di energia di transizione nel processo di decarbonizzazione dell’economia e di abbandono progressivo di petrolio e carbone. Pietra tombale sulla faccenda? Tutt’altro. Perché la patente di ‘investimento sostenibile’ si può ottenere anche mettendo in campo misure di adattamento al cambiamento climatico. E così le centrali a gas possono rientrare dalla finestra dopo essere state messe formalmente alla porta. Come? Bruciando un mix di gas (80%) e idrogeno (20%), calcola il think tank Ember. In questo modo, gli impianti potrebbero rispettare la soglia sulle ‘emissioni dirette’ di 270 g di CO2e/kWh decisa dalla Commissione. Nel computo di questa soglia non rientrano le emissioni legate alla fase di estrazione, produzione e trasporto del gas. Tanto più che nel paragrafo dedicato all’idrogeno, Bruxelles specifica che è sostenibile ogni investimento in impianti che producono idrogeno con recupero di CO2 e suo stoccaggio sottoterra: si tratta quindi di idrogeno blu, prodotto a partire da fonti fossili (gas incluso).
A Bruxelles piace ibrido
Anche le altre misure di punta della tassonomia verde hanno delle zone grigie, che sembrano essere state inserite quasi per indirizzare a priori i compromessi che saranno sicuramente necessari per l’approvazione finale del testo. Il caso delle emissioni delle auto è emblematico. I veicoli prodotti a partire dal 2025 dovranno essere a emissioni zero per essere considerati sostenibili, si legge nella bozza di provvedimento. In realtà, il testo fissa anche un’altra soglia: saranno sostenibili anche le auto che emettono, fino al 2025, 50 g di CO2/km. Una scappatoia per far rientrare anche i veicoli ibridi.
Due punti della tassonomia verde trovano la netta opposizione del Wwf. La proposta della Commissione consente di considerare sostenibile la combustione degli alberi, anche se produce più emissioni di gas serra rispetto al carbone. E include anche nuove centrali idroelettriche nella tassonomia, nonostante i danni per a biodiversità e il contributo trascurabile per affrontare il cambiamento climatico.
Anche la produzione di plastica nella tassonomia è stata oggetto di critiche. In base alla bozza aggiornata, le materie plastiche saranno considerate sostenibili se sono “completamente prodotte mediante riciclaggio meccanico dei rifiuti di plastica” o mediante processi di riciclaggio chimico se vengono rispettati gli standard minimi di emissione. Secondo diverse organizzazioni non governative, questi criteri indeboliscono la spinta verso un’economia circolare.